La Maschera di Snivellus

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Astry
view post Posted on 1/3/2010, 19:57






Questo post era stato scritto e pubblicato in altra sede, ma, visto che era soprattutto dedicato alla mia Niky, ho pensato di pubblicarlo anche qui.



Dunque, mi ero accorta, che si tende spesso ad identificare Severus Snivellus solo con il Severus giovane, il Severus dei tempi della scuola.
Per me non è così, evidentemente il concetto non l’ho mai spiegato chiaramente. Il termine “acciughino” che ci piace tanto si riferisce al suo aspetto fisico, ma l’appellativo di Snivellus, per me, non indica affatto la sua età anagrafica.
Credo di conoscere il pensiero di Niky, infatti, spesso, sia io che lei ci siamo ritrovate a discutere sul Severus adulto e vi abbiamo riconosciuto Snivellus senza alcuna difficoltà.



Il concetto di Severus Snivellus per me è qualcosa di molto più complicato. Non esiste un Severus ragazzino e un Severus adulto, ma esiste un ragazzino che è diventato adulto portandosi appresso tutte le sue esperienze che ne hanno formato il carattere.
In questo sono abbastanza d’accordo con Alan Rickman quando dice che Piton è una persona insicura. In realtà il suo lato Snivellus è sempre presente in qualsiasi sua azione anche da adulto.
Ahimè, non vorrei doverlo fare, ma devo proprio dire di parlare per esperienza personale.
Cosa resta ad una persona che ha un passato da Snivellus? L’odio, certo, la rabbia verso chi ci ha fatto del male. Una rabbia quasi infantile e questa in Severus c’è, basta vedere come si comporta con Sirius. Ma rimane anche qualcos’altro: la convinzione di non poter comunque essere accettato, di avere qualcosa per cui le persone non potranno mai essere sincere con te. Severus non accetta l’amicizia dei suoi colleghi, e si stupisce dei complimenti di Silente. Quando il preside gli dice che lui è molto più coraggioso di Karkaroff sembra quasi non credere a quello che sente.
Per citare : “No” convenne Silente. “sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo smistamento avvenga troppo presto…” Si allontanò, lasciando Piton basito.
Il punto non è che Piton non conosce le sue doti, anzi lui sa di essere un bravo mago, ci tiene all’ordine di Merlino, sa anche di non essere un codardo e ci tiene al riconoscimento altrui, eppure è sicuro che nessuno mai potrà apprezzare la parte migliore di lui. Nessuno ha saputo vederla e quindi lui la nasconde per non restare deluso. Fa promettere a Silente di non rivelare mai quella parte perché è più facile essere disprezzato mostrando il suo peggio e sapendo di non essersi mai scoperto, piuttosto che mostrare la sua vera anima e vederla calpestare.
Credo che fosse questa l’insicurezza alla quale si riferiva Rickman. Piton non è una persona debole, ma non lo era nemmeno da ragazzo. Lui era forte e orgoglioso. Reagiva alle umiliazioni con la rabbia di un animale ferito. Senza mai cedere anche quando sapeva di non poter vincere, quando erano in quattro contro uno.
C’è tanto Snivellus nel Piton adulto, c’è il ragazzo innamorato che piange su una fotografia, c’è quello arrabbiato che si prende la sua piccola rivincita personale rivelando la condizione di Lupin, rompendo una promessa fatta molti anni prima. C’è l’uomo freddo e distaccato che dedica la vita alla sua missione senza aspettarsi ringraziamenti. Ma, mentre finge di non aver bisogno dell’apprezzamento e dell’amicizia altrui, è geloso del rapporto fra Silente e Harry: “Ti fidi di lui… e non di me”. Quanto Snivellus c’è in questa frase. A me riporta alla memoria altre parole, altre frasi, quelle dette con la cattiveria di cui solo i bambini sono capaci: “Tu non puoi sapere, tu non puoi giocare, tu non puoi partecipare…” Seguite da appellativi vari non molto diversi da Snivellus.
E poi quando Silente gli rivela le sue intenzioni e Piton si rende conto che Harry dovrà essere sacrificato, reagisce di nuovo come Snivellus, “Mi hai usato”.
In realtà quello che viene usato è il suo amore per Lily. La parte di lui che nessuno conosce tranne Silente. La sua debolezza in un certo senso, che è poi la “ragione di ferro” che tutti cercavamo.
Forse Severus aveva sperato veramente nell’affetto di Silente, e per l’ennesima volta scopre a sue spese quanto può essere doloroso sentirsi tradito da un amico, o un padre. Scopre di essere solo una pedina, gli resta solo la missione e la porta a termine senza cercare più nulla per sé fino a quell’ultimo sguardo.
Tirando le conclusioni, per me non esiste Severus adulto senza Snivellus, ed è proprio la sua parte di ragazzo rifiutato che crea la Maschera che tutti conosciamo.




Edited by Aliseia - 10/3/2010, 23:46
 
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Aliseia
view post Posted on 7/3/2010, 15:33




C’è un motivo per cui il bellissimo post di Astry mi commuove.
E non è l’eterno dilemma tra Severus e Snivellus.
È un dilemma che conosco bene, e che non mi ha mai creato problemi, perché anche io come voi intravedo Snivellus - acido, tenero, riluttante e chiuso in sé stesso – in quelle piccole cose che qualcuno reputa le malefatte del Severus adulto.
Nel suo accanirsi contro i Grifondoro e gli ex Malandrini. Nella sua incapacità di gestire il rapporto con un ragazzino.
Nel livore, nell’invidia, nel suo essere inguaribilmente infantile.
Così come in Snivellus ammiro il Severus adulto. Coraggioso, glaciale, pronto nelle reazioni.
Ci sono diversi momenti che segnano tappe importanti nel mio amore per Severus.
E in essi si alternano Severus e Snivellus senza soluzione di continuità.
Nei films è la scena in cui protegge i ragazzi dal Lupo. L’uomo.
Nei libri è l’incontro notturno con il falso Moody, quello in cui si stringe convulsamente il braccio, aggrappandosi alla propria colpa e rivendicando la fiducia che Silente ripone in lui. Il ragazzo e l’uomo nello stesso tempo.
Il momento in cui accetta la missione affidata da Silente “Sei pronto?” “Lo sono”. L’uomo, ancora.
Ma anche quel piccolo gesto di buttare i libri a terra per affrontare, da solo, i Malandrini.
Ho pensato, per un attimo, che sarebbe scappato, e che quello fosse solo un modo per liberasi della zavorra, durante la fuga.
Sarebbe stato perfettamente legittimo, e io non avrei avuto nulla da rimproverargli. Anzi.
Ma lui no. Lui voleva affrontarli senza scappare. Quanto dell’uomo testardo e inflessibile c’era già nel ragazzo.

Ma, tornando a me, non è il dilemma che mi commuove.
Ho polemizzato all’infinito per difendere Snivellus dai suoi detrattori, fin quasi ad arrivare alla lite.
Ma ho protestato, di fronte a chi insinuava un interesse personale: “E’ una questione di principio! Io non ho conosciuto i bulli, non sto parlando di me!”
E poi, come in uno psico-dramma, ho scoperto che non era vero.
Non era il bullismo violento che mi tormentava, non l’ho mai conosciuto, ma quella sottile, strisciante capacità di emarginare. Quella che i bambini hanno, con una crudeltà appena un po’ più dichiarata, più visibile,di quella degli adulti.
Quella che Astry ha riassunto molto bene così: “Tu non puoi sapere, tu non puoi giocare, tu non puoi partecipare…”
Ecco: quella io me la ricordo bene.
Ed è un bene, perché ricordare vuol dire sistemare nel tempo, ridimensionare, e togliere a quei ricordi il loro potere.
 
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Astry
view post Posted on 7/3/2010, 15:37




CITAZIONE (Aliseia @ 7/3/2010, 15:33)
Non era il bullismo violento che mi tormentava, non l’ho mai conosciuto, ma quella sottile, strisciante capacità di emarginare. Quella che i bambini hanno, con una crudeltà appena un po’ più dichiarata, più visibile,di quella degli adulti.
Quella che Astry ha riassunto molto bene così: “Tu non puoi sapere, tu non puoi giocare, tu non puoi partecipare…”
Ecco: quella io me la ricordo bene.
Ed è un bene, perché ricordare vuol dire sistemare nel tempo, ridimensionare, e togliere a quei ricordi il loro potere.

Sì, alla fine c'è sempre qualcosa di personale, una rabbia sottile che rimane in chi è stato "escluso" per un motivo o per l'altro. Non serve arrivare agli estremi, alle botte (io ho preso anche quelle,per la verità, ma come Snivellus ho gettato i miei libri in terra e ho anche tentato di darle). Quello che ti resta dentro è proprio la sensazione di essere diverso, inadeguato. Un'idea che ti spinge a chiedereti, ogni volta che qualcuno si avvicina, ti fa una confidenza o si fida di te, perchè lo fa? Io non ero quello che non poteva giocare, sapere, quello che non meritava la fiducia del gruppo? E poi ti dici: questa persona dev'essere proprio messa male per ricorrere a me e non ai cento amici che dovrebbero venire prima di me nella scala delle amicizie.

 
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Nykyo
view post Posted on 8/3/2010, 21:37




Snivellus!
Odio e amo quel nomignolo.

Lo odio perché è cattivo e del tutto ingiusto (se c'è qualcosa che Severus non fa mai è piangere. Ed è questo che quasi sempre fanno i bulli, no? Convincerti di essere peggio di come sei in realtà).
Lo amo perché Severus riesce a farne un distintivo di dignità e diversità e perché è capace di portare a testa alta anche il vessillo di questa particolare ingiustizia.
Lo odio perché è il modo del Sirius canonico di prendere le distanze da chi forse potrebbe capire certi suoi disagi molto meglio del suo "normale e beneamato figlio unico" amico James.
Lo amo, nel fandom e nella Malevolence, perché non c'è riscatto più forte che sentire tutte quelle S scivolare fuori dalle labbra di Sirius con un desiderio, una voglia di appartenenza e possesso e uno struggimento che nessuna finzione di disprezzo è in grado di cancellare.

"Perché lasci che i tuoi amici mi chiamino ancora con quel nomignolo orribile?" chiedeva una volta il mio Severus a Sirius e la risposta era un capolavoro di rivincita per Snivellus: "Perché voglio essere il solo che ti chiama Severus!"

Odio il nomignolo Snivellus perché è la crudeltà più vigliacca alla quale i Malandrini l'abbiano sottoposto (insieme al fatto di averlo costretto a perdere Lily), è la negazione della sua profondissima e fiera dignità.
Lo amo perché dimostra che in fondo i Malandrini avevano capito che quella orgogliosa dignità c'era ed era incrollabile, se no non ci sarebbe stato bisogno di cercare di minarla.

Ed è certo per me che Severus sia sempre anche Snivellus e viceversa, come avete spiegato molto meglio di quanto non saprei fare io, se non scrivendo ff.
Severus adulto ha sempre dentro quella vocina stridule, il ragnetto, il giovane corvo, che lo stuzzica: non vali nulla, non sei abbastanza, sei sbagliato.

A parte le altre mille motivazioni che di fatto esistono, come poteva Snivellus non perdersi momentaneamente nelle tenebre quando si sentiva già buio dentro anche prima di conoscere i Malandrini e Voldemort, come poteva sperare di amare ed essere ricambiato quando non era mai stato amato abbastanza nemmeno dalla sua famiglia?

Snivellus era già lì anche prima del bullismo. Snivellus è l'ombra. Ma è anche la luce. Senza Snivellus di sicuro Severus non avrebbe i suoi infantili momenti di umanissima meschinità, non angarirebbe tanto il figlio del suo ex aguzzino, non maltratterebbe in quel modo lo sfortunatissimo Neville (dandomi sempre l'impressione di farlo anche per "insegnargli" a reagire. Come se pensasse: "Al diavolo, Paciock, incazzati, rispondimi, reagisci, non lasciarti sempre mettere sotto. Guarda come si finisce. Reagisci, Merlino santo!").
Però non avremo nemmeno il Severus eroico, se prima non ci fosse stato Snivellus, quello che come avete notato getta via i libri non per fuggire ma per lottare (sapete cosa mi ha sempre colpito di quella scena? La volontà di ferro di Severus. Non se ne parla mai ma c'è un particolare notevole: lo pietrificano e lui riesce a sbloccarsi da solo. Da solo. Non c'è riuscito Harry nemmeno morendo dal desiderio di salvare Silente. Ma Severus sì, forza dell'odio, rabbia, ok, ma che volontà di ferro!).
Severus sarebbe morto di crepacuore e rimorso (come di fatto fa almeno nell'animo, anche se mai del tutto) alla morte di Lily se non ci fosse stato Snivellus che era incapace di arrendersi perché a costo di odiare con i denti stretti non voleva ammettere di essere solo un perdente.
E in tutti quegli anni di "morte del cuore" in cui Severus si era spento è stato Snivellus a tenerlo vivo in mille modi. Col desiderio di vendetta, col rimorso, con quell'amore in eterno adolescente che non voleva finire, con il desiderio di fare ammenda, con le piccole sciocche vendette sui Grifondoro e su Remus e Sirius, con la paura di mostrarsi ma con ancora la voglia di essere amato, stimato, capito, assolto, e prima di ogni altra cosa accettatto.
E' in Snivellus che stanno le radici dell'Always e del Look at me, è Snivellus che odia Harry perché è figlio di James, ma lo ama non tanto e non solo perché è figlio di Lily, quanto perché lo riconosce come proprio simile.
"Di chi era il cane?"
Snivellus ha riconosciuto Snivellus.
Non può ammetterlo ma ha capito Harry.
Snivellus è ingenuo, malgrado tutto, come ogni ragazzino, quindi non sa smettere di sperare, anche se non ha più nemmeno il coraggio di dirsi in cosa, e quindi spera a dispetto di quel Severus adulto che lo imprigiona fingendosi di ghiaccio.

Snivellus è Severus. Severus è Snivellus.

E io li amo tantissimo entrambi!
 
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Aliseia
view post Posted on 10/3/2010, 23:46




Eh, Astry, noi siamo fortunate, ad aver visto la scena (tante volte) con gli occhi di Snivellus.
A testa alta, con orgoglio e fuori dal coro.
Pensa a quelli che sono Peter o Remus.
A quelli che schiumano invidia nell’ombra, ostentando invece in pubblico il loro appoggio.
A quelli che rinunciano a dire la loro, perché hanno paura.

E, Ny, non credo di poter spiegare quanto il tuo splendido post mi abbia incantata.
Riesco solo a catturare e fermare qualche impressione qua e là.
Quelle S che scivolano dalle labbra di Sirius, come se ansimasse, come se gli mancasse il fiato.
Quel suo bisogno, nel canon, di rimpicciolire, di ridimensionare Severus.
Perché altrimenti lo dovrebbe ammirare (ed è quello che fanno spesso i bulli. Riducono ciò che temono, ciò che li mette in soggezione).
Quell’amore per Lily che è e sempre sarà un amore adolescente (il silenzio sui propri sentimenti. Il pianto segreto sopra una fotografia).
E poi quella frase, che hai ricordato, e che mi fa impazzire.
“Di chi era il cane?”
Severus ha appena visto i ricordi di Harry. Quelli peggiori. Lo riconosce affine, simile a sé. E magari vorrebbe chiedergli cos’era accaduto prima, cosa sarebbe accaduto dopo, in quella scena del cane. E come al solito non sa verbalizzare, non sa esprimere quell’empatia che eppure prova. E finisce per essere irritante. “Di chi era il cane?”.
Io lo trovo meraviglioso. :wub:
 
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sara.winky
view post Posted on 26/8/2011, 13:24




Io amo e mi identifico con Snivellus. Perchè ho ritrovato la stessa mia rabbia,lo stesso mio orgoglio,la mia stessa dignità.
Essere soprafatti da adolescenti rende più forti in futuro.più tenaci,più prudenti,più orgogliosi.
E questo ci aiuta anche in futuro come nell' esempio del Severus adulto,infatile e coraggioso al tempo stesso.
Avete già detto tutto voi,aggiungerò solo che nella crescita dopo l' adolescenza questo aspetto traspare e salva.
Io sono stata umiliata,sfruttata,ignorata. proprio come Snivellus.
Ed adesso in me c'è una parte di esso che mi aiuta nella mia vita dopo.
Perchè hai bisogno di questa parte fondamentale per tirar fuori le unghie,per sperare, per ribellarti ad altre umiliazioni,per avere la forza di reagire.
 
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Astry
view post Posted on 3/9/2011, 21:50




CITAZIONE (sara.winky @ 26/8/2011, 14:24) 
Io sono stata umiliata,sfruttata,ignorata. proprio come Snivellus.

Snivellus è stato la nostra rivincita.
 
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Camelia.
view post Posted on 24/6/2013, 00:55




Questa discussione ha fatto esplodere una miriade di pensieri nella mia testa.
Vorrei quotare a ripetizione le vostre analisi, le frasi che avete scritto e che in qualche modo razionalizzano delle idee che avevo ma che erano confuse.

Leggere questo topic ha un che di terapeutico, mi fa vedere le cose con più ordine e quindi cercherò di essere ordinata pure io nel rispondere.

Non avevo mai pensato alla dicotomia Severus/Snivellus, forse perché per me -anche se inconsciamente- erano la stessa cosa. Credo che Severus e Sirius siano due personaggi molto diversi ma con una caratteristica in comune: una mancata crescita, o meglio una mancata elaborazione del proprio dolore. Per l'uno è stata la cronica mancanza d'amore e il bullismo subìto a scuola, per l'altro i 12 anni imprigionato con l'accusa infamante di aver tradito il suo amico/fratello.
Il risultato è che entrambi sono adulti incompleti.

Avete ben colto i comportamenti di Severus in relazione a Silente, Sirius, Harry ("Di chi era il cane?", magnifica osservazione Nykyo!) e Lupin. In una ff che sto scrivendo ho immaginato il piccolo Severus infastidito dall'aria dimessa del piccolo Lupin, perché -a livello inconscio- riconosce in quel ragazzino riservato il suo stesso dolore e ne prova disprezzo.
Forse perché non è capace di empatia a livello razionale. Cioè, istintivamente è in grado di provarla, ma la sua corazza difensiva è talmente spessa da soffocare ogni emozione.

Spesso mi dico che leggendo la saga di Harry Potter ci ho trovato me stessa.
Nei comportamenti, nelle parole, nelle scelte e negli errori di alcuni personaggi, Severus in particolare: mi ci sono riconosciuta e quelle parole scritte mi hanno fatto pensare, mi hanno fatto riflettere sul mio passato.

Anche io ho avuto il mio James, intelligente e brillante ma capace di ferire per il gusto di farlo. Una persona che ora è probabilmente cambiata, si è sposata, ha un ottimo lavoro, è perfettamente realizzata. Ha "messo la testa a posto" insomma e il rischio per me ora è quello di provare invidia e rancore. "Comodo fare gli stronzi e poi mettere la testa a posto", penso.
E non vorrei pensarlo, so di non aver ancora superato né le sue cattiverie (sì, quelle striscianti e così poco visibili), né quelle di qualche altro Malandrino. Lo so e mi rompe da morire, perché bisogna chiudere i conti con queste autentiche zavorre psicologiche e proiettarsi nel futuro della propria vita.
Leggere la storia di Severus mi aiuta molto. Leggere questo topic mi farà addormentare tardi stanotte :)

Il personaggio di Severus mi ha attirata subito per queste ragioni, per questa sorta di "auto-riconoscimento". Nei primi libri non era manifesto, ma per quanto stronzo, il professor Piton aveva già qualcosa di indefinito che non ne faceva un bastardo e basta.
E quando tutto è stato chiaro, l'empatia verso il personaggio è stata talmente forte che leggendo Il Principe Mezzosangue non vedevo l'ora di trovare una scena con lui o un duello verbale con Harry.
Quando Severus uccide Silente ho dovuto leggere 3 volte quell' "Avada Kedavra!" prima di dover accettare che sì, dio mio, la Rowling l'aveva davvero scritto!
Non ci volevo credere, è stato bruttissimo. Per qualche minuto non sono riuscita ad andare oltre nella lettura, il mio cervello rifiutava ciò che gli occhi avevano letto.

Eppure, anche allora, non sono riuscita ad odiare Severus/Snivellus. Quel qualcosa latente c'era ancora, fortissimo, prepotente.
Forse perché, tra le righe della saga, il dolore di Piton era ed è il dolore di tutti gli Snivellus del mondo (e il capitolo 33 dell'ultimo libro ci ha dato ragione).

Quell’uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.

(La Capra, Umberto Saba - a mio avviso la poesia più bella e struggente del mondo)


Grazie ancora a tutte per quanto avete scritto.
 
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Nykyo
view post Posted on 24/6/2013, 09:16




Grazie a te per averci detto la tua in modo così aperto malgrado i tanti punti dolenti della tua immedesimazione.
Ciascuna di noi, a modo suo, è stata un po' Snivellus, quindi ti capiamo.

Quanto al non poter odiare Severus neanche dopo quell'avada, beh se c'è un momento in cui, personalmente, ho amato Severus con quel tipo di amore feroce che è l'amore protettivo è stato quello. Severus uccide se stesso, uccide il proprio cuore, con quell'Avada. Silente muore fisicamente, ma è Severus quello che muore dentro e rimane vivo per soffrire.
E il settimo libro ce lo conferma: "Solo quelli che non sono riuscito a salvare".

PS: la poesia è davvero bellissima.
 
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Camelia.
view post Posted on 24/6/2013, 11:57




Sai, per un mio amico che non ha tempo di leggere ho letto gli ultimi 4 libri della saga. E le parti più difficili sono sempre state quelle in cui Piton parlava, in un crescendo di difficoltà fino al capitolo 33 del 7° libro. Avevo l'ansia di rendere al meglio il personaggio così come lo sentivo dentro di me e mi sembrava sempre di non riuscire a rendere con la voce quello che doveva essere il dolore e lo strazio represso di Severus.
E' un personaggio bellissimo, non è un caso che qualche anno fa, quando è stato fatto un sondaggio su quale fosse il personaggio più gradito della serie, sia stato Severus a trionfare!
 
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Nykyo
view post Posted on 24/6/2013, 14:00




Che cosa bellissima da fare per un amico :)
 
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Camelia.
view post Posted on 24/6/2013, 21:46




Ci sono stata costretta, voleva accontentarsi degli audiolibri letti -ORRORE- da una voce elettronica e mi sono sentita rivoltare dentro :Sev2: "Ah no" gli ho detto "adesso che la storia entra nel vivo, ma sei pazzo?! Piuttosto te li leggo io!!!"

Sarebbe stato un sacrilegio.
 
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Nykyo
view post Posted on 24/6/2013, 21:50




Ma poi io rammento un audiolibro in cui i Malfoy erano chiamati con la pronuncia alla francese: Malfuà. Non di poteva sentire! XDDDD
 
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Camelia.
view post Posted on 24/6/2013, 22:08




Io ho i primi due dove il lettore (che pure è bravo) dice purtroppo "Pàiton" e "Pàciock"
 
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Nykyo
view post Posted on 24/6/2013, 22:11




Brrrrrr... ma che pronuncia è???
 
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14 replies since 1/3/2010, 19:57   331 views
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