Il mio regalino di Natale è una ricetta, anzi è molto più di questo per me.
E' un ricordo, è qualcosa che non mangerò quest'anno e probabilmente nemmeno negli anni che verranno.
E' una storia un po' dolce è un po' triste, ma Natale è fatto anche di queste cose.
I cagionetti sono un dolce Natalizio molto usato dalle mie parti, e a casa mia li faceva mia nonna. Per me i suoi cagionetti erano i migliori di tutto il teramano.
Non ho mai imparato a farli, anche se il segreto dei cagionetti di Nonna Elisa avrebbe dovuto essere una sorta di eredità per me. Ma io sono sempre stata un disastro in cucina, anche se aiutavo nella preparazione (più che altro facevo manovalanza grattuggiando la cioccolata).
I cagionetti sono stati qualcosa di più. Non ho mai voluto chiedere a mia nonna di darmi la ricetta, non l'ho fatto prima e non sono riuscita a trovare il coraggio di dirle di dettarmela quando lei ormai non aveva più la forza di farli. Per me era come se le chiedessi di scrivere il testamento. Ho preferito non conoscere la ricetta per scaramanzia. Forse è stato sciocco, si, una sciocca fantasia credere che mia nonna sarebbe vissuta, finchè non avesse lasciato a me il suo segreto.
Ora quel segreto è volato via con lei.
Questa ricetta l'ho trovata su internet e l'ho modificata un po' basandomi sulla mia memoria. Non sarà la ricetta speciaole di nonna ma è quanto di più somigliante ho trovato.
Magari qualcuna di voi, più esperta ai fornelli saprà ricreare questa magia.
I cagionetti o calgionetti, in dialetto locale anche “caggiunitt’”, sono tra i più diffusi e noti dolci tipici abruzzesi originari della zona del teramano. Si presentano con una forma simile ai ravioli, dorati in superficie, con una massa un po’ friabile e un ripieno che può variare da zona a zona. Preparati in inverno e particolarmente nel periodo natalizio, prevedono un ripieno composto da un impasto di castagne, zucchero, cioccolato fondente grattugiato (moooolto cioccolato ), mandorle tostate e macinate, rum, bucce di limone grattato e cannella. Molto diffuse anche altre due varianti di ripieno, che utilizzano i ceci o la classica marmellata di uva, anche detta “scrucchiata” (altamente sconsigliati dalla sottoscritta, per la quale, questi sono solo una pallida imitazione dei veri, unici cagionetti di castagne, una brutta copia, insomma).
Nella ricetta tradizionale, si sgusciano le castagne, che vengono lessate e passate, quindi si aggiungono lo zucchero, il cioccolato, le mandorle, il rum, la buccia di limone grattugiata, la cannella e si fa amalgamare il tutto. Si lascia riposare l’impasto per una giornata. Il giorno dopo si prepara la massa con un bicchiere di vino bianco (non ricordo se nonna ce lo metteva), uno d’acqua e uno di olio extravergine di oliva. A massa ottenuta, se ne ricava una sfoglia molto sottile (quella di nonna era un velo e lei la faceva col mattarello) subito ritagliata in piccoli fazzoletti che, farciti col ripieno, vengono chiusi in forma di ravioli e fritti in abbondante olio extravergine di oliva. In alternativa, la cottura può avvenire anche al forno.
Il tutto poi va spolverato con zucchero misto a cannella in polvere.
Buon Natale e Buon Appetito!
#3 21:50, 25 dicembre, 2009
Un abbraccio strizzoso per Elga!
Non sono molto brava a cucinare, ma la giro a mia sorella che è più capace di me e ti farò sapere!
Ary64
Edited by Astry - 19/3/2010, 10:42
