Giuseppe Arcimboldo

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Ary64
view post Posted on 7/3/2010, 17:13 by: Ary64
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Un altro dei miei pittori preferiti, profondamente influenzato, durante il suo soggiorno a Praga, città magica per eccellenza, dall’opera degli alchimisti che affollavano la città, durante il regno dell’eclettico Rodolfo II.

ARCIMBOLDO

“Solve et coagula” dicono gli alchimisti: “Sciogli e rimescola” letteralmente significano queste poche ma fondamentali parole per la realizzazione della Grande Opera alchemica. Termini che rimandano alla scomposizione e alla ricomposizione della materia, mezzo supremo per raggiungere la perfezione spirituale e materiale. Questa breve parentesi sui procedimenti alchemici non è però fine a se stessa, infatti, serve a introdurre un singolare artista che rimase molto influenzato da questo principio tanto da applicarlo come leit motiv a gran parte delle sue opere.
Giuseppe Arcimboldo, infatti, visse a Praga dal 1562 al 1587, prima alla corte di Massimiliano I e poi a quella di Rodolfo II, anni fondamentali per la sua ricerca artistica. Entrò in contatto con numerosi esponenti della società segreta Rosacrociana tanto da rimanere profondamente influenzato da questi principi base dell’alchimia.

Le sue otto tavole allegoriche, le quattro stagioni:

l'autunno


l'inverno


la primavera


l'estate



e i corrispondenti quattro elementi aristotelici:

aria


acqua


terra


fuoco



rimandano proprio al principio ermetico della corrispondenza fra microcosmo (uomo) e macrocosmo (universo).
Come dimostra anche il ritratto che fece l’Arcimboldo dell’imperatore Rodolfo, eseguito dopo il suo ritorno a Milano, e intitolato “Rodolfo II in veste di Vertunno”, il principio della separazione e ricongiunzione della materia che avviene attraverso le sue bizzarre combinazioni di forme animate e inanimate.

 
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