Tim Burton da Alice in Wonderland a..., tutte le notizie...

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Leslan
view post Posted on 26/3/2010, 23:38 by: Leslan




Ecco a voi la mia personalissima recensione a questo film:

PREMESSA N°1: Questa recensione è stata scritta da un fan integralista sia di Tim Burton, che di Johnny Depp, che di Alice e tutta l’opera di Lewis Carroll.
PREMESSA N°2 (o corollario alla premessa 1): Quando ho saputo dell’uscita di questo film, che prevedeva la compresenza dei 3 sopracitati fattori, ho dovuto assumere anticonvulsivanti per tenere a bada l’eccitazione.
PREMESSA N°3: Se mi è piaciuto il film? Sì. Ma non mi ha strabiliato come invece mi sarei aspettato, visti i presupposti e le possibilità di regia, budget ed attori.

E ora, al sodo.

Innanzitutto, questo NON è “Alice in wonderland”.
È un mix di varie opere di L. Carroll, che comprende Alice in Wonderland, Attraverso lo Specchio, ed alcune filastrocche che tra di loro hanno poco o niente a che fare.
Comunque, non è un problemone. La prima parte scorre via con la presentazione della protagonista, del suo dramma adolescenziale, col tema trito e ritrito del promesso-sposo-inetto-ma-ottimo-partito ecc. ecc., e la fuga nel Paese delle Meraviglie.
E qua, finalmente, veniamo stupiti con effetti speciali. Perché, c’è da ammetterlo, il 3D in proiezione cinematografica con questi colori e queste creazioni fa veramente tanta scena. Non siamo ai livelli di Avatar (pessimo film con grafica sensazionale), ma comunque è impressionante il realismo conferito a quest’ambientazione onirica.
La parte migliore del film inizia proprio ora, con il “cuore”, in cui ci vengono presentati i personaggi principali, che sono innegabilmente ben fatti e ben caratterizzati. Menzione d’onore allo Stregatto, mia passione dichiarata (un giorno ne avrò uno a casa, o morirò nel tentativo di averlo). Il suo sorriso, lo sguardo, le sue zampone pelosotte, tenerone e amorose… *_*
OK basta, scusate.
Il Cappellaio è… semplicemente Johnny Depp. Ho come l’impressione che ormai non gli costi più tanto interpretare personaggi così, “strambi”. Un pizzico di Willy Wonka, un grammo di Edward ManiDiForbice, due dita di Jack Sparrow, e ci siamo. Questo tuttavia non toglie che sia perfetto nel suo ruolo, e che mi abbia convinto da molto prima che uscisse il film (chi di voi ha Elga come amica su FaceBook avrà visto il mio patetico tentativo di imitarlo a Carnevale…)
Il problema arriva dopo.
Lo stratagemma di far diventare Alice la “prescelta” per salvare il mondo…
Cercate di contare sulle dita quante volte l’avete già sentita, ‘sta cosa. Io sono arrivato a sette.
E poi… Alice vestita come Eowyn, che combatte un mostrone come Eowyn, ci parla come Eowyn e… guarda caso, lo DECAPITA con un colpo solo proprio come… Ah sì! Ora mi ricordo! Come Eowyn!
Forse l’avevo già vista, una scena del genere.
Per favore, Tim, non mi prendere per il…
E per concludere tutto, dopo la battaglia (carina e ben ideata, con scacchi contro carte), la DELIRANZA.
Una delusione indicibile.
Ce la anticipano per tutto il film, ne parlano come se fosse un qualcosa di strabiliante, e poi risulta a malapena una breakdance con snodature impossibili, su una musichetta oscenamente fuori luogo.
Giuro che avrei volentieri preferito che non me l’avessero fatta vedere, ma che fosse rimasta qualcosa di non mostrato e lasciato all’immaginazione.
Per finire, un film che non passerà alla storia. Carino, ma sono assolutamente convinto che mamma Disney abbia messo a Tim dei paletti mooooolto rigidi.
Non si spiega altrimenti la carenza di tutti quei tocchi darkeggianti, di quell’umorismo nero, di quel genio a volte macabro, che lo hanno reso il regista preferito dagli stramboidi come il sottoscritto. Una carenza che rende questa Alice infinitamente inferiore alla sua antesignana, quella in cartone animato che rimane per me un capolavoro lisergico e visionario, grazie anche alla versione Italiana che ha creato dal nulla parole come “Stregatto” e “Brucaliffo”, che non esistevano nell’originale.
Peccato che i discendenti di quei curatori che arricchirono quell’Alice abbiano invece danneggiato questa moderna. Il Jabberwocky tradotto come CICIARAMPA! Ma che diavolo è il CICIARAMPA??? Un ballo messicano? (Il ciciaram-PA! Il ciciaram-PA! Ya no puede caminar… sull’aria della cucaracha)
Capisco che saremo in pochini in Italia a conoscere il Jabberwocky, ma almeno non fatemelo diventare una marcetta rivoluzionaria! Dovrebbe far paura, non far pensare a Speedy Gonzales o Pancho Villa!

Comunque, un film da vedere, anche solo per la grafica e le scenografie curatissime.
Magari vale la pena aspettare il DVD e vederlo in lingua originale sottotitolato, per goderci le voci del Brucaliffo (il vostro amato Alan), dello Stregatto (Stephen Fry, un grandissimo poco noto in Italia) e del segugio Bayard (Timothy Spall, a voi meglio noto come Peter “Codaliscia” Minus). Chissà che, ad un secondo sguardo, io non riesca a farmelo piacere di più.

Perdonate la lungaggine,
Leslan
 
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127 replies since 4/3/2010, 13:35   2097 views
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