Dopo Harry Potter e i Doni della Morte I parte, le nostre impressioni

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Aliseia
view post Posted on 30/11/2010, 15:08 by: Aliseia




CITAZIONE (Astry @ 21/11/2010, 22:04) 
Sono sprofondata nella comoda poltrona del Palariviera, lasciando senza molto entusiasmo che il resto del film mi scivolasse addosso

CITAZIONE (Giny81 @ 21/11/2010, 23:06) 
Che dire di questo film?
La superficialità è quella di sempre, propria sia dell'Ordine che del Principe, che entrambi ho detestato.
Mancano spiegazioni dei fatti, approfondimenti di sentimenti e rapporti.
I tagli ci sono, come sempre, anche se forse la divisione in due film un pochino ha giovato.
Ciò detto...posso dire che rispetto alla sola fruizione cinematografica trovo ci siano stati dei miglioramenti.
...
E, soprattutto, il film è più consequenziale, si lascia un po' di più guardare. Gli altri due sembravano una lista di fatti sconnessi tra loro.
Erano anche più noiosi, questo tutto sommato lo guardi dall'inizio alla fine abbastanza volentieri.
C'è anche qualche momento divertente, con un po' più mordente del solito.
E qualche scena ha avuto la giusta intensità.

Con ciò non voglio dire che sia degno del libro. Neanche di lontano.

Sono d’accordo con tutte queste osservazioni, e con altre ancora.
Comincio con un paradosso.
Mi sono divertita.
Mi sono emozionata.
Ma non verrei mai a dirvi che il film è bello.
O che Yates mi ha stupito.
Ha fatto un onesto lavoro. Per quello che può fare.
Sarà che avevo aspettative così basse, come molte di noi, che poi, come Astry, mi sono seduta comoda e ho smesso di criticare.

Poi, però, sono cominciati i ripensamenti.
Ma vado con ordine.
Come dice Giny, la prima cosa che ho notato è che Yates finalmente ha trovato il ritmo. Né troppo lento né troppo concitato. Per la prima volta si capiva qualcosa, e lo spettatore ignaro e non potteriano poteva risparmiarsi stavolta sguardi smarriti e domande a metà film.
Sarà che i film sono due, sarà che la prima parte del libro, più lenta e dilatata, consente di aggiungere qualche particolare.
Anche così, comunque, Yates è riuscito a tralasciare cose importanti e a metterne di inutili.
Ormai suona pedante, ma mi va di ripeterlo: Yates non è Cuaron.
Le invenzioni di Cuaron sono intuizioni, quelle di Yates sono aggiunte maldestre e posticce.
Salverei, come Astry, la scena iniziale con Hermione e i genitori, molto toccante. Non a caso Yates non l’ha davvero inventata, ma ha mostrato nel dettaglio ciò che bel libro c’era già (l’ha fatto comunque con una certa sensibilità).
Sensibilità che spesso gli manca.
Perché tagliare la quasi-riconciliazione con Dudley?
La foto strappata e la lettera nella camera di Sirius?
Tutta l’evoluzione del personaggio di Kreacher? E, ancora più importante, chi ha davvero capito il tormento di Harry, che mette in dubbio la sua fiducia in Silente?

CITAZIONE
A parte l'oblio dedicato a Remus, cosa che mi disturba personalmente e capisco sia un mio problema

E invece non sei la sola a lamentarti (che mi succede? :unsure: )
Se abbiamo accusato Yates di avere poca sensibilità pitonica, direi, con il solito scherzo delle due fazioni, che ha anche poca sensibilità malandrina.
La scena con Remus, quella del “mio padre era amico di un vigliacco”, era importante, oltre che bella.
La dice lunga sui sentimenti di Harry, sulla personalità di Lupin, è guidata da quel filo sottile del rapporto padre-figlio che sottende a tutto il libro, forse a tutta la saga.

Mi sono emozionata nel leggere quella semplice scritta dorata: “SIRIUS”, sulla porta della cameretta.
Ma, insomma… dov’era la vera camera di Black? Niente gagliardetti Grifondoro, niente poster, niente foto dei Malandrini alla parete (è una piccola cosa, ma in altre occasioni molte di noi hanno sognato sulla scorta di una sola immagine, una foto animata che ci apriva uno spiraglio sul passato. Le foto dell’Ordine, la foto di James e Lily che ballano e scherzano sulla neve. Sono quelle piccole magie che divertono i fan dei personaggi chiamiamoli “minori”. Per tornare sul versante pitonico: che ci voleva a far vedere la copertina della Gazzetta, con il titolo “Piton preside” e Alan che alza il sopracciglio? E, per le mutande di Merlino, dov’è il ritratto di Phineas Black??)

Ma queste sono piccole cose, dicevamo.
Passiamo a quelle gravi.
Nell’episodio della casa di Bathilda Bath Harry rivede la morte dei genitori attraverso gli occhi di Voldemort.
Vede il padre che lo tiene in braccio, vede l’agitazione e l’orrore, James che affida il bimbo a Lily…
Non parliamo mica di cosucce!
Sfido lo spettatore ignaro a intuire lo sgomento di Harry. Tutto quello che vediamo è Lily stesa al suolo, per un attimo.
Chi non è fan non capisce nulla dell’antico dolore del ragazzo, è una scena di violenza come tante, e non l’origine di tutta la nostra storia.
Sfido, a maggior ragione, chi non ha letto il libro, a indovinare che quelle sono visioni indotte dal legame con Voldemort!
Non si capisce niente dell’angoscia di Harry, della sua vergogna e del suo pudore, che lo costringono a nascondersi agli altri.

Altra mancanza imperdonabile è nell’episodio di Peter Minus.
Non è una scena comica, come Yates vuole farci credere.
Minus ha un dubbio, e la mano lo punisce.
Harry intuisce quanto rimorso ci sia dietro quella breve esitazione, e capisce persino che Silente lo sapeva, quando all’epoca lo stesso Harry decide di risparmiare il traditore.

Cosa abbiamo, in cambio?
Un balletto tra Harry e Hermione.
Ora, ammetto che le scene del campeggio mi sono sembrate più sopportabili nel film che nel libro.
E che i tre ragazzi sono simpatici.
Ma quello non è Harry Potter!!
E’ OOC, Harry non è il tipo che, in quella situazione, e con il fantasma di un Ron geloso, invita Hermione a ballare, con il rischio di pomiciamento successivo (ci mancava solo quello).
Allora accetto meglio il nudo dei due nella visione di Ron. Weasley è un diciassettenne con gli ormoni al galoppo, e la visione sa come farsi capire…

Se è vero che Yates ha trovato il suo ritmo, e che il suo genere è evidentemente il teen-drama (o la teen-comedy), è pur vero che si tratta di “Harry Potter”. Dov’è la magia? Già nell’ultimo libro ce n’è pochina, almeno nella parte iniziale (parlo di atmosfera, e non di incantesimi) e davvero non c’era bisogno di rinunciare a qualche delicato particolare, per farci vedere Ron che viene spupazzato per errore dalla povera prigioniera al Ministero.

Persino la scena che forse attendevo di più, quella della Cerva, manca di quel pathos e di quell’incanto che erano richiesti (e persino così mi sono commossa. E molto. Quando arriveremo all’ultimo film, tra i vari “Look at me” “Always” e i Ricordi del Principe, dovranno soccorrermi coi sali…)

Severus mi è mancato terribilmente. Qui divento ovviamente un po’ meno oggettiva.

(Mi è mancato anche Sirius, se è per questo. Mi bevevo ogni scena di Grimmauld Place, i corridoi bui, la tappezzeria pesante. Stavo lì a pensare che mai e poi mai Sirius avrebbe lasciato sopra il tavolo un copia della Storia della Magia di Bathilda Bath. Piuttosto una rivista porno, e così avremmo rispettato almeno nel contenuto il particolare delle ragazze babbane in bikini).

Ma avrei voluto vedere Severus che inseguiva i 7 Potter, la mano che si allungava in un incantesimo che non era quello che sembrava.
Avrei voluto immaginare le sue lacrime, sul frammento mancante della fotografia.
Alan Rickman ci ha regalato solo pochi preziosi istanti, uno sguardo da prigioniero dell’inferno, con l’anima che agonizza negli occhi neri, mentre Voldemort condanna a morte la Burbage.
Un attore davvero prezioso, come tutti quelli al tavolo dei Mangiamorte (ben detto, Bri).

Accontentiamoci, per ora.

P.S. Qualcuno può dire a Yates che in Gran Bretagna qualche volta sorge il sole, e che il cielo grigio e tempestoso è condizione gradita, ma non necessaria, per creare un’atmosfera gotica?
A Cuaron bastavano due zucche e qualche corvo!
 
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18 replies since 21/11/2010, 22:04   462 views
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