Clark lo salverà
Lex Luthor ha bisogno di Luce.
Clark Kent vuole bene a Lex Luthor.
Clark non è più un uomo, ma un semidio.
E Lex, quel delinquente (diciamolo, maledetti sceneggiatori: non c'era qualche altra porcheria da fargli fare??), Lex dicevamo, ha bisogno di luce.
E solo Clark può salvarlo.
Clark “Smallville” Kent è luce.Questo è l’elogio di uno che non è un mio idolo.
Sto parlando del protagonista del telefilm. Nessun riferimento all’eroico mascellone dei fumetti, né al bell’alieno volante dei films.
Io parlo proprio del bel faccino dal vitreo sguardo azzurro, del tenero broncetto su una (comunque notevole) montagna di muscoli, che è il protagonista di Smallville.
Non sono una fan di Tom Welling. E a pensarci bene nemmeno del suo personaggio. Non una fan nel senso tradizionale. Non lo amo. Non sogno di essere portata in una fortezza tra i ghiacci con tanto di anello di fidanzamento. Ma gli voglio bene. Di più: mi fido di lui.
È uno di quei personaggi che ho imparato ad amare col tempo. Senza slanci romantici.
Non siamo dalle parti di quelle che chiamo le “passioni antagoniste”: il bel Clark non mi turba neanche un po’. Non trattengo il fiato quando entra in scena. Il suo sorriso luminoso non mi fa annodare lo stomaco.
Clark Kent è luce. Viva luce. Materia apparentemente inerte, quasi passiva, che però investe e purifica tutto ciò che incontra.
Dire che Clark è il buono sarebbe un po’ limitativo. Sono tutti buoni. È così che escono dalla fabbrica, gli Eroi. Ci sono quelli doppi e tormentati, quelli che alternano luci e ombre. Ma sono tutti buoni, alla fine.
Clark, però, è di una purezza che salva senza averne l’intenzione.
Clark ha tanti dubbi. Arriverà persino a dubitare del proprio posto sulla Terra. Dell’opportunità di essere qui e ora, dopo che molti hanno perso la vita per lui. Dell’opportunità, dunque, della propria esistenza.
Niente a che vedere, perciò, con la granitica percezione di sé che ha il classico Supereroe.
Come tormenti potremmo essere dalla parte della Marvel, ma Clark, al contrario dei “Super Eroi con super problemi”, non sbaglia mai.
Eppure non giudica.
Può dubitare di sé, ma non si pone mai la domanda: “E allora, perché esiste quel disgraziato di Lex Luthor?”
Lex c’è, e lui gli vuole bene.
Quando ormai i crimini dell’altro diventano innegabili, persino inaccettabili, Clark è capace di dirgli: “Non sono mai stato tuo nemico”
E un Super Eroe senza nemici che cos’è? Clark arriva al punto di negare la propria natura, per salvare Lex.
Ed è proprio nel momento in cui NON fa l’Eroe, ma solo l’amico, che Clark “Smallville” Kent diventa salvifico.
Poiché, sapete, io parteggio sempre per quelli un po’ più complicati, per quelli da salvare.
Parteggio per Lex Luthor. Sì, quello cattivo.
Ho pregato gli sceneggiatori di lasciarmi un po’ di speranza per Lex.
Quello che la mancanza d’amore ha reso quasi folle.
Il bambino egoista e vitale. Dove Clark dubita del proprio ruolo e della propria posizione nel mondo, Lex invece non ha dubbi: “Io devo sopravvivere”. E questo fa, con le unghie e con i denti, ferendo dove non dovrebbe e senza volerlo, uccidendo senza provarci gusto, con animalesca indifferenza ma nel bisogno di difendere la propria umanità, il proprio desiderio di affetto e di autoaffermazione.
E sbagliando tutto quello che c’è da sbagliare.
Perché loro, gli sceneggiatori, hanno deciso di farmi arrivare quasi allo sconforto.
E poi ho capito.
Clark lo salverà.
Io ci credo ancora.
Edited by Aliseia - 18/3/2010, 22:53