Una lettura originale, La letteratura internazionale in lingua originale

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Nykyo
view post Posted on 2/8/2010, 10:45 by: Nykyo




Intanto questa discussione nasce da una mail che mi sono scambiata con Aliseia, quindi la ringrazio :wub:

So che non per tutti è possibile fare l'esperienza della lettura in lingua originale, così come anche per chi può farla non è ovviamente possibile farla in tutte le lingue del mondo. A volte si riesce a leggere in una sola lingua straniera, a volte in qualcuna di più, ma insomma, direi che ci siamo capiti ;)
Questa discussione però, non si indirizza solo a chi è capace di leggere in lingua originale, è aperta a tutti, perché è interessante sapere non solo cosa eventualmente avete letto e siete in grado di leggere, ma anche solo cosa vorreste essere in grado di leggere, cosa vi ispira al punto che vi verrebbe voglia di imparare apposta per tenere quel dato libro tra le mani.

Inizierò io, dicendovi la mia sulla lettura in lingua originale. Per prima cosa, però, devo fare una piccola premessa "linguistica".
Riguardo alle lingue mi ritengo fortunata. Mi incuriosiscono quasi tutte e ne amo alcune in particolare. Purtroppo non credo che imparerò mai le due che più amo (come sonorità) dopo l'inglese, ossia il russo e il giapponese, e non verrò mai a capo nemmeno del tedesco, che negli anni ho rivalutato e che potrebbe schiudermi le porte di autori come Goethe, Suskind, Moers, Ende (notare l'eterogeneità assoluta dei miei autori tedeschi preferiti :lol: ). In compenso ho studiato inglese e ho una sorta di facilità per le lingue romanze. Quindi anche se non li ho mai studiati mastico lo spagnolo (se non altro lo capisco se parlato piano e lo so leggere senza ammattire), il catalano (qui è fortuna zozza. Nella città in cui ho metà delle mie radici e in cui passo l'estate, Alghero, si parla un catalano molto antico. Quando ero piccola le mie nonne tra loro parlavano solo questa bellissima lingua, così lo capisco, ma non so leggerlo troppo bene e purtroppo non so parlarlo. E mi dispiacerà sempre non aver imparato) e ora anche il francese che sto imparando da un anno come autodidatta (lo leggo bene, lo capisco se parlato proprio piano e sto lentamente scoprendo come scriverlo).
Nel caso del francese la cosa mi sta dando soddisfazioni insperate proprio perché è una lingua che fino all'anno scorso non mi interessava affatto e che ho imparato per motivi tutt'altro che letterari, solo che poi mi sono resa conto che è la lingua di alcuni tra i miei autori preferiti e del mio poeta preferito in assoluto e quando ho scoperto che potevo leggere alcuni di loro in originale mi sono commossa. Ma proprio commossa.

Leggere i miei autori preferiti in lingua originale, infatti, mi è sempre piaciuto. Forse per via della mia passione per la poesia. Nel caso dei poeti si perde tanto nella traduzione.
Credo che sia una di quelle poche cose davvero vivide che ti lascia dentro il liceo classico. Leggi Omero oppure i poeti greci e latini in lingua originale e ti accorgi che una parte del colore e del sapore vanno perduti per sempre nella tradizione.
Soprattutto si perde la maggior parte della musica.
Non importa quanto bravo sia il traduttore, è come se chi traduce riarrangiasse una canzone in uno stile diverso. Come se un pezzo blues diventasse un reggae, o viceversa. Magari si amano entrambi i pezzi (per quanto non sia una traduzione in senso stretto, come si fa a non amare il famoso "cenere muto" di Foscolo, pur avendo adorato l'originale catulliano?), ma sono due pezzi diversi.
E a volte il bello di leggere in originale è perfino nello scoprire che il traduttore è più bravo dell'autore che sta traducendo, o almeno che a noi personalmente piace di più.
Succede, è come quello che a me capita con la canzone "Over the rainbow": quella del film è bella, ma quella rifatta con l'hukulele mi piace ancora di più.
A volte succede anche con qualche autore.
E poi se penso ad esempio a Dante mi sento la donna più fortunata del mondo a essere italiana.
Pensate a cosa deve essere leggere quel gioiello che è l'Inferno in una traduzione. Pensate a come deve essere perdere quella cadenza così perfettamente toscana che la si sente leggendo ("Oh tosco che per la città del foco vivo ten vai così parlando onesto, piacciati di restare in questo loco..." potete immaginare frase con un accento più fiorentino di questa? Un francese, un inglese, un tedesco non sapranno mai come suonano tutti quei ""co"...).
Quindi ho iniziato a leggere in lingua originale appena ho potuto, fin dalle medie.
Prima Shakespeare, poi Wilde e ancora la Christie, Stevenson, Twain, Woodhouse, J.K.Rowling e altri, perfino il Joice più semplice di "The Dubliners". Ho letto parecchio. Incontrando difficoltà spesso diversissime pur con la stessa lingua.
Wilde, ad esempio, è apparentemente facile. Dipende dall'opera.
Lewis Carroll è il delirio peggio che in italiano, ma d'altro canto Alice è una di quelle cose che perdono mezza anima o più se vengono tradotte. Ancora oggi mi sento male quando nel film di Burton sento chiamare il Jabberwock con quel nome assurdo che gli hanno dato traducendo.
Stevenson era, come ho sempre sostenuto, fottutamente bravo. Scriveva per bambini e "da bambini", scriveva per adulti, scriveva aulico o rozzo, e i suoi personaggi avevano dietro una cura lessicale da far spavento. I racconti sono abbordabili, il mio adorato "Treasur Island" ahimé no, i pirati parlano uno slang piratesco così curato che non sono mai riuscita a comprendere davvero. Troppo difficile.

Il francese è una nuova frontiera che mi sta schiudendo orizzonti insperati. Baudelaire, Hugo i Dumas, Le Petit Prince e chissà che altro, perché ogni tanto mi viene in mente un autore. Anche Pennac, perché no, potrei provarci...
Hugo poi da proprio soddisfazione. Non so, ha davvero un altro sapore in lingua originale. Ho riletto da pochissimo la morte del piccolo Gavroche e in francese è ancora più sublime. In italiano è commovente e bellissima, ma in francese è perfetta!
Baudelaire poi è anche più commovente che in italiano.
Povero il mio Baudelaire, mai a suo agio, mai convinto di meritare qualcosa, legato come un albatro sul ponte di una nave, sul serio.
Trovare la sua fragilità nascosta anche tra le parole originali della sua stessa lingua mi ha stretto il cuore.

Infine... ho fatto una scappata anche nello spagnolo un paio di volte, solo per Neruda e Garcia Lorca. Se lo meritavano!


E voi? Avete letto in lingua originale? Cosa? Era meglio tradotto o nella lingua madre? Quale autore si è rivelato ancora più splendente, quale vi ha invece deluso? Oppure cosa vorreste tanto essere capaci di leggere?

A voi la parola ;)

Edited by Nykyo - 2/8/2010, 14:11
 
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