Libri: ecco le proposte!

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view post Posted on 11/3/2010, 08:49
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La recensione sotto è presa da IBS, dove, prenotando, lo potete acquistare a prezzo scontato!

Il nipote del Negus
di Andrea Camilleri



Dati 2010, 288 p.
Editore Sellerio Editore Palermo (collana La memoria)

Sta per uscire il nuovo libro di Camilleri che, con questo suo nuovo romanzo, torna alla sua vena più antica, quella più irriverente e comica che fa pensare al Birraio di Preston e alla Concessione del telefono.

“In questo romanzo prendo spunto da un fatto realmente accaduto. Negli anni Trenta a Caltanissetta, prima della guerra d’Etiopia, venne a studiare nella scuola mineraria il nipote del Negus, ovviamente spesato dalla sua Corte. Si trattava di un principe di sangue reale, un personaggio interessante, originale. Si discuteva dei confini con la Somalia e prese in giro tutti”.
Nell’agosto del 1929 il nipote del Negus Ailé Selassié si iscrive alla Regia Scuola Mineraria di Vigàta. La cosa provoca un generale scompiglio: al nipote regale deve essere riservata una accoglienza all’altezza del suo rango; questo è l’argomento dell’esilarante corrispondenza tra ministero degli Esteri, Prefetto, Questore di Montelusa, federale di Vigàta, direttore della scuola, ognuno preoccupato, in realtà, di salvare il posto.
Dalla scuola viene allontanata qualche testa calda e il principe viene accontentato in ogni suo desiderio. Amante della bella vita, elegante, Grhane Selassié non bada a spese, si fa confezionare abiti ricercati e, visto che i soldi del governo etiopico non bastano mai, comincia a fare debiti. Per di più è un impenitente vitellone e le amanti non si contano.
Le cose precipitano quando il nipote viene sollecitato - su idea di Mussolini in persona - a scrivere una lettera di sperticati elogi sul fascismo, lettera da indirizzare allo zio Ailé Selassié; la cosa, infatti, potrebbe tornare utile nel contenzioso tra Italia ed Etiopia sui confini con la Somalia. Il nipote del Negus si fa pregare, poi cerca di sottrarsi e, mentre traballano ministri, prefetti e questori, la vicenda diventa farsa.
Con Il nipote del Negus - costruito come La concessione del telefono, in una trama fatta di missive, telegrammi, articoli e proclami, dispacci governativi, conversazioni - Camilleri torna alla sua vena più antica, quella più irriverente e comica che fa pensare al Birraio di Preston. E lo fa con quell’intelligente e contagioso divertimento, con quella mescolanza tra storia e fantasia che i suoi lettori conoscono.
 
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view post Posted on 12/3/2010, 10:01
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Vi piacciono le storie di angeli caduti?
Dalle varie recensioni che ho letto, di questa, se ne dice bene.
E' cambiato il punto di vista, siamo passati dal vampiro all'angelo caduto, comunque sempre di amore tra umani e personaggi maledetti si parla!
La proposta ce la fa FantasyMagazine.


Il bacio dell’angelo caduto

Conoscere e amare un angelo è meraviglioso anche se è un “angelo caduto”. Ma lui può chiederti una prova d’amore che consiste nel donargli la tua vita.



Il nuovo volume “targato” Piemme Freeway dal titolo Il bacio dell’angelo caduto (Hush Hush, 2009) sarà in libreria per la fine di marzo. L’autrice, Becca Ajoy Fitzpatrick con questo suo romanzo d’esordio ha avuto un successo clamoroso, ha venduto in pochissimo tempo e solo negli Usa, oltre duecentomila copie e ora gli angeli caduti piacciono enormemente ai lettori young adult, anche più dei vampiri. I relativi diritti sono stati venduti in oltre venti paesi.
Il romanzo, un urban fantasy con forti venature gotiche, ruota intorno al conflitto sotterraneo, di cui gli uomini non hanno alcun sentore, tra i “Fallen Angels” e i “Nefilim” una razza di semi-angeli di cui si parla nella Bibbia.
La protagonista, Nora Grey, è una normalissima ragazza che frequenta la scuola; timida e introversa non pensa ancora ai ragazzi sino al momento in cui conosce Patch, un ragazzo bello e misterioso che dimostra di conoscere molte cose di lei.
Lei non sa di essersi innamorata, ricambiata, di un angelo caduto, ma vari accadimenti le fanno intuire che quel ragazzo è molto più di quello che dice di essere e forse anche lei non è totalmente umana.
Come premesso è una storia fantasy e gotica, allo stesso tempo bizzarra, con tanto humour ma mai banale con protagonisti reali e che restano impressi nella memoria del lettore

L’autrice:

Becca Fitzpatrick è cresciuta leggendo le storie di misteri e di paura di scrittrici come Trixie Belden e Nancy Drew e molto spesso le leggeva armata di torcia sotto le coperte. Si è laureata ma non ha usato per nulla la sua laurea in quanto ha subito iniziato a scrivere storie.
Racconta che la prima idea per scrivere questo romanzo le venne leggendo sulla Bibbia il passo della Genesi che parla di angeli caduti e così il suo “badboy” e sexy angelo caduto prese forma nella sua mente.
Quando non è impegnata a scrivere, passa il tempo procurandosi nuovi scaffali per povere scarpe abbandonate, correndo o guardando telefilm polizieschi in Tv. Vive in Colorado.
Questo è il suo primo romanzo.

Un brano:

Guardai in basso, ignorando le vertigini. Patch giaceva sul pavimento della palestra, lontanissimo, immobile. E in quel momento, all’improvviso, avrei dato qualsiasi cosa per poter tornare indietro nel tempo e rivivere ogni momento con lui. Ancora un sorriso segreto, ancora una risata insieme. Ancora un bacio. Trovare Patch era stato come trovare qualcuno che non sapevo di cercare. Era entrato nella mia vita troppo tardi, se n’era andato troppo presto. Ricordai che mi aveva detto di aver rinunciato a tutto per me. Era vero, l’aveva appena fatto. Aveva rinunciato al suo corpo perché io potessi vivere. Barcollai, e per una frazione di secondo persi l’equilibrio.
La risata di Jules si trasformò in un sussurro gelido. — Non fa differenza per me, spararti o lasciarti cadere. Morirai in ogni caso.
— Fa differenza invece –. La mia voce era bassa, ma sicura. — Tu ed io abbiamo lo stesso sangue –. Sollevai la mano, mostrando la voglia che avevo dalla nascita. — Io sono la tua discendenza. Se sacrifico il mio sangue, Patch diventerà uomo e tu morirai.
Le lacrime mi pungevano gli occhi. Smisi di pensare e mi lasciai cadere...

La “quarta”:

Nora è una liceale introversa che non ha ancora messo l’amore in cima alla lista delle cose da fare. Almeno finché non incontra Patch.
Lui ha un sorriso irresistibile e un inspiegabile talento per indovinare sempre quello che le passa per la testa. E per quanto si sforzi di negarlo, lei sente che l’attrazione per il compagno di scuola è destinata a crescere. Fino a che punto?
Nora non sa in che storia si è cacciata. Non può nemmeno immaginare d’essersi innamorata, ricambiata, di un angelo caduto.
Scoprirà presto, però, che per riottenere la sua vera natura, il suo ragazzo deve prenderle la vita. Oppure combattere contro un avversario persino più potente di lui.
L’amore può davvero vincere tutto? O farti perdere tutto?

Becca Ajoy Fitzpatrick, Il bacio dell’angelo caduto (Hush, Hush, 2009)
Piemme Edizioni, collana Piemme Freeway, pagg. 336, euro 17,00

Autore: Pino Cottogni - Data: 12 marzo 2010
 
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view post Posted on 14/3/2010, 16:58
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L'ho letto, mi è piaciuto, non è la solita palla di saggio, ma ben strutturato e si legge come fosse un romanzo, essendo sostanzialmente d'accordo con la recensione che fa FantasyMagazine, vi posto l'articolo.


Il ritratto di Oscar Wilde


Paolo Gulisano, Il ritratto di Oscar Wilde
- SAGGISTICA - L'Ancora - 2009
- pagine 192 - prezzo 14,00 euro
- giudizio: ***



Il Ritratto di Oscar Wilde è una biografia critica del controverso scrittore irlandese. Con una tesi da dimostrare, ossia la fascinazione che Wilde, figlio dell'Ascendancy — la borghesia protestante di origine inglese discendente dei coloni arrivati in Irlanda nel periodo Tudor - subì dalle dottrine della Chiesa Cattolica fosse una costante della sua vita. Parecchi suoi amici si erano convertiti negli anni, un esempio per tutti, John Gray, colui che gli ispirò la figura di Dorian. Wilde però si convertì praticamente in punto di morte.

Con minuzia e precisione documentale il saggio di Paolo Gulisano traccia prima il quadro generale dell'epoca, dei luoghi dove Wilde nacque e visse, dall'Irlanda all'Inghilterra e Stati Uniti per la maggior parte, non disdegnando, con capacità degne dei migliori narratori, di fare emergere i forti conflitti dell'epoca.
Un saggio quindi che appassiona come un romanzo, perché rende ambientazioni e personaggi vive e quasi tangibili agli occhi del lettore. Tutto questo a prescindere dal fatto che si possa condividere o meno la tesi dell'autore.
L'onestà intellettuale della ricerca è però testimoniata non solo dalla cura nella ricostruzione di un completo quadro storico, ma anche dalla assoluta sincerità nel lasciare nel campo delle ipotesi quelle idee non provate da alcuna evidenza documentale, come per esempio il presunto battesimo di Wilde in età giovanile.

Esemplari sono i passaggi di ricostruzione storica, come i capitoli dedicati al quadro sociale irlandese e all'Impero Britannico nell'Età Vittoriana.
Il volume fa poi "parlare" spesso Wilde, citando importanti passaggi delle sue opere, e parecchi dei suoi leggendari aforismi.
L'appassionato di Wilde, ma anche di storia della letteratura, non può perciò non rimanere colpito dalla qualità del lavoro di ricostruzione, che però non fa risultare il saggio di pesante lettura.
Il linguaggio del saggio non è infatti degno di tecnicismi accademici, ma si mantiene sempre adatto a un volume il cui scopo non è dottrinale, bensì divulgativo.


Autore: Emanuele Manco - Data: 11 marzo 2010
 
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Farfallablu
view post Posted on 18/3/2010, 19:49




grazie ary, per questa interssantissima pagina di consigli. Già ho visto un paio di libri che mi piacerebbe leggere dopo il Dottor Zivago, L'elogio della follia e Il settimo libro di Harry Potter. Di rencente ho finito di leggere un libro che mi ha rubato l'anima dopo averlo letto con grande avidità. Spero di potertene parlare, magari in questo stanza, appena avrò un pò di tempo per riprenderne mentalmente le fila e fartene uno sfizioso riassunto e un elogio gustoso. :woot: :sick: :wub:
 
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view post Posted on 19/3/2010, 18:51
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Ottimo Farfalla!
Sono qui in attesa! ^_^
 
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view post Posted on 19/3/2010, 19:22
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Recensione di FantasyMagazine.

Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo


Rick Riordan, Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo. Il Ladro di Fulmini
(Percy Jackson and the Olympians, Book 1: The Lightning Thief, 2005)
- FANTASTICO
- Arnoldo Mondadori - 2010
- traduttore: Loredana Baldinucci
- pagine 361
- prezzo 17,00 euro
- giudizio: ***





È Rick Riordan, classe 1964, l'autore della saga fantastica Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo, composta da cinque libri usciti negli Stati Uniti tra il 2005 e il 2009. Il primo volume della serie — Il Ladro di Fulmini — è stato recentemente pubblicato in Italia per conto della Mondadori, quasi in concomitanza con l'uscita al cinema dell'omonima pellicola diretta da Chris Columbus (Mamma ho perso l'aereo, Harry Potter e la Pietra Filosofale, Harry Potter e la Camera dei Segreti).

Il dodicenne Percy Jackson frequenta la Yancy Accademy, un collegio per "ragazzi difficili" a New York. La sua complicata vita da studente subisce uno stravolgimento durante una gita al Metropolitan Museum of Art: tra reperti antichi, greci e romani, Percy si ritrova a scontrarsi duramente con la sua professoressa di matematica, trasformata in una Furia e intenzionata a ucciderlo. L'episodio, quanto mai strambo, segna l'inizio dell'avventura di Percy, che scopre di essere un semidio, nato dalla relazione niente meno che tra il dio del mare Poseidone e una mortale, l'amata madre Sally Jackson. Alla luce di quanto accaduto al museo il ragazzo viene condotto in un campo scuola speciale, il Campo Mezzosangue, nel quale si addestrano gli eroi, come nei vecchi miti e leggende. Nella sua permanenza al campo Percy scopre che gli dèi non sono scomparsi: divinità, mostri, creature e luoghi appartenenti alla mitologia hanno superato le varie epoche, fino ad arrivare al presente, adattandosi e vivendo in simbiosi col nostro mondo. L'impresa di Percy Jackson, destinato a impedire una guerra epica tra gli dèi dell'Olimpo, consiste nel ritrovare, entro il solstizio d'estate, il ladro che ha rubato la Folgore di Zeus e riportare in tempo l'arma all'Olimpo.

Combinare miti e leggende con personaggi e ambientazioni urbane è indubbiamente accattivante. Il Ladro di Fulmini di Riordan si propone come un piacevole Urban Fantasy per ragazzi, tuttavia non mancano alcune, evidenti pecche: all'inizio del romanzo il protagonista Percy si presenta al lettore raccontando la sua storia e introducendo alcuni dei personaggi principali. Lo stile in prima persona di Riordan riesce a portare avanti la narrazione in modo scorrevole, senza eccedere nelle riflessioni personali di Percy, anch'esse azzeccate ed equilibrate. Ma nel corso della lettura, in particolare dopo la metà, ci si accorge di uno schema narrativo ripetitivo e a tratti noioso: il tutto si riduce a una sequela di sequenze d'azione pressoché identiche che potevano essere tagliate (colpa dell'editor?) senza pregiudicare trama e contenuti, evitando di creare confusione nel lettore. Ciò che rende meno sgradevole i ripetitivi combattimenti affrontati da Percy e dai suoi amici è lo stile semplice e asciutto di Riordan.
Un altro pregio di Riordan è l'immaginare e descrivere personaggi non ordinari in un contesto realistico. È divertente scoprire come lo scrittore statunitense ripropone e ridisegna le varie divinità dell'Olimpo, le creature leggendarie e i luoghi della mitologia greca. Una ricchezza di particolari che vale la lettura. Ciò che risulterebbe anacronistico ne Il Ladro di Fulmini non lo è, anzi è proprio questo aspetto a rendere originale il libro, compensando un intreccio narrativo fondamentalmente poco sorprendente.

Tirando le somme nell'attesa della pubblicazione dei successivi volumi, Il Ladro di Fulmini è una lettura godibile, stilisticamente scorrevole, con personaggi e ambientazione riusciti. Le buone potenzialità dimostrate da Riordan non rispecchiano la trama di questo primo libro. È legittimo sperare di meglio nei prossimi episodi.


Autore: Marco Guadalupi - Data: 18 marzo 2010
 
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view post Posted on 21/3/2010, 16:20
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Beatrice Masini, a noi nota per aver tradotto, e non sempre in modo esemplare, i libri di Harry Potter, dal 3° in poi, è anche, cosa che ignoravo, una scrittrice di storie per ragazzi e, sembra, anche abbastanza apprezzata.
FantasyMagazine, ci presenta il suo ultimo libro.


Bambini nel bosco

Nel nuovo romanzo di Beatrice Masini la speranza si cela nelle fiabe



“Le parole danno significato alle cose” ci ricorda Beatrice Masini riportando all’interno di Bambini nel bosco un’affermazione di J.R.R. Tolkien.
E non è un’affermazione da poco, perché è soprattutto con le parole che noi esprimiamo ciò che abbiamo dentro, che scaviamo nella nostra memoria e nel passato di ciò che ci circonda e che prendiamo slancio per costruire il nostro futuro. Per questo le parole sono controllate, i libri proibiti e la memoria e il passato stanno svanendo insieme a ogni possibilità anche solo d’immaginarsi un futuro diverso da quello prefissato da altri.


La forza dirompente delle parole e dei libri di Bambini nel bosco non può non richiamare alla mente Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, opera nella quale i pompieri incendiano i libri proprio perché pericolosissimi portatori di idee.
Nel romanzo della Masini è il ritrovamento casuale di un libro di fiabe a modificare le prospettive e gli atteggiamenti di un gruppo di bambini che fino a quel momento avevano conosciuto solamente le rigide regole della Base. In un futuro post-apocalittico solo il potere della narrazione e la magia delle antiche storie sono in grado di ridare speranza per cercare di costruire un futuro migliore.


La milanese Beatrice Masini è da anni una delle figure più importanti nel mondo della narrativa per ragazzi. Giornalista, editor, traduttrice –sue sono le traduzioni dei romanzi di J.K. Rowling da Harry Potter e il prigioniero di Azkaban in poi — e scrittrice, attività quest’ultima che le è valsa numerosi riconoscimenti, fra i quali il Premio Andersen, e che le ha consentito di essere tradotta in quindici Paesi. Tante attività diverse legate dal filo conduttore della scrittura, sua grande passione.
Essere editor, ha confessato, le consente di leggere moltissima narrativa straniera e di aggiornarsi costantemente, mentre scrittura e traduzione si intrecciano aiutandola a capire meglio i testi degli altri e, notandone gli eventuali difetti, a essere più autocritica nei confronti dei propri.
Con le sue opere si è occupata di moltissimi temi, dalle storie quotidiane legate alla scuola ai dubbi e ai conflitti degli adolescenti, dai sacrifici e dalla dedizione che richiedono le proprie passioni alla curiosità e al bisogno di evadere con la fantasia, da escursioni nel paranormale a un nuovo sguardo sulle protagoniste della Bibbia e delle tragedie greche. Senza dimenticare la fiaba che, con i suoi ritmi e i suoi schemi narrativi, è sempre presente nel nostro immaginario. Ecco così storie che la rivisitano ma anche, come in questo caso, che la usano come punto di partenza per ricostruire il passato e per donare una nuova forza ai propri sogni. Grazie alle loro parole.


“Il problema con le storie era che molte parole erano misteri. Anche Tom faceva fatica a capirle tutte, quando le incontrava. Ma ogni tanto qualcuna riaffiorava, nitida, con il suo sapore, il suo odore, il suo colore. Zucchero, per esempio. Era bianca, forse appena rosa, e restava a lungo sulla lingua. Era una parola da succhiare.”


La quarta di copertina:


C’è un campo, la Base, dove crescono i bambini senza ricordi o memoria. Tra loro c’è un gruppo più vivace, composto da Hana, capo del Guscio, dura e metodica, Dudu, sempre attento e guardingo, Glor, grande e goffo, Cranach, il più lento di tutti, Orla, la più piccola, e infine ZeroSette, l’ultimo arrivato. C’è anche Tom, ma lui appare diverso: si perde in mille pensieri e a volte sente riaffiorare un Coccio, un frammento di vita passata. Un giorno convince i ragazzi a spingersi nel bosco per esplorare il mondo di fuori. Porta con sé un libro di fiabe appena ritrovato, che comincia a leggere ad alta voce suscitando emozioni e curiosità. Ma ben presto nel gruppo si alterneranno rivalità e gelosie, scoperte e amori: tutto seguito da lontano da Jonas, addetto al sistema di controllo del campo, che in realtà ha programmato una fuga. Così, quasi per incanto, quel libro e quella lettura doneranno a ognuno di loro un filo di speranza e gioia.

Bambini nel bosco è una storia commovente, sospesa in un limbo spaziale e temporale; è un romanzo poetico, dolente, che scava negli animi dei ragazzi, esplorandone i sentimenti. È un libro per loro, ma anche per gli adulti che li circondano.


Beatrice Masini, Bambini nel bosco, Fanucci Editore, Collana Tweens.
Pag. 208, 14,00 €, ISBN 9788834715628

Autore: Martina Frammartino - Data: 15 marzo 2010 - Fonte: www.fanucci.it - www.wuz.it
 
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DepecheForever
view post Posted on 27/3/2010, 15:37




Grazie Ary64 per aver parlato de Il ritratto di Oscar Wilde, sembra davvero interessante!Lo comprerò appena avrò del tempo libero...
 
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view post Posted on 27/3/2010, 18:22
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Andrea Camilleri- Il colore del sole



-Prezzo su IBS
-Sconto 25% € 6,75 (Prezzo di copertina € 9,00 Risparmio € 2,25)
-2009, 122 p., ill., brossura
-Editore: Mondadori (collana Oscar bestsellers)

Andrea Camilleri è a Siracusa quando qualcuno gli infila in tasca un biglietto con un numero di telefono, che dovrà chiamare da una cabina pubblica. L'Andrea Camilleri scrittore di romanzi gialli non può sottrarsi al richiamo dell'indagine e resta coinvolto in una serie di misteri, via via più fitti e inquietanti. Misteri che lo conducono a un casale sperso nella campagna, dove gli verrà mostrato un documento incredibile, o meglio un carteggio, scritto di proprio pugno da un artista di quattro secoli prima. Un artista grandissimo e maledetto: Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.

Le note brevi, secche, disarticolate e visionarie di questo diario costituiscono una sorta di anomalo noir, fitto di ombre e di allucinazione, riguardanti il periodo trascorso da Caravaggio a Malta e in Sicilia nell'estate del 1607.
Lo scrittore dipinge l'anima di Caravaggio in un romanzo "nero", fitto di ombre e di mistero. La scrittura di Camilleri questa volta asseconda tanto le cadenze dell'italiano seicentesco, quanto la psicologia torturata dell'artista, creando un effetto di enorme suggestione e intensità emotiva.

Ma lo scopo del racconto non è narrare la biografia di Caravaggio, ma mettere in mostra i suoi incubi (il cane che lo rincorre e che lo sbrana), l'ossessione per il "sole nero", che non gli permette di vedere (per giorni interi) i colori. Le pagine, o i frammenti delle pagine, non danno un senso di continuità alle vicende, ma rafforzano il senso di mescolanza tra sogni (o incubi) e realtà , facendo emergere dalla tortuosa psicologia della mente di Caravaggio, una spiegazione sulla sua pittura.

Che dire, non servirà a coloro che si vogliono avvicinare per la prima volta a Camilleri, non è una biografia di Caravaggio, non è nemmeno un romanzo.
Rimane una lettura scorrevole, piacevole, forse più un piacere per chi lo ha scritto, ma anche per chi lo vuole leggere.
L'ho trovato splendido! Ve lo consiglio vivamente!
 
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Astry
view post Posted on 27/3/2010, 18:33




CITAZIONE (Ary64 @ 27/3/2010, 18:22)
Lo scrittore dipinge l'anima di Caravaggio in un romanzo "nero", fitto di ombre e di mistero.

Insomma quelle ombre che a noi piacciono tanto :wub:
 
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view post Posted on 31/3/2010, 09:28
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Vi propongo questo gioiello, che ho letto tutto d'un fiato e riletto e riletto.
Il rapporto tra Dio e gli uomini, fatto di quotidianità e per questo inteso come quello tra noi e l'amico o il fratello, con il quale ci permettiamo di inveire, di ridere e, perché no, di essere irriverenti!



La Bibbia dei villani

-Autore: Dario Fo
-Prezzo: € 20,00)
-2010, 285 p., ill., brossura
-Curatore: Franca Rame
-Editore: Guanda (collana Narratori della Fenice)


Esiste una Bibbia degli imperatori, splendidamente miniata, ed esiste, meno appariscente e meno nota, anche se non meno preziosa, una Bibbia dei villani. È la Bibbia dei contadini, degli straccioni, dei poveracci, che la tradizione orale e scritta di ogni regione d'Italia ci ha tramandato, e che Dario Fo e Franca Rame hanno scoperto in anni di ricerche sulle tradizioni popolari e ricreato sulla scena e, in una versione inedita e arricchita, in questo libro. Sono tabulazioni tragiche, miste al grottesco e alla sempre presente autoironia, inventate nei secoli dai siciliani, dai calabresi, dai napoletani e dai contadini di tutta la valle del Po. In questa Bibbia dei villani Dio è nella brocca del vino, nell'agnello che nasce o che stanno ammazzando. Da sempre i villani mangiano Dio, lo amano e discutono con lui, perché sono certi che Dio sia il bene ma in parte anche il male, la vita ma anche la morte. Dio per loro è gioia ma anche sofferenza, godimento e pianto, sorriso e sghignazzo. Ecco perché la Bibbia dell'imperatore è solenne e spesso ridicola, mentre quella dei villani è commossa e piena di risate.
 
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view post Posted on 6/4/2010, 20:50
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Si parla di un film da fare, ma principalmente si parla di un libro, che non è ancora arrivato in Italia, ma la presentazione dell'autore è intrigante!
Ce lo presenta FantasyMagazine.


La vera storia di Victor Frankenstein

Il regista russo Timur Bekmambetov potrebbe portare al cinema The Casebook of Victor Frankenstein il libro di Peter Ackroyd



Il regista russo Bekmambetov
Dall'uscita dell'adrenalinico Wanted il regista russo Timur Bekmambetov è scomparso dalla scena cinematografica internazionale.
Il suo nome era stato fatto in relazione ad alcuni progetti (Wanted 2, Moby Dick e The Last Witch Hunter), ma nessuna dichiarazione del regista o delle società di produzione aveva dato ufficialità a questi rumor.

Ora sembra che Bekmambetov dirigerà l'adattamento per il grande schermo del libro di Peter Ackroyd, The Casebook of Victor Frankenstein. Il regista lavorerà con il Premio Pulizer e il vincitore del Tony Award David Auburn, che ha già steso una prima sceneggiatura.

Il libro, pubblicato lo scorso anno, è una rilettura del classico di Mary Shelley: lo scrittore e biografo inglese, appassionato di storia e letteratura, ha riscritto il dramma della Creatura dal punto di vista dello scienziato che gli ha dato la vita.
Il libro si apre con una vivace discussione tra due studenti di Oxford del 19esimo secolo, il ricercatore Victor Frankenstein e il poeta Percy Bysshe Shelley, riguardante la religione e la creazione della vita da un punto di vista scientifico e ateo.
La questione diventerà un'ossessione per i due uomini tanto che Victor inizierà a condurre esperimenti sulla rianimazione dei morti, esperimenti che condurranno a isolarsi in una fattoria della campagna inglese dove darà alla luce una mostruosa creatura che dannerà la sua anima per l'eternità.

"E' indubbiamente vero che Frankenstein sia una storia fantastica ed ero ansioso di scoprire se potevo estenderla in altre direzioni. E' mito e storia, è un'allegoria e un incubo." Ha dichiarato l'autore. "Volevo vedere se era possibile mantenere tutte queste interpretazioni in una reinterpretazione del testo originale.
La copertina del libro di Peter Ackroyd
Sono sempre stato impressionato dal libro di Mary Shelley, ma volevo evidenziare, separare alcune delle sue premesse e tematiche."
"Sono sempre stato affascinato dalla romanticismo inglese, soprattutto la poesia degli inizi del 19esimo secolo, e la storia di Victor Frankenstein mi ha permesso di eplorare e studiare il romanticismo in questo contesto. Mi ha permesso di affrontare la questione della scienza e degli esperimenti sull'elettricità e di introdurre nella storia persone reali come Byron, Shelley, Coleridge, Wordsworth, e Keats."
Personaggi che l'autore ha studiato approfonditamente in occasione della stesura della sceneggiatura della serie della BBC The Romantics.
Il lavoro in televisione ha permesso ad Ackroyd di familiarizzare con il registro stilistico dell'epoca e con i luoghi legati al romanzo originale come la Villa Diodati, sul lago di Ginevra, dove Mary Shelley ebbe l'ispirazione per Frankestein, o il moderno Prometeo.
"Abbiamo passato una notte a girare nella villa, ed è stato affacciandomi a uno dei balconi che mi è venuta l'idea per il mio libro."

Autore: Simona Ricci - Data: 6 aprile 2010 - Fonte: www.firstshowing.net
 
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view post Posted on 9/4/2010, 16:54
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Proposta e articolo di FantasyMagazine.

La Compagnia del Corvo

Nuovi eroi si fanno largo nella narrativa fantasy, sono sei uomini e un elfo. Sono la Compagnia del Corvo.



E’ stato finalmente tradotto ed è arrivato nelle librerie il 25 marzo un romanzo che solo in Inghilterra ha avuto vendite straordinarie (si parla di duecentocinquantamila copie) e i cui diritti sono stati venduti in moltissimi paesi europei. Parliamo del sorprendente debutto come scrittore di James Barclay con il romanzo La Compagnia del Corvo (Dawnthief, 1999), primo volume della serie Cronache del Corvo (Chronicles of the Raven).
La serie è composta da tre volumi e al primo seguiranno Noonshade e Nightchild.
Il romanzo narra la storia di un gruppo di sei uomini e un elfo che si fanno chiamare Corvo e che per anni hanno combattuto come mercenari nella guerra che dilania Balaia.
La Compagnia del Corvo è ormai un nome leggendario e tutti ne conoscono il motto: Sii un guerriero, non un assassino.
Ora Balaia è in pericolo: i malvagi e potenti Lord Stregoni sono fuggiti dalle loro prigioni e stanno radunando un potente esercito di soldati, maghi e sciamani sanguinari per conquistare Balaia. Potranno essere fermati solo da tre amuleti fra cui Albaladro, che è difeso da un drago.
La compagnia dovrà scortare il potente mago Denser del Collegio della Magia Oscura per una disperata e pericolosa ricerca.
Con questo romanzo l’autore rinnova quello che era definito il fantasy “sword and sorcery” con una trama fatta di azioni travolgenti, missioni altamente pericolose e personaggi anche ambigui ma in ogni caso molto ben delineati


L’autore:

James Barclay è nato il 15 marzo 1965 a Felixstowe, nel Suffolk. Fin dall'età di un dici anni ha dimostrato una grande passio ne per la narrativa, ma per Barclay ci sono voluti un'iscrizione al Politecnico, una successiva lau rea in Letteratura, una specializzazione in Comunicazione e una lunga serie di lavori vari prima di convincersi che il suo “vero” lavoro era scrivere e con una certa costanza ha superato una lunga serie di rifiuti prima di poter pubblicare questo romanzo e questo vuol dire che bisogna credere fermamente in se stessi e superare le varie difficoltà per realizzare i proprio scopi.
E il successo lo ha premiato: le Cronache del Corvo è infatti una delle se rie fantasy di maggior successo in Inghil terra.
James Barclay alle “Cronache” ha fatto seguire la serie Legends of the Raven (quattro romanzi); Ascendants of Estorea (due romanzi) ed Elves (due romanzi), più un romanzo a se stante: Vault of Deeds.
Vive a Teddington con la moglie e il figlio.

la “quarta”:

Il loro nome è leggenda: il Corvo. Sono sei uomini e un elfo, mercenari che da oltre dieci anni si mettono al servizio del mi glior offerente nelle guerre che dilaniano Balaia. Il loro coraggio è pari soltanto all'a micizia che li lega e alla lealtà che hanno sempre dimostrato nei confronti dei nemici, diventata un vero e proprio codice: uccidere, mai assassinare. Eppure non hanno mai dovuto affrontare una missione così pericolosa e disperata. I malvagi Lord Stre goni, infatti, sono fuggiti dalla prigione in cui erano stati rinchiusi per trecento anni e ora stanno radunando un imponente eser cito di barbari e sciamani, con l'obiettivo di invadere e distruggere Balaia. L'ultima speranza di salvezza, l'unica arma in grado di sconfìggerli, sono i tre amuleti necessari per lanciare Ruba Aurora, un terribile in cantesimo che potrebbe far calare la notte eterna sul mondo. Così Denser, uno dei pochi maghi in grado di controllare Ruba Aurora, parte alla ricerca degli amuleti, scortato dalla compagnia del Corvo. Ma basteranno il coraggio e l'amicizia per ga rantire la sopravvivenza di Balaia?

James Barclay, La Compagnia del Corvo (Dawnthief, 1999)
Traduzione Adria Tissoni, Editrice Nord, collana Narrativa 396, pagg. 518, euro 960
ISBN 978-88-429-1635-2

Autore: Pino Cottogni - Data: 9 aprile 2010
 
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view post Posted on 12/4/2010, 16:05
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Recensione di FantasyMagazine.

Il Mangianomi


Giovanni De Feo,
Il Mangianomi. Una caccia spietata in boschi d'incubo (2010)
- FANTASTICO
- Salani
- Mondi Fantastici Salani
- 2010
- pagine 493
- prezzo 16,80 euro
- giudizio: ****


... Come ogni ombra ha un corpo che la genera, così ogni parola è il ricordo di un oggetto o di una passione, ogni nome un grido lanciato in un pozzo: non appena lo si ascolta, suscita in noi un’eco.

Così inizia Il Mangianomi, il romanzo di Giovanni De Feo (romano, classe 1973, sceneggiatore e insegnante), da poco pubblicato da Salani — ma già edito nel 2002 da E/O in una versione ridotta.
Una creatura misteriosa sta attaccando il Ducato di Acquaviva, uccidendone gli abitanti e distruggendone le città e i palazzi. Di lei si sa solo che non ruba alle sue vittime la vita ma la memoria e il ricordo delle proprie origini, ragion per cui il popolo l'ha battezzata il Mangianomi. L'incarico di trovare e fermare il mostro viene assegnato al cacciatore Magubalik.

La storia di De Feo somiglia a un sistema di scatole cinesi, in cui ogni evento contiene direttamente le basi per gli sviluppi successivi; non a caso il romanzo è suddiviso internamente in due libri distinti, legati l'uno all'altro dalla figura del cacciatore Magubalik, attorno al quale si intrecciano le storie distinte di personaggi che passano sulle pagine in un balletto ben orchestrato. La narrazione non cerca un respiro epico, non si svolge tra paesaggi maestosi e leggendari ma dentro la testa e l'animo dei suoi protagonisti, così umani e imperfetti, che si muovono faticosamente attraverso Selve e paesaggi aspri. Anche l'ambientazione italiana — un'Italia che oscilla tra il verosimile e l'immaginato — è una componente del fascino della storia, rendendola familiare e riconoscibile.

E' bello, Il Mangianomi. E' un romanzo poco classificabile, che sfugge alle facili etichette del genere. Non a caso in copertina viene definito, per la pura necessità di identificare i libri, un "horror fiabesco", ma se i colori cupi dell'horror sono una caratteristica importante della storia, questa è soprattutto un racconto fantastico in senso lato; una storia di eroi meschini e di reietti capaci di inaspettato eroismo, una storia d'amore e soprattutto di ricerca di identità personale. Un tema ambizioso, che l'autore tratta con mano sicura e con un linguaggio diretto ed efficace.

Autore: Chiara Codecà - Data: 12 aprile 2010
 
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view post Posted on 14/4/2010, 08:45
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Guardate un po' cosa ci viene proposto da FantasyMagazine!


La vergine del sudario, di Bram Stoker

Il romanzo dimenticato dell’autore di Dracula ritorna in versione integrale con gli ultimi tre capitoli.
Dal padre della letteratura sui non-morti un’altra agghiacciante storia di fantasmi e vampiri



Diafano, silenzioso fantasma, una giovane donna dalla fatale bellezza, dal viso «illuminato da due occhi scuri, brucianti», solca nella notte la superficie immobile dell’Adriatico nella sua bara, avvolta in un bianco sudario…
Con questa immagine, inquietante e suggestiva, Bram Stoker apre La Vergine del sudario (The Lady of the Shroud), il romanzo che scrive nel 1909, tre anni prima della sua morte e dodici anni dopo aver pubblicato il celeberrimo Dracula. Ricomponendo la vicenda pagina dopo pagina attraverso l’uso di ritagli di giornale, lettere, biglietti e brani di diario (una tecnica già felicemente adottata nel suo capolavoro) Stoker trasporta il lettore in un mondo dove realtà e possibilità si confondono e dove l’unica cosa che può essere data per scontata è la paura. In questo modo, il padre della letteratura sui vampiri si conferma come uno straordinario manipolatore di trame: un grande creatore di allucinate atmosfere in cui si rispecchia tutta la sottile perversione dell’epoca vittoriana.
Un estratto:

«L’ultima cosa che vidi fu il lampo di un viso pallidissimo illuminato da due occhi scuri, brucianti, mentre la figura si lasciava cadere nella bara come nebbia o fumo che si disperda allo spirare del vento».

L'autore:

Bram Stoker nacque a Dublino nel 1847, città in cui morì nel 1912 dopo aver vissuto scrivendo e lavorando come segretario dell’attore Henry Irving. Conosciuto in tutto il mondo per Dracula (1897), considerato il capostipite della letteratura sui vampiri, ha scritto molti altri romanzi tra cui, oltre a La vergine del sudario, riproposto da Castelvecchi dopo molti anni di assenza dalle librerie italiane, vanno almeno ricordati Il mistero del mare (1902), Il gioiello delle sette stelle (1907) e La tana del verme bianco (1911).

Bram Stoker, La vergine del sudario
A cura di Riccardo Reim
Collana: Biblioteca dell’Immaginario
Pg. 256 — euro 12,90

ISBN: 9788876153792

Autore: Emanuele Manco - Data: 14 aprile 2010 - Fonte: Castelvecchi
 
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