Astry - Il mio Severus

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Astry
icon12  view post Posted on 14/3/2010, 15:40




Ho scritto questo post prima dell'uscita dell'ultimo libro, quando ancora un'aura di mistero circondava il personaggio di Piton.
Ve lo ripropongo senza cambiare una virgola, perchè in fondo la mia idea di Severus non è cambiata. Anzi, l'ultimo libro non ha fatto altro che confermare ciò che gia sapevo o sentivo. Contribuendo semmai ad accrescere il mio amore per questo personaggio, nonostante il fastidioso strato di miele che la Rowling ha voluto propinarci con la storia dell'amore di Piton per Lily.


Chi è Piton secondo me:
L’oscuro burbero professore, personaggio ambiguo, brutto e unto?
Sì, lui è tutto questo e molto di più.
Piton è soprattutto un uomo, sembra strano a dirsi, visto che stiamo parlando di un personaggio letterario, eppure proprio grazie all’aura di mistero che lo avvolge, Severus Piton ha preso a vivere, mostrando, a chi ha saputo scorgerla, un’anima tormentata e complessa.
Piton è appunto un uomo, non l’eroe letterario che combatte il male e ne esce vincitore, lui è un uomo perché come uomo, ha sbagliato, ha fatto una scelta terribile, un errore che non potrà mai essere cancellato, ma che comunque, secondo me, può essere in parte giustificato.
Innanzitutto mi piace distinguere due diversi momenti della vita di Severus: da una parte abbiamo il Piton ragazzo, ovvero quello che per due anni a fatto parte di una setta di pazzi assassini con idee razziste e chi più ne ha più ne metta e il Piton di oggi è quello che si è dimostrato “eroico”, quello che sta rischiando la vita facendo la spia, che si è messo contro Raptor e si è quasi fatto sbranare da Fuffy, quello, insomma, del quale mi sono innamorata, dimenticando persino il suo pessimo carattere.
Sì, perché lui, secondo me, ha veramente un pessimo carattere, non perchè porta una maschera, lui è proprio così.
Non credo in un Piton buono e dolce, insomma è buono nel senso che, dopo l’errore iniziale, ha scelto da che parte stare, ovvero contro Voldemort, ma non è un angioletto, è scontroso e solitario, acido e a volte persino vendicativo.
Tuttavia sulla sua scontrosità, riesco facilmente a chiudere un occhio, perché, in un certo senso, la trovo giustificata: Piton non reagisce così perché si sente superiore agli altri, anzi è proprio il contrario. E’ lui il primo a rifiutarsi, a punirsi, perché sa di aver fatto della sua vita un disastro.
Si è chiuso a riccio e si è aggrappato inconsciamente a quel poco che gli resta: è pur sempre un bravo mago e sa di esserlo, ma ha bisogno di gustarsi gli strafalcioni di un Alloch per godersi in santa pace l'unica cosa che pensa di avere di buono. E' una magra soddisfazione anche quella di poter maltrattare il grande eroe Potter.
Lui è stato escluso dal mondo e quindi lui ha chiuso il mondo fuori dal suo cuore; in gran parte ciò è dovuto ai suoi rimorsi, ma non solo a quelli.
Da ragazzo, ogni volta che ha cercato di integrarsi, è stato rifiutato e maltrattato.
Da quel poco che sappiamo la sua vita in famiglia non è stata molto felice.
Quando è andato a scuola, si è appassionato allo studio, ma è stato additato e umiliato in tutti i modi dai suoi compagni.
L’unico gruppo che l’ha accettato sono stati i Mangiamorte, un gruppo di maghi che almeno agli occhi del giovane Piton sembravano mettere al primo posto “la magia” e il “sapere”.
Per lui Voldemort era un mago di livello superiore, sentirsi apprezzato da lui per le sue capacità era un modo per sentirsi migliore di quelli che lo avevano escluso, “l'unica cosa che desiderava era essere apprezzato come mago e come pozionista e, lavorando per Voldemort, finalmente aveva realizzato il suo sogno: un altro uomo aveva riconosciuto le sue capacità, quell'uomo, Voldemort, era il più grande mago vivente.
Un mago eccezionale, temuto e rispettato, condivideva la sua passione per i libri e la sua sete di sapere. Anche il sapere oscuro, quello che tanti temevano, per lui era solo "sapere", nulla di più che semplice conoscenza della quale (Severus) non era mai sazio.
Quello era ciò che voleva, lo aveva desiderato così tanto che non aveva pensato alle conseguenze". (dalla mia fic “Amando il vento”)
Ritengo Piton una persona intelligentissima, perciò penso che non abbia mai creduto alle idiozie razziali contro i babbani o mezzosangue , essendo pure lui un mezzosangue sarebbe davvero stato come mettersi i prosciuttini sugli occhi. Certe idee possono conquistare solo i fanatici, e di quelli fra i Mangiamorte ce ne sono parecchi, sono utili anche loro a Voldemort e indubbiamente lui sa come sfruttarli.
Per conquistarsi Piton sicuramente Voldemort non l'avrà allettato con la prospettiva di una caccia al babbano, ma con qualcosa di maggiormente intellettuale.
Poi credo che, stando fra i Mangiamorte, sia stato costretto a fare anche cose che non avrebbe mai fatto per sua natura, anche uccidere.
La Rowling parla di “periodo di terrore”, la gente veniva uccisa dai Mangiamorte e Severus, anche ammesso che non partecipasse attivamente alla caccia, non avrà certo preparato per Voldemort delle Pozioni per il mal di testa.
Avrà fatto di peggio? Questo non lo so, ma non lo escludo: una volta entrato al servizio di Voldemort non avrebbe potuto rifiutarsi di obbedire, in fondo era un ragazzino di vent'anni. Se a vent'anni gli è stata data la scelta: o obbedisci e uccidi oppure sei un traditore e io ammazzo te, credo che con tutti i rimorsi di questo mondo abbia chiuso gli occhi e impugnato il coltello.
Io immagino il giovane Piton come un ragazzo spaventato che si è trovato incastrato in un ingranaggio pericoloso dal quale per due anni non ha saputo come uscire.
Si è trovato dalla parte sbagliata di una guerra e ci è rimasto troppo lungo per poter conservare le mani pulite.
Perché sia rimasto per così tanto tempo non ci è dato saperlo, comunque mi riesce difficile credere che ci siano voluti due anni a Severus per aprire gli occhi. Sono portata a credere che già molto prima di passare a lavorare per Silente, lui avesse capito che gli ideali di Voldemort erano tragicamente sbagliati.
Eppure è rimasto, e secondo me ha anche continuato ad agire come Mangiamorte in questo periodo di tempo.
Riuscirei a perdonarlo se un domani si dovesse scoprire che Piton ha effettivamente ucciso durante i suoi anni da Mangiamorte?
Sì, perchè credo che lo abbia fatto per paura e non per convinzione e credo che tutto ciò sia stato, per lui, causa di grande dolore, perché credo che non ci sia dolore più grande che togliere la vita ad un uomo.
Non è solo il mio amore per il personaggio che mi ha spinta a cercare una spiegazione e una giustificazione alla sua lunga permanenza fra i Mangiamorte. Ma l’idea che mi sono fatta di lui, del suo carattere. Piton non è rimasto perché credeva agli ideali di Voldemort, un Mezzosangue non può credere alla superiorità dei maghi purosangue.
Severus ha avuto paura, chiamatela vigliaccheria giovanile, o come altro preferite, lui non ha avuto il coraggio di mettersi contro Voldemort apertamente, ha obbedito, è rimasto e probabilmente ha ucciso. E' anche possibile che Severus abbia scelto lucidamente di cercare di sopravvivere agendo in un certo modo. Quando dico che, secondo me ha ucciso per paura, non intendo dire che si sia fatto prendere dal panico o qualcosa del genere, questo può essere successo forse la prima volta. Ma poi ha scelto, ha scelto di vivere, ed è forse questo che non si perdona.
Insomma, io non riesco a fargliene una colpa se a diciannove anni, ha scelto di vivere invece di farsi ammazzare per disobbedire ad un ordine che
qualcun'altro avrebbe poi eseguito al posto suo.
Il suo errore è stato quello di entrare nei Mangiamorte, ma poi, l'unica cosa che gli posso rimproverare è quella di aver scelto la sua vita invece
di quella di qualche altro poveraccio.
Una scelta egoistica indubbiamente, una scelta che ha richiesto un enorme sangue freddo, perché non è così facile uccidere, ci vuole comunque una gran forza, ma, dopo gli eventi del sesto libro, sappiamo che Piton questa forza ce l'ha, e l'ha dimostrato uccidendo Silente, questa volta per dovere.
Ritengo quindi possibile che l’abbia fatto in precedenza, per motivi meno nobili, ma comunque motivi comprensibilissimi dal mio punto di vista.
Evidentemente poi qualcosa deve essere successa, qualcosa per la quale Piton avrà deciso che valeva la pena di rischiare di farsi ammazzare e ha deciso di tradire Voldemort, o forse semplicemente è diventato più maturo e ha vinto la paura.
Credo che la faccenda della profezia sia stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Non riuscendo ad uscirne da solo, ha avuto bisogno dell'aiuto di Silente, che l'ha protetto, tenendolo lontano dall’azione, o meglio, facendo in modo che Voldemort stesso decidesse di non coinvolgere la sua preziosa spia in loschi affari. Se Piton fosse stato coinvolto in omicidi, infatti, l'avrebbero sbattuto ad Azkaban. Voldemort non poteva sapere che comunque Piton godeva della fiducia di Silente e che, in realtà, lavorava per i buoni. Avrebbe anche potuto essere ucciso dagli Auror in qualche battaglia.
Insomma Severus doveva restarne fuori, restare pulito agli occhi dei buoni. Una spia era troppo preziosa per Voldemort per sprecarla stupidamente.
Silente lo ha salvato, preservandolo dalle azioni più cruente, ma, nello stesso tempo, l'ha incatenato al suo ruolo di spia.
Ovvio che il Piton che conosciamo finge ed è ambiguo, è rimasto intrappolato in mezzo, non fa parte del mondo che l'aveva rifiutato all'inizio e non è il servitore del più grande mago vivente come aveva sognato.
E' un grande mago costretto stare dietro una cattedra a correggere gli strafalcioni dei suoi allievi, i cattivi dubitano di lui e i buoni anche, è scorbutico, è vero, ma ha un senso del dovere non indifferente e credo che abbia anche la capacità di affezionarsi alle persone e di volergli bene, (come alla McGranitt o Silente) ma si mangerebbe la lingua pur di non mostrare quella che secondo me considera una debolezza.
Piton ha sbagliato, potrebbe aver fatto cose terribili, eppure, è riuscito a riscattare il suo non essere stato eroe, sacrificando molto di più di chi ha
perso la vita in uno scontro a viso aperto.
Non solo alla fine ha deciso di mettere in gioco la sua vita come gli altri, ma lo ha fatto senza nemmeno avere quel minimo riconoscimento che invece gli altri, gli eroi, hanno.
Severus ora rischia quanto e più di altri, eppure per tutti lui è solo il "traditore" l'assassino di Silente, il Mangiamorte.
Ha aderito ad un'ideologia per ingenuità giovanile, ha spifferato una profezia della quale probabilmente non aveva capito la vera natura, ma per ripagare il suo errore ha messo in gioco la sua vita facendo la spia, condannandosi da solo ad una non vita, per espiare la sua colpa.
Ed io questo riesco ad apprezzarlo, più di quanto riesco ad apprezzare l'eroe perfetto, proprio perchè riesco ad immedesimarmi meglio nell'animo di
un uomo così, piuttosto che nel cavaliere senza macchia e senza paura, che invece non capisco e non riesco a concepire.
Io amo il personaggio di Severus, proprio perchè immagino un animo tormentato dai rimorsi.
Se, Piton non avesse mai fatto nulla di male, non avrebbe motivi per avere rimorsi. Sarebbe decisamente un personaggio meno affascinante.
Una spia, uno che sa mentire al cattivo di turno per salvare i buoni, ma niente altro. Nessuna ragione del suo essere scontroso, nessun problema a obbedire agli ordini di Silente, Niente di niente, solo un uomo che ha frequentato per un po' delle cattive compagnie, ma ha trovato subito e senza problemi il modo di uscire pulito da quella situazione.
Io amo questo personaggio, amo il suo dolore e i suoi rimorsi, e, dopo il sesto libro, lo amo ancora di più.
Lo amo per quel grido colmo di disperazione di un uomo che si trova precipitato nuovamente in quell’incubo dal quale pensava di essere finalmente uscito.
Lo amo per l’espressione del suo viso “folle, disumano, come se provasse tanto dolore quanto il cane che guaiva e ululava rinchiuso nella casa incendiata alle loro spalle” (HP6), una maschera di dolore che non è altro che lo specchio del suo cuore già straziato, spezzatosi definitivamente al suono di quella parola “vigliacco”.
Non è l’odio per il ragazzo sopravvissuto, che ho visto, no, in quell’espressione, c’era tutto l’odio per il giovane Piton, quello che ha ucciso per vigliaccheria, quello che ha ucciso per salvare la propria vita. E poi l’odio per il Piton adulto, costretto a ripetere quella tremenda scelta per obbedire agli ordini di Silente: la sua vita al prezzo di un’altra.
La vita dell’unica persona che gli abbia mai dimostrato amore e fiducia.




 
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