Ecco Aliseia che parte per una delle sue solite tirate pitoniche.
No, no.
Mica sono qui per lamentarmi.
E di cosa ti lamenti, a questo punto?
Lo sapevo, no?, che quando ti sceglie Severus Snape (perché così è, e non il contrario) dovrai “lavorare” quasi sempre fuori dal fandom (certo fandom) e qualche volta persino “contro” il fandom (certo fandom).
Di sicuro fuori dal canon e contro il canon.
La discussione nasce da una domanda sincera, e non retorica.
Leggendo qualche fanfiction inglese, mi sono chiesta: perché così spesso si sente la necessità di umiliare Severus? Lasciamo stare le motivazioni profonde, il rapporto complesso di amore-odio che ciascuno di noi può avere con una figura autoritaria, spesso palesemente ingiusta, che pure nasconde (piuttosto bene, almeno fino a un certo punto) nobiltà, devozione, spirito di sacrificio. Persino una mai dichiarata, e perciò ai miei occhi tanto più commovente, fragilità.
Tutto questo, accompagnandosi ai motivi fondamentali di colpa e redenzione, giustifica l'eterno gioco di hurt/confort, sofferenza/consolazione, che i fan esercitano su di lui, e che si sposta in direzione dell'una o dell'altro a seconda delle convinzioni personali.
Ma questa volta il punto è un altro. Sono giunta alla conclusione che molti non rispettano Severus perché la sua autrice non lo rispetta.
Posizione legittima anche questa.
Non è necessario rispettare il personaggio di cui scrivi. Neanche amarlo, se è per questo.
La Rowling non odia Severus. Forse gli vuole anche un po' di bene. Semplicemente: non lo rispetta.
Gli stessi momenti finali della sua vita ce lo dimostrano. Essenzialmente eroici nelle motivazioni e nel contenuto, ma non nella forma. E la forma è tutto o quasi, in un romanzo. Severus muore da eroe, senza che si usi per lui il linguaggio, la pietà, l'ammirazione dovuti agli eroi.
Non muore in una risata beffarda, come quel pazzo di Sirius. Non muore dritto come un fuso, come il capo-branco James.
Severus muore balbettando, ucciso non da Voldemort, ma dal suo serpente Nagini. È come se lo facesse uccidere dai cani. Non per rabbia, né per vendetta: solo per motivi d’interesse.
“Mi dispiace molto” dice il suo ex-Signore. Come un capo che ha deciso di fregarti, ma non lo fa perché ce l'ha con te. Semplicemente: non conti. Non servi più.
Non è necessario amare un personaggio per rispettarlo. Molti scrittori rispettano persino i “cattivi”. Soprattutto i “cattivi”.
E il rispetto non è neanche tutto, per stare bene.
Un Severus-umano-reale ce lo potrebbe dire: il rispetto non nutre. Non scalda. Ma aiuta comunque a guardarsi nello specchio. Perché tutti sappiamo quanto sia difficile tributarlo a se stessi, se prima non te lo riconoscono gli altri.
E questa immagine dello specchio continua a tornarmi in mente? Lo sento chiedersi: È questo il mio io-esteriore? Così mi vedono gli altri?
Gli studenti non rispettano Severus. Lo temono o lo odiano.
Neanche gli altri professori lo rispettano: la correttezza di Minerva a me sembra solo freddezza.
Non lo rispetta neanche Silente, l'unico che ne riconosca il genuino pentimento. Ma Silente, che pure si rivelerà a sua volta “peccatore” e pentito, non supera mai l'iniziale diffidenza.
Ancora meno lo rispetta, il vecchio Preside, quando gli fa il torto di un ripensamento: “Ti abbiamo smistato troppo presto”. Vecchio discorso.
Severus è un fiero Serpeverde, e il rispetto comprende la piena accettazione della diversità altrui.
Non comincio nemmeno il discorso Malandrini. Se non per sottolineare che l'incomprensione e il disprezzo giovanili si riconfermano nell'età adulta.
Credevo di aver visto un barlume di rispetto in Remus, ma la sensazione si è annullata nell'episodio del Molliccio. Non solo Remus non ritiene Severus degno di una franca discussione tra Professori (“Perché metti in difficoltà Neville?”), preferendo ancora una volta la beffa al confronto, ma arriva addirittura a screditarlo di fronte agli studenti, in modo che anche per loro al timore si sostituisca lo scherno.
Anche Hermione, forse l'unica che vagamente intuisce qualcosa nel sesto libro, si perde poi per strada.
E la Rowling, in tutto ciò?
La Rowling la vedo simile alla sua Lily del Peggior Ricordo.
Pietosa, a suo modo.
Ma incapace di trattenere un sorriso divertito di fronte al suo amico costretto a testa in giù, di fronte a quel nudo, frustrante sgambettare.
Lo sguardo di Lily forniva a Severus uno specchio. E in quel momento lo specchio si rivelò deformante, per poi rompersi definitivamente.
Bisogna arrivare all'epilogo, per ritrovare un barlume del rispetto che cerco (e che Severus cerca. Lui ci tiene. Lui elargisce rispetto, in modo selettivo ma con una certa generosità. Rispetta chi non lo rispetta. Lily, la piccola strega. Silente e Minerva. A suo tempo rispettò persino Voldemort).
Tre righe in sette libri.
Ma questa fan non si lamenta.
Poiché, che sia dichiarato o tra le righe, fatti alla mano, c’è una sola cosa alla fine: che Severus Snape il rispetto lo
merita, che lo riconosciate oppure no.