Praga...magie e alchimie gotiche!

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view post Posted on 2/3/2010, 17:12
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Praga,

Magie e Alchimie gotiche





"Ci passeggiate dentro come un libro illustrato e, tra titoli di poesie, vi rivela mondi lontani, secoli passati (…).
Praga è un caleidoscopio: ruotatelo davanti agli occhi e si alterneranno residenze reali, luridi giacigli, giardini pensili, acque incantate, isole felici, baldacchini in malachite, gradinate verso i cieli e nere discese agli inferi.
Capite? Praga è una visione, un sogno, un incanto".

(Frantisek Langer - "Leggende praghesi")



Quando penso a Praga, e chi come me c’è stato quando ancora l’occidente non l’aveva contaminata lo potrebbe confermare, ho in mente una città dagli antichi saperi, ricca di strade poco illuminate, di vie poco battute. Una città piena di leggende, crocevia di storie e miti millenari, custoditi da vecchi, la cui sapienza è ricca di segreti indicibili.
Praga è gotica, surreale, irreale, culla di tutte le scienze che si rincorrono e fondono, filosofica, ermetica e profetica.
Racconta una leggenda che fu fondata nel 752 d. C. dalla regina Libussa, strega e veggente, che faceva predizioni stando su una soglia, cioè "prah", parola che diede origine al nome Praha, per noi Praga.
Praga è Magica, considerata tale già ai tempi del regno dell'imperatore Rodolfo II che, divenuto re di Boemia nel 1576 alla morte del padre, trascurò gli affari di stato per occuparsi della sua sterminata e costosissima collezione di oggetti curiosi, quadri, cavalli e opere di magia, di cui fu un ardente sostenitore.
Alla sua corte furono ospitati noti sapienti, artisti, alchimisti, cabalisti e maghi dell'epoca, tra cui Keplero, l'astrologo Tycho Brahe ed anche il pittore milanese Giuseppe Arcimboldi, che per lui dipinse stupendi quadri allegorici e metafisici.
Si fermò nel suo palazzo anche Michael Sendivogius, un alchimista polacco che, sempre secondo la leggenda, avendo liberato dalla prigionia un altro alchimista, lo scozzese Alexander Seton, per riconoscenza, ebbe in dono da lui la Pietra Filosofale.

Moltissime sono le leggende di cui è permeata, quasi che ogni casa e ogni pietra abbiano qualcosa da raccontare. Leggende, luoghi misteriosi e personaggi fantastici che sono le guide alternative per la città. Bisogna quasi viverla ad un altro livello, perché tutto quello che abbiamo intorno, ha sempre un significato nascosto, più profondo...

Passeggiare per Praga è un viaggio nel passato fatto di saliscendi: un continuo salto dai fatti storici a quelli tramandati, dalla cronaca alla tradizione popolare, dalla scienza alla leggenda. Praticamente ogni pietra ed ogni casa della città, protegge il suo mistero, custodisce la sua leggenda.
Raccontarle tutte sarebbe impossibile. Narrano di re, regine e cavalieri, ma anche di monaci, gente comune, spose e monelli. E naturalmente di maghi, strane creature, geni, ninfe e spiritelli… Tramandano storie d’amore, regalano perle di saggezza e lanciano moniti ma per lo più stuzzicano la fantasia con note tra il macabro e il grottesco: il templare senza testa, il monaco che invece la testa la portava sotto braccio, lo scheletro che nel cranio aveva un chiodo, il boia con la spada, mani mozzate, Faust che aveva venduto l’anima al diavolo…ma basta girare l’angolo ed è girata anche la pagina. Ecco tornare toni fiabeschi, con storie dolci o melanconiche ma pur sempre avvincenti di culle d’oro, monete nello straccio, pesci d’argento, tesori nascosti o dimenticati, lampade miracolose, scarpette di mollica, eroi coraggiosi, e pegni d’amore…
Cronaca e invenzione, condanna e speranza, tinte cupe e pennellate rosa si mescolano sulle facciate, sul selciato, nei cortili e nei sotterranei dell’intera capitale, quartiere dopo quartiere.
Ovunque si rintracciano leggende antiche che non di rado si dipanano però da episodi di storia documentata, anche cruenti. E che quasi sempre spiegano l’origine dei grandi monumenti cittadini, o comunque dei loro nomi. Ecco allora qualche tappa imperdibile per una passeggiata nel tempo, tra sogno e realtà.

Facciamo un giro insieme e partiamo dalla parte più alta della città, il punto dove Praga è nata…

Il CASTELLO HRAD E LA CATTEDRALE DI SAN VITO



Il Castello offre dall’altura di Hradcany un colpo d’occhio sui tetti e le torri della città e fotografa il profilo tagliente della Praga gotica con le guglie gemelle e il campanile della Cattedrale di San Vito, sublime e maestoso scrigno in stile gotico e simbolo spirituale della nazione La struttura di questo variegato apparato monumentale, attorno al quale la stessa Praga è nata e cresciuta, è stata nei secoli ritoccata e costantemente arricchita.
La Cattedrale custodisce la cappella di San Venceslao, il tesoro reale e il mausoleo imperiale per una carrellata di arte e magnificenza, leggende e memorie di re, santi e imperatori. Sempre all’interno del Castello, vera città nella città, si trova il Vicolo d’Oro.
Il Vicolo d'Oro (Zlata ulicka) rappresenta senza dubbio uno dei fulcri turistici di Praga: questa stradina dalle minuscole casette colorate, è riuscita a circondarsi di un fitto alone di mistero. Gran parte dell’arcana ambiguità della splendida città mitteleuropea, emana proprio da qui.
Secondo la tradizione, in questa stradina e nella poco distante Torre Mihulka lavorarono gli alchimisti di Rodolfo II e fu proprio agli alchimisti (in particolare agli inglesi Kelley e Dee) che il re chiese di placare la sua enorme sete di superstizione. Al numero 22 del Vicolo dell’Oro abitò per un certo periodo Franz Kafka, il narratore forse più significativo della Praga ombrosa e inquietante.

Da Hradcany si scende a Mala Strana…

MALA STRANA



In ceco Malà Strana significa "Parte Piccola" ed è il nome con cui venne identificata questa parte della città quando nel 1300 gli abitanti si trasferirono a Nove Mesto, la Città Nuova. Le guerre Hussite e il grande incendio del 1541 distrussero la vecchia Mala Strana. Solo dopo questi eventi, quando arrivarono artisti e architetti italiani, il quartiere cominciò ad assumere l'aspetto barocco e rinascimentale che ancora oggi conserva. Da allora Malà Strana è vissuta in una sorta di immobilità che l'ha resa come fuori dal tempo. Non ci sono auto e di sera il quartiere assume un aspetto magico, quasi irreale, dove risuona l’eco di Templari e Gesuiti in una struggente alchimia di atmosfere barocche e dove domina la chiesa di San Nicola che, svetta tra i tetti delle case con la sua cupola verderame.

E scendendo, scendendo arriviamo a Karlûv Most…

IL PONTE CARLO



Magnifico esempio di architettura gotica, Karluv Most, un tempo palco per le condanne dei traditori, è oggi la più romantica passeggiata sulla Moldova. Vera e propria galleria d’arte all’aria aperta, capolavoro metaforico e letterale di impianto medievale intriso di arcani, miti e leggende. Non ultima, la scelta ad arte del momento più propizio per la sua costruzione: l’imperatore Carlo IV pose la prima simbolica pietra il 9 luglio 1357 alle ore 5 e 31 minuti, durante la congiunzione del Sole con il pianeta Saturno, considerata il momento più favorevole dell’anno per l’inizio di qualsiasi attività. Il momento della posa della prima pietra del ponte Carlo venne stabilito dai maggiori astrologi dell’epoca ed è un numero bifronte composto dalle cifre dispari: 1-3-5-7-9-7-5-3-1 (anno-giorno-mese-ora).
Il celebre Ponte Carlo seppe resistere alle numerose inondazioni della Moldava ma quando il sacerdote Giovanni Nepomuceno (*) fu gettato nel fiume, proprio in quel punto crollò l’intera arcata. Inutili i ripetuti tentativi di ricostruirlo: l’opera dei muratori la notte crollava di nuovo. Un costruttore però si incaponì e, dopo una serie di fallimenti, scese a patti col diavolo promettendogli la vita di colui che per primo avesse attraversato il nuovo ponte.
Per risparmiare un’anima innocente, però, pensò di ingannare il demonio liberando, all’alba del giorno dell’inaugurazione, un gallo all’imbocco del ponte. Ma il diavolo fu più furbo: si finse muratore, si precipitò dalla moglie del costruttore e le disse di correre al ponte perché a suo marito era capitato un brutto incidente. Il costruttore non poté fermarla e la notte stessa la poveretta morì insieme al bambino che portava in grembo. Pare che l’anima del piccolo abbia volteggiato a lungo sopra il ponte, emettendo starnuti, a causa dell’umidità, che i passanti riuscivano a udire.
Finché un giorno d’istinto qualcuno gli rispose “Salute!” e inconsapevolmente liberò la giovane anima, che poté finalmente volare in cielo.
(*)San Giovanni Nepomuceto, visse nel '300 alla corte di Venceslao IV, e si dice che fu fatto uccidere dal sovrano per essersi rifiutato di svelare i segreti di confessione di sua moglie. E' sepolto nel Duomo di San Vito, e una sua statua è sul Ponte, da cui venne gettato nel fiume. In quel punto esatto sul parapetto si trova una croce d'oro, toccando la quale si avverano i desideri.

Un’altra storia racconta che le statue del ponte sarebbero dei "protettori di pietra" (dal titolo dell'omonimo racconto di F. Langer), e proteggerebbero i neonati dell'isola di Kampa,
adiacente al ponte, detta l’isola dei Templari con il suo ruscello del diavolo (Certovka) che la separa dalla terraferma, accompagnandoli per tutta la vita, questo in cambio delle cure ricevute per la loro conservazione. L’Isola di Kampa, offre scorci tra i più suggestivi di Praga, qui si trova, ai margini della Moldava, l'ultimo sopravvissuto di una stirpe di mulini ad acqua, attività sulla quale si basava una volta la vita dell'isola.
Frantisek Langer nelle "Leggende praghesi", racconta la storia della spada di San Venceslao che, infissa nelle mura del ponte, proteggeva la città. Se vi fosse stata un'invasione San Venceslao l'avrebbe brandita, decapitando tutti i nemici con un semplice grido. Ma dei bambini se ne impossessarono, e da allora è introvabile. Per questo si dice che i bambini hanno in mano il futuro del paese.

I Vodnik del Ponte Carlo

Il Vodnik è una creatura fantastica ricorrente nel folklore boemo. Viene descritto come una sorta di folletto e raffigurato abitualmente con i colori rosso e verde. Porta un cappello a tuba e una marsina con il lembo sinistro gocciolante. Si tratta di una creatura acquatica, il cui compito è quello di raccogliere le anime degli annegati nella Moldava e custodirle in piccole ampolle di vetro depositate sul fondo del fiume. Può restare fuori dall'acqua solo per brevi periodi; quando il lembo della sua marsina smette di gocciolare deve ritornare al più presto nel suo elemento. Il carattere del Vodnik varia nelle diverse versioni della leggenda. In alcuni casi appare come una creatura bonaria, una sorta di vecchio saggio, che ama intrattenersi nelle birrerie praghesi che sorgono in prossimità del fiume. In altri casi si presenta invece come un essere malvagio e diabolico, che attira i passanti - soprattutto le giovani fanciulle - sulle rive della Moldava per farle annegare. Lo scrittore František Langer racconta nelle sue Leggende praghesi che a Praga ne sarebbero esistiti tre: il signor Josef, il più importante, sarebbe vissuto in prossimità della quarta arcata del Ponte Carlo, il signor Pivoda e il signor Jindrich, in altre zone della Moldava.


Passato il Ponte Carlo, si arriva a Stare Mesto, la città vecchia…

STARE MESTO



La parte di Praga che cominciò ad essere popolata fu Stare Mesto, la Città Vecchia. Nel corso del XII secolo si stabilirono in questa zona della città italiani, ebrei, tedeschi, borgognoni che occuparono lo spazio della Staromestskè Namesti, Piazza della Città Vecchia. I tedeschi vi fondano una chiesa dedicata a San Nicola, patrono dei mercanti. Da quel momento la piazza sarà il cuore della Città Vecchia, che diventerà municipio autonomo nel 1338.
La Staromestskè Namesti, alloggia la statua dedicata al riformista religioso Jan Hus, il municipio, la Casa Kriz, la Casa Mikes e la bellissima Casa del Minuto,
in origine edificio gotico poi ricostruito in epoca rinascimentale, decorata con graffiti ispirati a temi biblici e allegorie della Virtù e della Grande Opera alchemica.

TORRE DELL’OROLOGIO e Il maestro Hanuš



Verso la fine del XV secolo il municipio di Praga incaricò un mastro orologiaio di aggiungere all'Orologio Astronomico, alcuni meccanismi per farlo diventare il più bello d’Europa. Il maestro riuscì in un’opera così unica e preziosa che i consiglieri comunali decisero di accecarlo per evitare che facesse un’opera altrettanto bella in un’altra città. Il maestro morente chiese di poter ascoltare da vicino per l’ultima volta i meccanismi della sua creazione e con il suo assistente si arrampicò fino agli ingranaggi che muovevano l’orologio. Abbassò una leva e questo si fermò. In quel momento Hanuš morì e nessuno, per molto tempo, fu in grado di far funzionare i meccanismi, lasciando così Praga senza il suo orologio.
La torre dell'Orologio, alta 72 metri fu costruita nel 1364.

Al primo piano spicca la splendida cappella gotica di Petr Parler. L’orologio astronomico (Orloj) posto sulla torre del Municipio, è un po’ il simbolo della Praga esoterica, che tanto affascina e seduce l’immaginazione. Icona del passaggio del Tempo, avvolto in misteriose leggende, oggi rappresenta il punto centrale della piazza di Stare Mesto. Vi compaiono figure emblematiche come la Morte, il Turco, l’Avaro, il Vanitoso e i quattro elementi Fuoco, Terra, Aria e Acqua, le statue dei 12 apostoli, i segni zodiacali e 12 scene stagionali che elogiano la vita rurale boema.

IL QUARTIERE EBRAICO



Sempre nella Città Vecchia, si trova il vecchio quartiere ebraico che vide la sua fioritura alla fine del '500 durante il regno di Rodolfo II, grazie alla sua politica tollerante e illuminata. Dopo vicende di ogni genere fu "risanato", cioè definitivamente abbattuto a partire dal 1893, quando si diede inizio alla costruzione di quartieri più moderni secondo un piano urbanistico che ne avrebbe stravolto la struttura.
Nelle sue stradine strette, nei suoi sottopassaggi, nelle sue casupole, la fantasia popolare immaginò un'umanità misera ed emarginata, un'esistenza torbida spesso al limite della legge, presenze fantasmatiche ed esoteriche, che fornirono materiale agli scrittori. Un ambiente del genere diede adito a numerose leggende. Tra queste la presenza del Golem, che, nella versione di Meyrink, si aggirava per le sue strade spaventando gli abitanti e assumendo le forme più diverse.

Il Golem

E' la leggenda più nota, retaggio della Praga ebraica. Si tratta di un fantoccio d'argilla che, secondo quanto di racconta, sarebbe stato creato dal Rabbi Jehuda Löw bar Bezalel nel '500, per utilizzarlo come servo infaticabile e come difensore del popolo ebraico dai suoi persecutori. Il Rabbi, plasmando della semplice argilla, riusciva a rianimare il Golem scrivendogli sulla fronte la parola EMETH”, cioè “verità”, che in ebraico è sinonimo di Dio. Il venerdì sera, perché il sabato è festivo per gli ebrei e quindi non si lavora, il Rabbi cancellava dalla fronte del gigante la lettera E, lasciando intatto “METH”, che in ebraico significa “morte”, col risultato che il Golem si accasciava inanimato. Questa leggenda ricalca un principio della mistica ebraica, secondo cui il mondo e la vita sono emanazione del nome divino.

Il cimitero ebraico



Il Vecchio Cimitero Ebraico di Praga (in ceco Starý Židovský Hřbitov), fondato nel 1439, è uno dei monumenti storici più significativi dell'antico quartiere ebraico praghese nonché uno dei più celebri cimiteri ebraici d’Europa.
Durante l'occupazione nazista, il cimitero fu risparmiato: le autorità naziste decisero che sarebbe rimasto a testimonianza di un popolo estinto.
È stato per oltre 300 anni, a partire dal XV secolo, l'unico luogo dove gli ebrei di Praga potevano seppellire i loro morti. Le dimensioni attuali sono all'incirca quelle medievali e nel tempo si è sopperito alla mancanza di spazio sovrapponendo le tombe, perché il cimitero non poteva espandersi fuori dal perimetro esistente.
In alcuni punti si sono sovrapposti fino a 9 strati di diverse sepolture; le lapidi venivano staccate dal suolo, veniva ammonticchiata della terra per una nuova sepoltura, veniva rimessa la vecchia lapide e in più quella nuova a fianco. Non di tutti rimane una lapide.
La densità di lapidi tardogotiche, rinascimentali, barocche, l'una quasi contro l'altra, il silenzio del luogo e la scarsa illuminazione, le pietre sepolcrali sono quasi tutte all'ombra, oscurate dalle fronde degli alti sambuchi (sambuco? Non era il legno della bacchetta della Morte? ;) ) che crescono nel cimitero, creano un effetto unico con un'aura spettrale.
Chiaramente la tomba più visitata è quella di Rabbi Löw, dove i visitatori si fermano a pregare lasciando i tradizionali sassi, oltre a monete e biglietti che esprimono i loro desideri.



Sinagoga Vecchio-Nuova (v.foto sotto titolo paragrafo)
Nelle sue fondamenta vi sarebbero delle pietre provenienti dal Tempio di Gerusalemme, portate in volo dagli angeli.

CASA DI FAUST a Karlovo náměstí 40



In questa casa abitò il mago Edward Kelley che accompagnò a Praga l’alchimista John Dee, invitati entrambi alla corte di Rodolfo II.
Si dice che qui visse il Dottor Faust che, nella sua smania di provare sempre nuove esperienze, fece un patto con il diavolo vendendogli la propria anima. In cambio il diavolo esaudiva tutti i suoi desideri restituendogli perfino la giovinezza. Quando venne il momento di pagare il suo debito con il maligno, il Dottor Faust si accorse che il prezzo era troppo caro e cercò di opporsi, ma il diavolo lo afferrò e lo trascinò con sé passando per il soffitto. La casa rimase a lungo disabitata perché nessuno aveva il coraggio di andarci a vivere, fino a quando uno studente squattrinato decise di usarla come rifugio per la notte. La mattina dopo trovò vicino al letto una moneta d’argento e questo successe anche nei giorni seguenti fino a quando però la moneta d’argento non bastò più e lo studente cercò il modo di ottenerne una d’oro, attraverso lo studio dei libri di magia. Quando un giorno degli amici decisero di andare a trovarlo, videro la stanza tutta in disordine e un grande buco nel soffitto. Il loro amico era sparito…


E qui mi fermo, ma fidatevi, vale veramente un viaggio…



Aliseia
Ary
Aliseia
Ary
Earendil


Edited by Ary64 - 29/2/2012, 18:07
 
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Astry
view post Posted on 2/3/2010, 17:20




Grazie della bellissima gita. Mi è venuta una gran voglia di vedere quella magnifica città.

 
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