Il Gioco degli Specchi

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the bride1
view post Posted on 11/4/2010, 20:13 by: the bride1




So che in questa casa siamo tutti abbastanza strani da accettare che la mia risposta cominci dalla parte più insignificante, da questa piccola citazione, per la quale mi consentirete un piccolo inciso

CITAZIONE (Aliseia @ 5/4/2010, 11:06)
(Quando comincio con certe frasi ad effetto mi sembro tanto Mina nella pubblicità, eh? “Lasagne al forno B…” Bè, è la tua festa. Anche un bel primo non guasta ;) )

La voce di Mina di quella pubblicità mi crea in effetti sentimenti molto ambivalenti. Perché, sì, è davvero commerciale ma quando parla non sembra poi tanto sicura di quello che dice. Si sforza di esserlo, fa la professionale e per questo è come se ci dicesse, con un sorriso...ok, sono buone le lasagne, ma sono lasagne, mica vi sto vendendo altro! :D

Vabbè, inciso a parte, che in effetti non sono proprio riuscita a trattenermi, sono semplicemente ONORATA che questo gioco sia stato dedicato a me. Sia chiaro, ci avrei giocato anche se l'avessero dedicato al mio più acerrimo nemico!

Tutto il post di Aliseia, il primo, lo Specchio, è un fuoco di artificio di suggestioni e micce creative: “Re degli incompiuti”, “frammenti che lottano per stare insieme”, lo specchio che deforma, lo specchio che condanna, lo specchio che è in fondo amico, le guance di ragazzino con le rughe del vecchio, il trionfo e la caduta. Ognuna di queste parole potrebbe innescare – letteralmente, intendo – un racconto, una frase, un pensiero, un amore.

Volendo cominciare con ordine, però, partirò dallo specchio.
Da uno specchio retrovisore.
Me (ce) lo regala Tom Waits, in una sua triste lettera d'amore (il testo, la traduzione e il video ve li lascio nel salotto, nella stanza del grammofono ;) )

Per il resto, da quello specchietto retrovisore, è nato questo frammento di racconto. Sono un po' arrugginita, con le parole e con la scrittura creativa, ma vi prometto che mi rimetterò presto in carreggiata.

“Ragazzo,
stanotte ho sognato tua madre.
Guidavo una delle vostre auto babbane. Merlino, quanto ne ho desiderata una quando ero bambino! Era notte, e pioveva e io correvo con un pazzo per le strade di Londra. Solo che Londra era silenziosa e vuota. Nessun faro acceso nella notte. Nessun rumore di pioggia. Solo le gocce che rigavano il mio parabrezza e il mio tergicristalli impazzito. Insomma, era uno di quei sogni in bianco e nero, senza rumori e senza colori. C'era qualcuno alle mie calcagna, qualcuno cercava la mia testa, ecco perché correvo come un pazzo. Questo ho pensato per giustificare quella macchina, quella pioggia, quella notte. E quando ho provato a guardare lo specchietto retrovisore, due occhi mi hanno risposto nel silenzio. La mia promessa non mantenuta, il mio peccato capitale, la mia colpa senza perdono mi rimandavo lo sguardo attraverso lo specchio. Capisci, ragazzo? Lì dove dovevo guardare la mia faccia smagrita e smarrita, il mio guardo di sfida e di sdegno, c'erano solo i suoi occhi attraverso un fottutissimo specchietto retrovisore.
Non mi capita spesso di sognare tua madre.
In effetti, potrebbe benissimo non essersi tratto di lei”.
 
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12 replies since 5/4/2010, 10:06   238 views
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