Posso dire la verità?
Io mi sono divertita!
Meglio, decisamente meglio di quello che credevo.
Allora, un film dove il buono reagisce solo se provocato, e reagisce con violenza persino maggiore di quella ricevuta, ma sempre con la benedizione dall’ “alto” e dal passato, potrebbe forse essere definito reazionario.
Ma non è il caso del film dei fratelli Hughes.
Intrattenimento, B-movie, parliamoci chiaro.
Ma fresco, divertente, a tratti persino “ispirato”.
Cominciamo col dire che la violenza non è esagerata. E, tranne un paio di casi, nemmeno gratuita (un appunto a parte meriterebbero le scene con i gatti. Ma lo sceneggiatore chi è, Bigazzi? Nella prima scena il protagonista si fa fuori, in tutti i sensi, uno splendido esemplare di Sphinx. Il gatto nudo, senza pelliccia. Una bestiolina tutta occhi e nervi, a suo modo bellissima. Lo volevo strozzare!)
Ma c’è una cosa ancora più sorprendente della poca violenza.
I protagonisti, il buono e il cattivo,
leggono!!
Il potere immenso, buono o cattivo che sia, dei libri.
Quanto mi mancava questo buon vecchio concetto.
I protagonisti… Andiamo al sodo, e vai con le confessioni.
Non so cosa stia succedendo a Hollywood, ma in questo momento è in mano ai cinquantenni. Sono meglio dei giovani!
Forse sono solo io che sto invecchiando
Ma… Denzel Washington e Gary Oldman… Sono stati una festa per gli occhi e per il cuore.
Denzel Washington è bello, solido e rassicurante come un orso bruno (sì, vabbè, mi direte: ma l’orso bruno è pericoloso! Appunto, provatevi a fa arrabbiare il buon vecchio Denzel, almeno nel film, e poi ne riparliamo).
Ma lui, il misterioso Eli del titolo inglese, sa essere anche molto dolce.
Ammetto di essere partita un po’ prevenuta, perché ho un debole per gli attori inglesi.
Per Gary Oldman, poi, non ne parliamo.
Ma durante il film ho fatto del mio meglio per stare dalla parte del buono. Tranne quella volta in cui Eli spara a Carnegie-Gary nella gamba (“Guai a te se gli fai male, mangia-gatti!”)
Gary Oldman da parte sua è nervoso, secco e guardingo come un gatto randagio (evitiamo le battute).
Avete presente le piccole vene che pulsano intorno agli occhi nei momenti di tensione? Bè, lui recita anche con quelle…
Cielo, quanto amo gli attori ingelsi!!
Lui è bello al di là del bello, possono buttarlo in scena con l’aspetto più sgradevole, i capelli volutamente unti, la faccia piena di rughe, e ancora, come Mina nel Dracula di Coppola, io riconoscerò la purezza dei suoi lineamenti, il fuoco chiaro di quello sguardo.
E, va da sé, ancora lo vorrò salvare.
La sceneggiatura, lo ammetto, mi ha aiutata, offrendogli un personaggio che non è il solito cattivo-macchietta e bidimensionale.
Tutto il film è leggermente più complesso e raffinato di quello che vorrebbe farci credere la pubblicità, pur con tutti i limiti che abbiamo già detto.
L’atmosfera western-post-apocalittica. Il guerriero-monaco che ha una missione da compiere, le bande di idioti senza pietà che saccheggiano un mondo in rovina. Tutto già visto mille volte.
E poi le arti marziali come disciplina anche dell’anima, la ragazza che impara a combattere lo strapotere maschile, la fine della civiltà, la solidarietà tra diversi.
Ma c'è l'umanità che prevale sull'ideologia. La spiritualità che vince sulla sete di potere.
Ci sono invenzioni ironiche e deliziose, come la coppia Michael Gambon e moglie, e la loro casetta a la Hansel e Gretel.
Come l’idea che nel deserto (Los Angeles) imperversi l’ignoranza e la follia, mentre Eli, il protagonista, si dirige a Ovest, a New York, dove un gruppo di studiosi e scienziati sopravvissuti ha ricominciato a stampare libri, alla vecchia maniera.
E quei caratteri di piombo che si affiancano l’uno all’altro nel finale, per formare le parole di una Nuova Bibbia, bè, con tutte le mie riserve, un pizzico di emozione me l’hanno suscitata.
Edited by Aliseia - 7/3/2010, 16:46
