Quattro funerali e un matrimonio, storia a capitoli in pieno delirio...

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Arien73
view post Posted on 27/1/2014, 19:38




Non ho mai postato una mia ff qui e sinceramente non so cosa mi dia il coraggio di farlo con questa, in cui la mia follia è più che mai evidente. Dev'essere stato il fatidico passaggio dai 40 ai 41... ossia ormai mi considero arteriosclerotica e dunque spero di essere perdonata da chi leggerà questa sciocchezza (magari anche nessuno!).

Presentazione della ff: Mi ispiro liberamente alla terza stagione della serie Tv Il Trono di Spade (ma no? Davvero? Che strano...), anche se gli avvenimenti che invento rientrerebbero casomai nella seconda. Già qui è un caos, ma è solo l'inizio. In realtà si tratta di una parodia, con personaggi OOC e piuttosto messi in ridicolo e un personaggio nuovo, una inventata e quanto mai improbabile sorella minore di Ned Stark che verrà promessa in sposa a Ramsay Bolton, finirà a Forte Terrore e... basta così, sennò vi sconvolgo fin d'ora.
Avvertimenti: considerate che la storia si ispira al telefilm Il Trono di Spade, quindi non mancheranno termini volgari, violenza, insomma, ordinaria amministrazione, perciò, pu essendo una parodia, non penso sia adatta ai minori di 16 anni.
Altri avvertimenti... beh, come ho detto è una parodia, i personaggi sono piuttosto OOC, è un "What if?" perché chi diavolo sa cosa sarebbe accaduto se la mia storia fosse stata vera?
Non scrivo a scopo di lucro, anche perché non ricaverei un soldo. I personaggi non appartengono a me, bensì a produttori, registi, sceneggiatori e chiunque abbia partecipato alla realizzazione della serie TV, basta che non vengano a cercarmi per farmi fuori.
Ho detto abbastanza cretinate? Penso di sì. Dunque ecco la storia, che è una cretinata ancora maggiore!

Quattro funerali e un matrimonio
Capitolo primo
Il piccolo Lord di Grande Inverno, Brandon Stark, era stato svegliato bruscamente sul far del giorno da Maestro Luwin e adesso sedeva nella sala delle udienze, sui cuscini di velluto dello scranno che era stato di suo padre, con Ser Rodrick Cassel e Maestro Luwin alla sua destra e alla sua sinistra. Il motivo di quella levataccia mattutina era l’arrivo di Roose Bolton a Grande Inverno che diceva di avere messaggi urgenti da parte del Re del Nord, il giovane Robb Stark.
Le parole del Lord di Forte Terrore, però, lasciarono allibiti il piccolo Lord e i due uomini al suo fianco. L’uomo, infatti, aveva una richiesta ben precisa da sottoporre all’udienza e cominciò subito a spiegarsi.
“Il Re del Nord ritiene che sia indispensabile rinsaldare il più possibile l’alleanza tra le nostre famiglie, in modo da creare una sorta di impenetrabile muraglia da opporre ai Lannister” dichiarò. “Per questo motivo ha deciso di utilizzare al meglio la strategia dei matrimoni: il nostro Re sposerà, infatti, una delle figlie di Lord Walder Frey e lo stesso ho già fatto io; Arya Stark, che tutti ci auguriamo di ritrovare presto sana e salva, è stata invece promessa a uno dei nipoti di Lord Frey.”
Bran pensò che Arya si sarebbe fatta scuoiare piuttosto che rispettare l’impegno che altri avevano preso per lei, ma ciò che lo turbava era un’altra cosa: perché Lord Bolton era venuto fino a Grande Inverno per riferire queste cose a lui? Forse anche lui era stato promesso, a sua insaputa, a una delle innumerevoli figlie o nipoti dell’anziano Lord?
“Sono stato inviato qui” continuò Roose Bolton, “per proporre un’ulteriore alleanza matrimoniale: l’unione fra l’unica figlia di Lord Rickard Stark rimasta in vita e mio figlio Ramsay.”
Bran sobbalzò.
“La zia Ariana? Ma è vecchia per sposarsi, ha più di trent’anni!” esclamò, senza riuscire a trattenersi e in modo ben poco galante nei confronti della suddetta zia.
“Ehm… il Principe Bran vuol dire che siamo molto onorati da questa proposta” tentò di rimediare Maestro Luwin, mentre Ser Rodrick pareva in preda a un attacco di tosse convulsa, “ma siamo rimasti sorpresi. Inoltre, mio Lord, forse non sei a conoscenza della differenza di età tra Lady Ariana e tuo figlio…”
In realtà il turbamento del Maestro e di Ser Rodrick era dovuto al fatto che al Nord Ramsay Bolton era tristemente conosciuto come il Bastardo di Bolton e su di lui si raccontavano storie a dir poco agghiaccianti. Non era sicuramente il miglior partito che Lady Ariana potesse desiderare.
“Le alleanze matrimoniali non tengono conto di simili piccolezze, quanto dei vantaggi che ne possono derivare, soprattutto in tempi difficili quali quelli che stiamo vivendo” replicò Bolton, glaciale. “Ad ogni modo, la proposta non viene da me, ma dal Re del Nord in persona e ritengo che la cosa più saggia da fare sia parlare direttamente con Lady Ariana. Lei, come ultima discendente di Lord Rickard, comprenderà sicuramente le importanti motivazioni che hanno portato Re Robb a insistere per tale unione.”
A queste parole, Maestro Luwin e Ser Rodrick non poterono ribattere. La promessa sposa in questione fu mandata a chiamare e così, pochi minuti dopo, Lady Ariana Stark si presentò nel salone delle udienze.
La figlia minore di Lord Rickard Stark non era certo la bellezza che era stata sua sorella maggiore Lyanna, che aveva soggiogato il cuore di un principe e di un futuro re. Aveva trent’anni, era una donna piccola e minuta dal viso affilato e con i capelli castano dorato della stessa tonalità del fratello Ned. L’unica cosa degna di attenzione in lei erano gli occhi, grandi e di un colore tra il verde e l’azzurro; per il resto era presumibilmente una versione adulta della piccola Arya, anche lei resa insignificante dal confronto con una sorella maggiore molto più graziosa e attraente.
Roose Bolton aveva visto Ariana poche volte, anni prima, ma non mostrò il minimo scrupolo o rimorso all’idea di consegnare quella fragile donnina nelle mani del suo famigerato figlio. Anzi, dopo averla cortesemente salutata, le riferì immediatamente ciò che il nipote Robb desiderava da lei, sottolineando che tale alleanza matrimoniale avrebbe potuto rivelarsi persino decisiva per mutare le sorti della guerra in favore delle truppe del Nord, tanto per far nascere in Ariana tutti i sensi di colpa possibili e immaginabili…
“Se questo è ciò che il Re del Nord vuole da me, io posso solo accettare la proposta” rispose tranquillamente lei.
“Lady Ariana, non sei obbligata…” comincio Ser Rodrick, ma Roose Bolton, con un mezzo sorriso che sembrava un ghigno e un lampo di trionfo negli occhi gelidi, si affrettò a congratularsi con la donna per la saggezza dimostrata.
Non era più possibile ritirare la promessa fatta da Ariana.
“Se dunque è questa la volontà del nostro amato Re Robb…” provò a dire Maestro Luwin, pallido come un morto, “il Principe Bran e noi tutti saremo lieti di eseguirla. Per Grande Inverno sarà un onore ospitare tuo figlio, permettendo così a lui e a Lady Ariana di conoscersi, poi io stesso celebrerei il…”
Ora che aveva ottenuto ciò che voleva, però, Roose Bolton non intendeva perdere altro tempo in inutili convenevoli.
“La vostra offerta è generosa e ringrazio di cuore il Principe Bran” ribatté. “Purtroppo, però, siamo ancora in guerra e io ho a disposizione solo pochi giorni prima di riunirmi all’esercito del Nord stanziato alle Torri Gemelle. E’ indispensabile che Lady Ariana parta immediatamente con me per Forte Terrore e che il matrimonio venga celebrato quanto prima nel mio castello: così, quando tornerò in battaglia al fianco del nostro Re, potrò rassicurarlo sulla felice conclusione della vicenda.”
Bran, Maestro Luwin e Ser Rodrick si guardarono smarriti. Era già abbastanza spiacevole accettare il matrimonio tra Ariana e il Bastardo di Bolton, ma doverla addirittura mandare senza indugio a Forte Terrore, in mezzo a gente sconosciuta e poco raccomandabile…
Lord Bolton, però, non diede ai due uomini il tempo di replicare e si rivolse invece a Bran in tono ossequioso.
“Mio principe, sono certo che non desideri altro che compiacere il nostro amato Re” disse. “Tuo fratello Robb sarà fiero di te quando gli riferirò che non hai esitato a compiere ciò che lui ti chiedeva, come ci si aspetta da un vero Lord di Grande Inverno.”
Le parole di Lord Bolton colpirono nel segno: per Bran nulla contava quanto l’affetto e la stima del fratello maggiore. Obbedendo al suo volere gli pareva quasi di averlo nuovamente vicino a sé e Robb gli mancava così tanto…
“Maestro Luwin, aiuta mia zia a prepararsi per la partenza” ordinò dunque il piccolo Lord, cercando di non pensare che, un tempo, Robb gli aveva confessato di temere Lord Bolton e che, perciò, era piuttosto strano che lo avesse scelto come suo messaggero… “e sia fatto tutto come mio fratello, il Re del Nord, desidera.”
Maestro Luwin dovette obbedire, molto a malincuore; Ser Rodrick avrebbe voluto dire tante cose, ma il suo parere ormai era superfluo.

Era ormai pomeriggio inoltrato e Ariana viaggiava da molto tempo nella carrozza che era stata allestita per lei. Roose Bolton, che era giunto a Grande Inverno a cavallo, aveva deciso di compiere il tragitto fino a Forte Terrore in compagnia della futura nuora per aver modo di parlarle con tutta calma. Sebbene scombussolata da tanti avvenimenti inaspettati e repentini, Ariana manteneva un contegno tranquillo e si guardava intorno con una carta curiosità; tale atteggiamento fu giudicato favorevolmente da Lord Bolton che pareva molto soddisfatto per la riuscita del proprio inganno.
“Mia Lady” disse ad Ariana, “hai preso la decisione più saggia e il nostro Re sarà sicuramente orgoglioso di te: hai dimostrato di essere una vera Stark.”
“Non ho fatto altro che compiere il mio dovere” rispose semplicemente lei, dimostrando ancora una volta di essere una perfetta Stark, ossia qualcuno per cui il dovere era talmente importante da giustificare le scelte più assurde.
“Sei partita senza esitazioni verso un luogo e persone che non conosci” riprese Lord Bolton in tono condiscendente. “Se qualche dubbio ti sta tormentando, rivolgimi pure tutte le domande che desideri ed io ti risponderò con la massima sincerità.”
“Ti ringrazio, mio Lord” disse Ariana, che di curiosità e dubbi ne aveva un sacco. “In effetti, avrei qualche domanda, però… ecco, non so se…”
“Immagino ti stia chiedendo quanto possa valere un matrimonio tra una Stark e mio figlio che, come tutti sanno, è illegittimo, non è così?” Bolton sorrise appena nel vedere che Ariana arrossiva. “Non devi preoccuparti di questo: ho riconosciuto Ramsay come mio erede qualche tempo fa e tu diventerai a tutti gli effetti la lady di Forte Terrore.”
La lady di Forte Terrore… c’era qualcosa che suonava strano in quelle parole, sembrava il titolo di una delle storie della vecchia Nan… Ariana si scrollò di dosso quel pensiero con un sorriso e, timidamente, azzardò una seconda domanda.
“Perdona la mia insolenza, ti prego, mio Lord, ma… ecco, a Grande Inverno ho sentito circolare delle voci un po’… strane… riguardanti tuo figlio e, sì, magari si tratta solo di maldicenze, forse…”
“Non devi scusarti, mia Lady, la tua curiosità è legittima, anche perché sai bene che, tra pochi giorni, io dovrò riunirmi all’esercito del Nord e tu resterai sola con mio figlio a Forte Terrore” iniziò a dire Roose Bolton, con un esordio tutt’altro che incoraggiante. “Devo confessare che Ramsay è certamente un ragazzo singolare e ha un modo tutto suo di fare le cose; dunque, sì, gran parte delle voci che hai udito corrisponde a verità. Ma posso assicurarti che non hai nulla da temere, poiché mio figlio è ben consapevole dell’importanza del vostro matrimonio e dell’unione delle nostre famiglie, sa quanto tu sia preziosa per noi e si comporterà… beh, immagino che cercherà di fare più o meno quello che gli ho detto. E’ giusto, però, che tu sappia che dovrai mostrarti saggia e prudente nel trattare con lui che, come ho detto, ha un carattere piuttosto difficile…”
Chiaramente era un eufemismo.
“Confido nella tua intelligenza, mia Lady, pertanto so che seguirai i miei consigli e che non ti troverai in difficoltà. Ti mostrerai allegra, compiacente e rispettosa… sai, Ramsay non sopporta di essere contraddetto… se lo farai sentire importante penso che riuscirà ad affezionarsi a te” proseguì il Lord in tono discorsivo. “Lui ha le sue idee e le sue fissazioni che a te potranno sembrare strane, ma non darlo a vedere, anzi, la cosa migliore che puoi fare è assicurargli che qualsiasi cosa fa è ben fatta. Inoltre, questo devi assolutamente saperlo, ci sono cose che non dovrai mai, mai domandare e luoghi del castello in cui non dovrai mettere piede per nessuna ragione al mondo. Se ti comporterai sempre così, sono certo che riuscirete ad andare d’accordo.”
“Forse potresti ripetermi tutto dall’inizio, mio Lord, se non ti arreca troppo disturbo? Penso che dovrei scrivermelo, per essere sicura di ricordare esattamente le tue parole” rispose Ariana, chiedendosi se Lord Bolton volesse prenderla in giro.
L’uomo sembrò stupito, poi sorrise e riprese a parlare, in tono divertito.
“Sei davvero intelligente come pensavo e il tuo spirito mi piace, credo proprio sia quello che ci vuole in una situazione simile” le disse, compiaciuto. “Sono certo che ricordi benissimo quello che ti ho detto e che saprai destreggiarti al meglio. Non preoccuparti, mia Lady, dimostri di essere proprio la nuora che cercavo!”

La carrozza giunse a Forte Terrore all’imbrunire, proprio il momento più adatto per godersi lo spettacolo della fortezza in tutta la sua spaventosità.
“Ecco, questo è Forte Terrore, cosa te ne pare, mia Lady?” le chiese Lord Bolton, con un tempismo perfetto.
“Francamente… questo sembra un buon posto per essere aggrediti…” fu la risposta della donna, tanto spontanea che strappò una mezza risata all’uomo. In effetti, ci aveva azzeccato in pieno…
“Rare volte ho incontrato un tale senso dell’umorismo in una lady” commentò compiaciuto. “Più ti conosco e più mi compiaccio della decisione di darti in moglie a mio figlio.”
Roose Bolton scortò la promessa sposa nel castello e chiese a un servitore di mandargli immediatamente Ramsay. Intanto, Ariana si guardava intorno sempre più incuriosita, con la vaga sensazione di essere capitata in una di quelle storie agghiaccianti della vecchia Nan che tanto le piacevano.
“Finalmente, Ramsay, ma dov’eri andato a finire? Sapevi che avresti dovuto accogliere la tua promessa sposa, te l’avevo detto, no? Bene, Lady Ariana, ti presento mio figlio Ramsay. Ramsay, lei è Lady Ariana Stark” disse Lord Bolton, lievemente irritato per la brutta figura che gli aveva fatto fare il ragazzo.
“Ah, è lei… Beh, non sembra mica tanto una vera Lady” fu il commento annoiato del giovane.
Nemmeno tu sembri per nulla un Lord, pensò Ariana, valutando con un veloce sguardo il ragazzotto che si trovava di fronte, vestito semplicemente, con gli occhi color del ghiaccio identici a quelli del padre sotto una capigliatura nera e piuttosto scarmigliata. Dimostrava vent’anni o poco più e ricordava un sano contadinotto piuttosto che l’erede di Forte Terrore. Tuttavia, Ariana non era venuta per farsi fare a pezzi il primo giorno e così, con un sorriso, si inchinò graziosamente e lo salutò con molta cortesia.
“Sono veramente onorata di fare la tua conoscenza, Lord Ramsay” disse.
Roose Bolton la squadrò chiedendosi se la donzella fosse molto furba o molto scema. Forse un po’ di entrambe le cose.
“Piacere mio” tagliò corto Ramsay. “Bene, ora che ci siamo presentati, io avrei da fare una cosa che ho giusto interrotto…”
Lord Bolton non voleva sapere cosa fosse.
“Ramsay, sei pregato di non farmi vergognare di fronte alla tua fidanzata! Qualunque cosa stessi facendo, sono certo che puoi rimandarla” lo rimproverò. “Ora, sarebbe cortese da parte tua intrattenere Lady Ariana, magari facendole visitare il castello.”
Ariana colse una certa irritazione nel contegno del giovane e pensò che fosse meglio evitare complicazioni.
“Mio Lord, ti prego, non rimproverare tuo figlio” disse in fretta. “A quanto pare l’abbiamo interrotto mentre aveva affari urgenti da sbrigare ed io non voglio essere un fastidio per lui. Saresti invece così gentile da chiamare un servitore che mi indichi la mia stanza, in modo che possa rinfrescarmi e cambiarmi d’abito? E’ stato un viaggio così lungo… Nel frattempo Lord Ramsay potrà terminare i suoi… impegni e poi, forse, sarà disposto a mostrarmi le bellezze del vostro castello.”
Entrambi i Bolton rimasero sconcertati: Ramsay provò un lieve compiacimento nel vedere che la sua promessa sposa prendeva le sue parti di fronte a suo padre, pur senza nemmeno conoscerlo; Lord Roose si trovò, suo malgrado, ad ammirare l’espediente al quale Lady Stark era ricorsa per liberarsi da una situazione che poteva farsi incresciosa. Se continuava così, aveva buone speranze di sopravvivere al matrimonio col suo bastardo…
 
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Astry
view post Posted on 27/1/2014, 21:06




Perdonami, non ho avuto ancora il tempo di leggere il capitolo, ma ho visto nell'introduzione che pensi non sia adatta ai minori di 16 anni ( e conoscendo Martin penso che tu abbia ragione :D), in questo caso ti consiglierei di spostarla in A.F. VM18 che sta appunto per Altri Fandom vietati :). cioè, se mi dai il permesso la sposto io e magari poi cancello questo commento :-P.
 
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Arien73
view post Posted on 29/1/2014, 19:27




Sinceramente non so se è da vietare ai minori di 18 anni, è comunque una parodia e non ci sono scene di violenza o di sesso dettagliatamente descritte. Certo, in alcuni punti c'è un linguaggio colorito un po' alla Martin e vengono suggerite alcune cose... ma dai 16 anni in su mi sembra adatta.
Ad ogni modo, forse è meglio se la leggi e magari, se pensi che sia da spostare, la sposti tu. Mi fido del tuo giudizio! Intanto posto il secondo capitolo.

Capitolo secondo
Ariana poté rinfrescarsi, cambiarsi l’abito e sistemarsi i capelli, rendendosi perlomeno presentabile dopo un viaggio tanto lungo. Stava curiosando nella stanza degli ospiti che le era stata assegnata quando un servitore bussò alla porta e, un attimo dopo, entrò senza neanche aspettare la sua risposta.
“Milady” fece l’uomo, che dalla faccia sembrava più un delinquente che un servo, “devo accompagnarti da Lord Ramsay che ti porterà a visitare il castello. Ti prego di seguirmi.”
Ariana si domandò se in quel castello i servitori fossero tutti in quel modo, nel qual caso avrebbe trovato difficoltà nel procurarsi una cameriera personale come aveva a Grande Inverno. Comunque, avrebbe risolto quel problema in un secondo tempo, adesso era meglio affrettarsi e non far attendere Lord Ramsay e il suo patibolare servitore.
Il giovane si trovava in un salone che, presumibilmente, era quello dove i Lord di Forte Terrore tenevano le udienze. Pareva più rilassato e soddisfatto, forse perché aveva avuto il tempo di terminare ciò che l’arrivo inopportuno di suo padre e di Ariana aveva interrotto.
“Lord Ramsay, sono davvero desolata di averti disturbato durante i tuoi impegni” disse subito Ariana, inchinandosi di nuovo come se si trovasse davanti al Re. In realtà, una Stark non si sarebbe mai dovuta inchinare a un Bolton, ma questa era la situazione…
“Adesso sono libero” replicò lui senza cerimonie, “e posso mostrarti Forte Terrore in tutto il suo splendore.”
Offrì il braccio alla futura sposa, più come atto di possesso che come cortesia, le fece fare un giro per il salone, dove si sarebbe svolto anche il banchetto di nozze, quindi si incamminò con lei lungo uno dei tetri corridoi della fortezza.
“Quest’ala del castello è riservata agli ospiti, anche se non abbiamo molti visitatori a Forte Terrore e, quelli che ci capitano, solitamente li ospito da un’altra parte” spiegò Ramsay. Dicendo questo, la fissava e Ariana si rese conto che quella visita non sarebbe stata altro che un lungo esame da parte dell’erede di Forte Terrore. Lei non poteva permettersi di sbagliare nulla.
“Però ci saranno sicuramente molti Lord e Lady invitati al matrimonio” replicò lei, in tono leggero.
“In realtà no, mio padre non ha invitato quasi nessuno, dato che le nozze ci saranno tra due giorni e poi lui ripartirà per raggiungere l’esercito del Nord: parteciperanno solo alcuni figli, o nipoti, o che so io, di Lord Frey che arriveranno domattina” rispose Ramsay. “Meglio così, troppe cerimonie mi danno sui nervi, anzi, a dire il vero i matrimoni non li sopporto proprio, sono così noiosi!”
“Se devo essere sincera pure io li trovo noiosi” disse Ariana, fingendo un enorme interesse per i corridoi umidi e deserti e le stanze buie e fredde che Ramsay le stava mostrando. “Però per il matrimonio vale la stessa regola del funerale, no? Almeno al proprio ci si deve partecipare.”
Ramsay si fermò bruscamente, Ariana quasi inciampò e pensò di aver detto la cosa sbagliata; invece si accorse che il giovane si era messo a ridere.
“Questa non l’avevo mai sentita, ma devo ammettere che è vero!” commentò, divertito. “Sei spiritosa, Lady Ariana, non me lo sarei aspettato da una Stark e la cosa mi piace parecchio. Mi piace la gente che riesce a farmi ridere!”
Ciò che divertiva e faceva ridere Ramsay Bolton era spesso alquanto discutibile, ma Ariana era contenta di aver segnato un punto in suo favore. Dunque, se lo faceva ridere avrebbe avuto meno possibilità di finire sgozzata o peggio…
Scesero due rampe di scale di pietra e l’atmosfera sembrò farsi ancora più tetra.
“Ci sono un paio di avvertimenti che devo darti e per questo stiamo andando quaggiù” riprese Ramsay. “In fondo a quella terza rampa di scale ci sono le segrete del castello ed è lì che i Bolton hanno sempre rinchiuso i loro nemici. Ti avranno raccontato la storia secondo cui i Bolton si fanno mantelli con la pelle dei loro nemici, no? Beh, non è una storia, è una nostra tradizione familiare. Visto che presto anche tu farai parte della famiglia, è giusto che sappia tutto.”
Ariana si sforzò di sorridere e di prenderla con filosofia, anche se le sembrava sempre di più di essere la protagonista di una storia della vecchia Nan. Ma aveva accettato lei di sposare Ramsay Bolton e ora non si poteva lamentare, era una Stark e avrebbe compiuto il suo dovere fino in fondo!
“Ma non esageriamo con le confidenze, Lady Ariana, qui arriva la parte degli avvertimenti” Ramsay si fece più serio e indicò le chiavi che portava alla cintura. “Non ti è permesso, per nessuna ragione al mondo, mettere piede nelle segrete. Qualunque cosa ti venga detta, qualunque cosa tu possa udire, non ti avvicinare alle segrete e non tentare di entrare a vedere cosa c’è dentro. Come vedi, le chiavi le porto con me, ma non è sempre così: quando vado a caccia, per esempio, le lascio nella mia stanza perché so che nessuno, e sottolineo nessuno, si sognerebbe mai di prendermele. Ci siamo capiti?”
“Naturalmente, Lord Ramsay” rispose Ariana con una tranquillità che non sentiva. “Le segrete non mi riguardano ed io non ci metterò piede.”
Altrimenti, come Ariana cominciava a capire fin troppo bene, il problema non sarebbe stato più entrare nelle segrete, bensì uscirne.
“Marito e moglie non devono nascondersi niente, no? Io sono stato sincero con te e tu dovrai meritare la mia fiducia” riprese Ramsay. Inaspettatamente sorrise e condusse Ariana dalla parte opposta del corridoio, con un atteggiamento del tutto diverso, quasi divertito. “Proprio parlando di fiducia, mi è venuto in mente un gioco… Conosci il gioco della fiducia?”
“No, mio Lord, ma penso che sarà interessante” replicò Ariana, i cui nervi cominciavano a essere messi a dura prova da tutti quei tranelli. Ci voleva proprio la scorza dura di una Stark…
“Entriamo in questo corridoio e tu chiudi gli occhi, ti guiderò io. Ti fidi di me, Lady Ariana?”
Era una parola!
“Mi fido, Lord Ramsay” replicò comunque la donna.
“Davvero?” chiese lui in tono stupito. Evidentemente era la prima volta che qualcuno gli diceva di sì…
“Certo che mi fido di te, sarai il mio sposo, di chi altri mi dovrei fidare?” disse Ariana, sperando di segnare un altro punto a suo favore. “Devo chiudere gli occhi e poi?”
Ariana era in piedi all’imboccatura del corridoio, con gli occhi chiusi, anzi serrati, per non avere nemmeno la minima tentazione di sbirciare. Ramsay esitò un attimo, colpito senz’altro dal fatto che il suo giochetto della fiducia avesse avuto successo, poi si mise dietro di lei e la prese saldamente per la vita.
“Cammina senza guardare, ti guiderò io, è qui che sta la fiducia” spiegò.
Ariana, in realtà, aveva una totale fiducia nel fatto che Ramsay l’avrebbe portata a buttarsi dentro un pozzo o dalla torre più alta del castello, ma che ci poteva fare? Se avesse rifiutato, avrebbe fatto anche di peggio e, comunque, lei era una Stark e doveva compiere il suo dovere. Si incamminò alla cieca nel corridoio, guidata dal giovane Bolton e aspettandosi una brutta sorpresa da un momento all’altro. E la brutta sorpresa non tardò: a un certo punto il piede che stava appoggiando a terra si ritrovò sospeso nel vuoto, sotto non c’era più il pavimento ma qualcos’altro, qualcosa di profondo da cui spirava un’aria gelida. La donna trasalì, si immobilizzò e, senza aprire gli occhi, si afferrò istintivamente alle mani di Ramsay, proprio quelle mani che, immaginava, l’avrebbero spinta nel vuoto.
“Impressionante…” mormorò il ragazzo, al quale il giochetto non era chiaramente mai riuscito così bene. “Ti sei fidata davvero, Lady Ariana. Apri gli occhi e fai un passo indietro, ti tengo forte, non ti preoccupare.”
Quando Ariana vide quello che aveva rischiato, si sentì cedere le gambe e meno male che Ramsay, per una volta, aveva detto il vero e la teneva ancora saldamente, altrimenti sarebbe finita a capofitto nel trabocchetto. Era davvero un pozzo, ma nelle sue pareti erano conficcate lame affilate come rasoi. Lo sventurato che ci fosse finito dentro sarebbe stato fatto a pezzi dalle lame, i suoi miseri resti sarebbero finiti in un torrentello che scorreva in fondo e portati via dalla corrente. Doveva essere un passatempo come un altro, lì a Forte Terrore…
“Per secoli i nemici dei Bolton si son fatti un giro in questo trabocchetto” fece Ramsay, divertito e soddisfatto. “Probabilmente anche qualche Stark, chi lo sa… Insomma, che te ne pare?”
Ariana, che si stava lentamente riprendendo dal mezzo infarto subito, chiamò a raccolta il sangue freddo di generazioni di Stark e riuscì a sorridere.
“Divertente” commentò. “Hai fatto questo gioco con altri ospiti, Lord Ramsay?”
“Solo con quelli che mi erano simpatici… ma non era mai riuscito così bene” rispose lui, ancora vagamente incredulo.
Ariana preferì non soffermarsi sul pensiero di quelli che non avevano superato la prova…
Finalmente, Ramsay decise che le bellezze di Forte Terrore non si concentravano tutte tra segrete e trabocchetti e i due ripresero le scale per tornare ai piani abitati. Nell’ala riservata agli ospiti c’era un certo via vai poiché i servitori stavano allestendo le stanze per gli invitati Frey che sarebbero giunti il mattino seguente.
“Le stanze degli ospiti le hai già viste” disse quindi Ramsay. “Potrei farti vedere gli appartamenti di mio padre, però, se lui lo venisse a sapere, passerei un guaio. Tu non lo conosci, sembra tranquillo e cortese, ma quando va in collera diventa un’altra persona!”
Doveva essere una caratteristica di famiglia…
“Perché dovrebbe venirlo a sapere, Lord Ramsay? Tu non glielo dirai e io nemmeno” replicò Ariana, in tono complice. “Certo, ci sono i servitori, ma…”
“I servitori sono fedeli a me!” affermò Ramsay, stizzito. Allo stesso tempo, però, gli aveva fatto piacere vedere che la lealtà di Ariana era diretta verso di lui e non verso suo padre. “Dunque, se ti compiace, mia Lady, visiteremo le stanze di Lord Bolton.”
In realtà nelle stanze di Roose Bolton non c’era da vedere nulla di più interessante rispetto alle camere degli ospiti, poiché il Lord era in guerra da mesi ed era tornato al castello solo per presenziare al matrimonio. La soddisfazione provata da Ramsay, però, stava tutta nel fatto che era entrato di nascosto negli appartamenti del padre e che Ariana gli avrebbe retto il gioco.
Quando i due uscirono di nuovo nel corridoio, rimaneva solo una parte di Forte Terrore non ancora visitata.
“Non c’è altro da vedere, qui, a meno che tu non sia curiosa di visitare le mie stanze” disse il giovane Bolton. “Non ha granché senso, però, visto che dopo il matrimonio avrai modo di vederle fino alla noia!”
“A questo non avevo proprio pensato, Lord Ramsay” fece Ariana, cadendo dalle nuvole. “In realtà credevo che avresti voluto mantenere la tua indipendenza… in fondo, sappiamo bene entrambi che questo matrimonio serve solo come alleanza fra le nostre famiglie. Non deve comportare alcun fastidio per te e io mi trovo benissimo nella stanza degli ospiti, te lo assicuro.”
Ariana cominciava a ricordare anche troppo di quello che aveva sentito raccontare su Ramsay a Grande Inverno, delle sue cacce, dei suoi trofei umani e del tempo che amava trascorrere nelle segrete a scuoiare, spellare e tagliuzzare la gente. Il tempo trascorso con lui non aveva fatto che ribadire la verità di tali voci e, del resto, lui non aveva negato nulla, ne era anzi apparso orgoglioso. La donna pensava che non sarebbe stato facile fingere di non vederlo se, a notte fonda, se ne fosse tornato da una caccia o da una serata passata a torturare qualcuno, magari insanguinato e con qualche arto come souvenir… ritenne quindi più prudente suggerire un diverso alloggiamento per lei. Ramsay, però, non capì la delicatezza di Ariana o, molto più probabilmente, se ne fregò e la interpretò a modo suo. Le si avvicinò tanto bruscamente da mandarla a sbattere contro il muro del corridoio e Ariana pensò di aver commesso proprio nel finale l’errore più grave di tutti, senza nemmeno sapere quale; si preparò, comunque, a morire in modo degno di una vera Stark.
“Se credi che accetterei un matrimonio di convenienza senza prendermi tutto quello che mi spetta” disse invece lui, in tono suadente e afferrandola senza tanti complimenti per i capelli, “allora non mi conosci proprio per niente.”
La spinse più forte contro il muro e la baciò brutalmente, tirandole i capelli nella foga e frugandola un po’ dappertutto con un fare ben poco cavalleresco. Di nuovo, i geni Stark vennero in soccorso di Ariana, che si convinse che tutto ciò faceva parte dei doveri di una moglie, che alla fin fine i Lord erano tutti un po’ così con le loro Lady e che, alla fine, Ramsay era sempre meglio di un vecchio lascivo e flaccido come Walder Frey.
“Credo di aver chiarito meglio come funzionano le cose qui, Lady Ariana” concluse Ramsay, lasciandola andare. Era comunque compiaciuto del fatto che lei non avesse reagito e non avesse cercato nemmeno per un attimo di ritrarsi, al contrario si era mostrata docile e remissiva. A quanto pareva, aveva superato anche quella prova. “Ah, sarà meglio che ti risistemi il vestito e i capelli, altrimenti mio padre si chiederà dove accidenti ti ho portata.”
Svelta, Ariana si riannodò le ciocche che le erano sfuggite e armeggiò col vestito per rimettersi in ordine prima di seguire nuovamente Ramsay che si era già avviato lungo il corridoio con un sorrisetto soddisfatto.
Nel salone era stata servita la cena e Roose Bolton li attendeva. Quel primo giorno tanto denso di avvenimenti si avviava al termine… non è incredibile come vola il tempo quando ci si diverte?
 
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