La Soglia, Visioni, sogni e letteratura del soprannaturale

« Older   Newer »
  Share  
Aliseia
view post Posted on 7/3/2010, 14:21 by: Aliseia




La Soglia



image



Ciò che mi interessa soprattutto della letteratura e del cinema del soprannaturale è la soglia, quel momento di passaggio tra una percezione quotidiana della realtà e l'evento straordinario.
Il lungo brivido che corre lungo la schiena quando avvertiamo che non tutto è come sembra, e “ci sono più cose in cielo e in terra...”
Per questa ragione, come spiegherò più avanti, preferisco di solito il racconto di spettri a quello di vampiri.
Perché i racconti di fantasmi possono aprire lo spiraglio verso un’altra dimensione, verso l’ignoto. Oltre l’umano.
Il Vampiro, in quanto ex-uomo, umano lo è fin troppo.
Tanto è vero che i racconti di spettri e fantasmi, in qualunque forma, sono quelli ancora capaci di farmi paura.
Ciò che troverò oltre quella soglia fantasmatica, mi stupirà e mi scuoterà come nessun umanissimo succhiasangue potrebbe mai, sovvertendo l'ordine stesso della mia ordinaria, prevedibile vita.
Ma...
C'è un ma.
Amo i vampiri come nessun altra creatura soprannaturale.
C'è una cosa che il più umano dei mostri, il vampiro, può vantare, ed è il completo dominio dei nostri sensi. Il vampiro ha un corpo, una voce riconoscibile: si può vedere e ascoltare e toccare.
Il vampiro è sensuale e ci turba.
Il vampiro è cinema: vapore colorato pronto a farsi carne, luce tangibile che svanirà di fronte all'ultima soglia.
L'aurora, l'annuncio del giorno.

Più in generale, se ne avrete voglia, questa sarà la sezione del soprannaturale e del perturbante, di quelle dimensioni fantastiche che ci spiazzano e ci trasportano altrove.
Letteratura, cinema, musica.
Una sezione di brividi imprevedibili e di emozioni indicibili, una soglia da attraversare in direzione ignota.
Le Cronache dei Vampiri

Non ho mai avuto paura dei Vampiri.
Casomai, come ogni tranquilla e rispettabile fanciulla e poi adulta signora (?), li ho amati.
Non ricordo quando cominciò.
Ricordo di aver sofferto l’eccessiva lunghezza del Dracula di Coppola (film che mi sono rivista qualche mese fa, domandandomi di continuo: ma insomma, allora ero scema? Come ho fatto a non innamorarmi SUBITO di lui?)
Ricordo l’eccitazione e il piacere de Intervista col Vampiro di Neil Jordan, quello sì.
Il film di Vampiri con il cast più sbagliato della storia, ma come si fa a non amarlo?
Poi potremmo disquisire del fatto che, sulla carta, non potevamo immaginare due attori meno adatti di Brad e Tom (per non parlare dell’ineffabile Antonio col parruccone).
Ma questa è la Magia del cinema, ragazze.
In quel film Tom, Top-Gun-Tom, l’insopportabile Tom-bravo-ragazzo-americano, funziona.
Funziona persino Brad Pitt!
Certo, essendo così bravi-ragazzi-americani-che-siccome-sono-intelligenti-ogni tanto-mettono-in discussione-la-loro-immagine, Brad e Tom non hanno il “marchio” del Vampiro.
Quello ce l’ha Gary Oldman. Lui si porta dentro luce e oscurità. L’ha fatto per anni, fino ad incontrare il personaggio che tale binomio l’aveva persino nel nome: Sirius Black.
Ma, in generale, datemi un attore, possibilmente inglese, un mantello nero e due sfavillanti canini, e io esclamerò: “Wow, è sexy!”
Perché, diciamolo piano, i film di vampiri non sono film dell’orrore. I film di Vampiri sono film erotici!
Ma non solo, è ovvio.
Sono, ancora di più, film su natura e umanità, istinto e controllo, cuore e cervello.
E l’eterno oscillare: colpa e redenzione.
Ecco perché l’ultima arrivata, Stephenie Meyer, non mi convince poi molto coi suoi vampiri “vegetariani”.
Ci sono tante altre cose da dire, e mi piaceva con questo aprire una specie di Club sull’argomento, che si allargasse anche ad altri argomenti del soprannaturale, e con quella libertà e fantasia e spericolato romanticismo che avevamo irrimediabilmente perso in un precedente, ben noto tentativo.
Comincio con qualche estratto dal mio livejournal, dal momento che Bride all’epoca voleva commentare senza poterlo fare.
Vi consegno dunque le chiavi di questo tenebroso, romantico regno, felice di condividere con voi un’eterna passione che ha in comune con HP attori e capacità trasversale di affascinare chiunque, indipendentemente da età e storia personale.





Ho attraversato gli Oceani del Tempo



image



Ho rivisto il Dracula di Coppola, dopo tanti anni.
La visione del film mi ha lasciata ancora una volta stordita. Confermo l’eccessiva lunghezza che gli rimproverai all’epoca.
Ma gli riconosco ora la malia, l'incanto, la sensualità dichiarata e non casuale.
E penso davvero che il Dracula di Gary Oldman sia il migliore di sempre (come ho potuto, allora, dire il contrario? Vergogna!)
Il più struggente, il più dolce, il più sexy.
Il più realistico.
Il film funziona doppiamente quando in scena c'è lui.
Ecco una grande favola barocca, sontuosa, ironica, volutamente artificiosa.
Keanu Reeves mi delizia con la sua presenza-assenza.
Hopkins, con il suo assurdo, volgare Van Helsing sopra le righe, sembra incarnare l'incredulità del regista.
Winona è un'irrequieta, tenera bambolina.
Fino a che non arriva lui.
Lui è quello che sembra crederci davvero.
Lui è Dracula.
Le sue lacrime sono vere.
Lui si arrabbia, si delizia, si inumidisce le labbra.
Lui desidera.
E il film contiene tutte le metafore: il Cinema come fantastico vampirismo, il vampiro come forza sensuale primitiva e animalesca, ma anche come idolo imprescindibile della sessualità femminile, fatta di Sogni, romanticismo, luminescenti vapori che diventano concreti tra le lenzuola.
Il Dracula di Gary Oldman non è un solo idolo ma tanti: belli e mostruosi, dolcissimi e prepotenti, romantici e arroganti…
È il mostro-lupo che assale Lucy, e il magico Principe che trasforma le lacrime in diamanti, è il laido vecchio sensuale che si delizia del sangue di Jonathan, e lo splendido giovane vestito come un damerino, che mormora e ordina “Vedimi”, dall’altra parte della strada.
E io davvero non riesco a distogliere i miei occhi.


Il Personaggio è un Eterno Vampiro...



image



Ne La Rosa Purpurea del Cairo: Mia Farrow si innamora di quello che vede sullo schermo.
“Ho appena incontrato un uomo meraviglioso. Non è reale, ma non si può avere tutto”
È con una specie di sollievo che l’ho riscoperto.
Non ero poi così pazza.
Il mio amore si concentra in quell’attimo fugace sullo schermo.
Sì, lo so: questo lo rende meno vero di un amore reale. Almeno se usciamo dalla bolla perfetta di quell’attimo perfetto.
Ma non sono i nostri amori reali anch’essi la collezione di tanti attimi? E non è per questo che parte poi la delusione, quando il ricordo si frantuma in una cruda realtà?
Mia Farrow ha ragione. Non si può avere tutto.
E sono ben disposta a faticare e incollare pezzi in un amore reale che non sia tutti i giorni perfetto.
Ma al cinema la realtà si dissolve in un fantastico Sogno, e mentre sono immersa in un film, ciò che è vero diventa più forte di ciò che è reale.
Il Personaggio è un Eterno Vampiro.
Che ha rubato occhi e bocca e cuore a un volenteroso attore che passava di lì.
E l’anima a noi, spettatori ignari, ma fin troppo disponibili nell’offrire il collo.


Bela Lugosi is not Dead



image



Credevo di aver visto tutti i film più importanti di Bela Lugosi. Anni fa, in una retrospettiva a tarda sera.
E di aver visto molti dei principali film di vampiri.
Dal Nosferatu di Murnau, pallido “insetto” alieno, a quello tristissimo di Herzog, dal Dracula del Sabato Sera di Frank Langella a quello “piacione” di Gerard Butler, passando ovviamente per il “mio prezioso”, il Dracula romantico di Coppola e di Gary Oldman.
Senza dimenticare i vampiri sexy e slash di Anne Rice e di Neil Jordan, le tenebrose metafore di Abel Ferrara con il suo Addiction, il recente raggelante Lasciami Entrare, i vampiri teen di Twilight.
Ma non ricordavo di aver visto il Dracula dei Dracula, quello di Tod Browning e di Bela Lugosi.
Possibile?
Il Dracula di Bela Lugosi è un archetipo, è il mito che alberga nella coscienza di tutti noi, anche di quelli che non hanno visto il film.
Non ce n’è bisogno.
Dracula è quello: mantello nero e sorriso perfido da clown lunare.
Alla fine l’ho recuperato. Era vero: non l’avevo visto, E non si può, se si vuole avere la più ampia panoramica sull’argomento.
Bela Lugosi è Dracula.
È il Dracula della nostra infanzia e il Dracula delle parodie.
È come dev’essere un Vampiro: alieno e insieme umano.
Ma di un’umanità ormai lontana, perduta, indecifrabile.
Si avvicina predatorio alla giovane fioraia che gli ha offerto le violette, e noi sappiamo che non ha fame di sesso, come molti suoi successori, ma solo di umanità e di calore.
Poi, gelido, altissimo (sembra sempre alto, anche quando gli altri sono più alti di lui) incede con eleganza fra i vapori malsani di una Londra notturna, unica figura a fuoco in un mondo di ombre.
Malsano, sì. Magnetico.
Ipnotico, a suo modo sensuale, anche se in un modo che non è della nostra dimensione.
Intendiamoci: non è un Dracula da fare innamorare.
Non è il Dracula umanissimo di Gary Oldman, per cui molte di noi rischierebbero volentieri l’anemia e l’equilibrio mentale.
Lui non è davvero umano.

(Per certi versi anche la creatura di Coppola è capace di allontanarsi dall’umanità, ma più in orizzontale, in una direzione animale, che in quella verticale, siderale, dell’enigmatico Dracula di Browning, e della fantastica, raccapricciante creatura di Murnau.
Le metamorfosi di Oldman in pipistrello e in lupo sono l’apoteosi della sensualità, un capolavoro dell’arte ibrida del trucco. Per non parlare dell’alter ego vecchio e vizioso, con le repellenti mani pelose e lo sguardo pieno di voglie, che si contrappone al bel Principe levigato e romantico.
A tutti loro Gary Oldman dona appunto l’umanità dolente dei suoi occhi azzurri, e davvero mi spezza il cuore coglierne il lampo smarrito, persino quando si incarna nella detestabile immagine del Dracula castellano: il vecchio Potente).

Ma voglio tornare al grande, grandissimo Dracula di Bela Lugosi.
Si dice che lui ci tenesse tanto, al punto di farsi seppellire con il costume originale.
Nel film Dracula muore fuori scena.
Un film di vampiri dove non si mostra una sola goccia di sangue.
Solo una serie di grida, multiple, a più voci, come quelle di una legione di demoni, ci avvertono dell’avvenuta esecuzione.
Van Helsing fa allontanare i due ragazzi, Mina e Jon, avvertendoli, mi pare di ricordare, che lui ha “ancora da fare”.
Una morte fuori scena che è ancora una volta una non-morte.
E l’immagine finale è per i due fidanzati, liberi (forse) da ogni tentazione, mentre insieme salgono una scala a spirale, verso la luce.
Bellissimo.

Se il mio cuore potesse battere…



image



Mi spezzerebbe il petto.
Spike, o della nostalgia dell’umanità.
Questo è un intervento che non ho mai fatto e che volevo fare.
Spike, il bellissimo vampiro biondo del Buffyverse, mi ricorda sempre uno che bello e biondo non lo è stato mai. Sì, sì, proprio lui: Severus.
Come Severus, Spike è invischiato in un amore non ricambiato (forse, nel caso di Spike ci sono elementi su cui discutere, tra cui anche una fortissima, innegabile attrazione fisica tra lui e Buffy).
Spike è il terribile Vampiro, senz’anima e non redento, che si innamora della sua principale nemica, Buffy la Cacciatrice. Ma il cuore di Buffy appartiene a un altro, l’unico Vampiro con l’anima, tale perfettissimo e tenebrosissimo Angel.
Come Severus eterno secondo.
Come Severus martoriato dalla tensione verso qualcosa di diverso da sé, qualcosa di meglio.
Proprio il Meglio in assoluto, a dire il vero: il Bene.
Come Severus menomato nell’anima.
Come Severus eternamente nostalgico di ciò che era o poteva essere, e come Severus capace di superare l’orrore per arrivare alla redenzione.
Questo è Spike, signori, il vampiro che non aveva l’anima, ma aveva un cuore.






Edited by Aliseia - 20/3/2010, 13:58
 
Top
16 replies since 7/3/2010, 14:12   1265 views
  Share