| E' la prima volta che posto qui da voi, spero di non combinare troppi danni ! Se ho sbagliato o mancato qualcosa nel piccolo summerize qui di seguito, vi prego di farmelo notare, ma potete star certe che qualsiasi eventuale errore non è stato fatto di proposito.
Titolo: The vampire's anger Autore:Sivra Tipologia: work in progress Rating: al momento verde, ma si arriverà all'nc17 Genere: Dark, Erotico, Mistero, Romantico Personaggi: Nuovo Personaggio/Severus Piton Presentazione:Nuova ribelle studentessa nella scuola di Hogwarts. Deirdre Owen racchiude un segreto...che Severus Piton è curiosissimo di conoscere. Sarà un bene per il professore? Disclaimer:I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia appartengono a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. La trama gli eventuali personaggi originali e le ambientazioni di questo racconto sono, invece, in quanto mia creazione, di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o per estrapolare e pubblicare altrove una citazione dalla stessa. Questa storia è stata scritta esclusivamente per puro divertimento e non ha alcuno scopo di lucro, non è pertanto intesa alcuna violazione del copyright.
Capitolo n° 1. The beginning.
Deirdre trascinava il proprio baule sotto la pioggia ,appena scesa dalla barca che dal villaggio di Hogsmeade aveva attraversato il lago nero. -“Iniziamo male, proprio male!” La ragazza si fermò un attimo e guardò verso il castello. Circondato da alberi scossi dal vento, illuminato a tratti dai lampi, non sembrava un gran che come posto. Mentre riprendeva a camminare un ululato spaventoso si levava dalla foresta di fronte a lei, guardò in quella direzione incupita. -“Sarà meglio che io mi sbrighi.” Riprese a trascinare il baule cercando di camminare più veloce, ma il terreno fangoso era quello che era, impendendole una falcata più lunga. -“Ma quanto…ngh..pesi…” Il baule finì in un fosso causato dall’avvallamento del terreno, Deirdre tirò con forza, ma quello non si muoveva. Puntò un piede al lato del suo bagaglio e tirò con più forza, la maniglia si staccò, e lei ricadde per terra, in una pozzanghera di fango. -“Anche questo !” Puntò i gomiti nel fango e si mise a sedere , per poi tirarsi su. -“Ora si che sono pronta per una bella entrata in scena.” Si pulì alla meglio l’abito azzurro che indossava ,che era diventato nero ,per poi ritornare dal suo baule,togliendosi il fango dal viso. Riprese a camminare con fatica, mentre strani rumori e urla agghiaccianti la raggiungevano dalla foresta. -“Ma cosa diamine c’è là dentro?” Si fermò nuovamente a fissarla, ma un movimento dei cespugli poco distanti da lei, la spinse a muoversi e ad accelerare il passo. -“Non mi emoziona scoprirlo ora. Senza bacchetta ….e con questo tempo.” L’ennesimo tuono la fece sobbalzare, illuminando poi tutto con un fulmine. -“Che tempaccio….” Finalmente arrivò alla scalinata ,ma proprio quando stava per salire l’ultimo scalino, il portone si aprì, accecandola quasi con la luce incredibile che proveniva dall’interno. Si portò una mano sugli occhi quando sentì dei passi davanti a lei. -“Mmhh interessante…Vestito nero, occhiaie profonde e baule al seguito, trascinato con fare inquietante… Ha un cadavere da seppellire lì dentro?” Deirdre mise a fuoco e vide un uomo abbastanza alto vestito interamente di nero, sulla quarantina, dai lunghi capelli neri e due occhi profondi come la notte ma freddi come il ghiaccio. -“Esattamente..cercavo una pala.” Lo squadrò nervosamente, la serata non sembrava migliorare. -“Se ha finito di fare la spiritosa , signorina Owen, le chiederei di seguirmi nel mio ufficio.” Deirdre si incupì, quell’uomo conosceva il suo cognome? -“Ehi, aspetti signore…ci conosciamo ?” L’uomo si voltò visibilmente seccato e la squadrò. -“No, non ci conosciamo, ma io conosco lei.” -“Ah..e come,di grazia?” L’uomo sbottò seccato –“Sono io che faccio le domande qui, ora stia zitta e mi segua nel mio ufficio!” -“Simpatico..” sussurrò lei. -“In punizione prima ancora di iniziare le lezioni miss Owen ,complimenti, ha stabilito un nuovo record.” -“Punizione ? Cosa significa ?” -“Significa che lei passerà del tempo assieme a me, a fare qualcosa di costruttivo nel mio ufficio, nonché laboratorio di pozioni.” Deirdre lo fissò un po’ spaventata , era un insegnante! -“Esatto, sono Severus Piton ,professore di pozioni.” La ragazza sospirò chiudendo gli occhi . –“Lo avevo detto io che non era giornata..” Deirdre seguì Piton attraverso una piccola porta di ferro a lato della scalinata nell’atrio. Scesero una stretta rampa di scale che li condusse in quelli che la ragazza ipotizzò fossero dei sotterranei. Si guardò intorno con attenzione, un silenzio agghiacciante aleggiava in quel corridoio, interrotto solamente dal passo sicuro del professore davanti a lei. Notò che per tutta la lunghezza del sotterraneo non vi erano finestre…solo qualche feritoia , dalle quali l’acqua entrava come se nulla fosse. Alcune statue adornavano quella loro marcia verso l’ufficio del professore, statue alquanto terrificanti, per la maggior parte erano tutte rappresentazioni di gargoyles di pietra. Deirdre le osservava con attenzione, avevano qualcosa di spaventoso, ma al contempo qualcosa che l’attirava pericolosamente. Fissò l’uomo davanti a sé, che tuttavia non sembrava minimamente consapevole della sua presenza, così allungò una mano su una statua, ma la ritrasse di scatto al suono di un tuono fragoroso che invase il sotterraneo. Lasciò perdere la carezza alla statua e continuò a camminare dietro il professore, il quale dopo una decina di passi finalmente si fermò, aprendo una porta sulla destra e facendole segno di entrare. -“Ma…sono completamente ricoperta di fango , non potrei andare a cambiarmi ?” -“Lei è in punizione, ricorda?Ciò significa che farà esattamente ciò che le dirò .” La ragazza lo fissò con risentimento. Già sentiva di detestare quel posto. Il professore le indicò la sedia , Deirdre obbedì nonostante il vestito sporco. -“Allora signorina Owen…che impressione le ha fatto il castello?” -“Beh…considerando ciò che ho visto fin ora, posso definirlo sarcastico, nero, umido…” Gli rivolse un sorrisetto divertito . L’uomo la squadrò per intero fulminandola con lo sguardo. -“Era solo una battuta…” -“Non tollero battute.” -“Mh.” L’uomo inarcò un sopracciglio e la fissò ancora per qualche istante per poi sedersi alla scrivania. -“Il preside mi ha parlato di lei, e mi ha mandato ad “accoglierla”.” -“Ah, capisco. Davvero caloroso come benvenuto.” Il professore la fissò nervosamente ,di nuovo. -“Come non detto…” -“Dicevo…è stata assegnata ,per mia grande sfortuna, alla casata di serpeverde.” La ragazza annuì, aveva letto qualcosa a proposito delle case di Hogwarts, ma la cosa non la toccava affatto. Continuò ad ascoltare il professore che le illustrava il regolamento della scuola , sottolineando la parola punizione ad eventuali infrazioni. Annuiva meccanicamente, pensando a tutt’altro , tanto da quella scuola…cosa avrebbe mai potuto imparare? Aveva già 19 anni, a Beuxbatons erano diversi gli anni di apprendimento, e lei ora si trovava lì, in mezzo a ragazzini più piccoli di lei, e con un professore che l’aveva messa in punizione solo per aver fatto una battutina. Tuttavia non aveva avuto altra scelta, aveva dovuto seguire lo zio in Inghilterra, per via del suo lavoro, e perciò dire addio alla Francia. Non che fosse francese, infatti i suoi erano di origine irlandese, ma trasferiti in Francia sempre per motivi di lavoro. Per alcuni avvenimenti, poi, Deirdre era stata costretta a stare con lo zio, seguendolo nei suoi spostamenti. -“Signorina Owen, mi sta ascoltando ?” La ragazza si riscosse dai suoi pensieri, fissandolo ed annuendo di nuovo. -“Si si , certamente.” -“Bene, perché non ripeterò quello che ho detto.” -“…” L’uomo si alzò, segno che il colloquio era finito. Deirdre fece lo stesso, avviandosi alla porta. -“Ci vediamo domani mattina a colazione signorina..puntuale mi raccomando.” -“Si, professore.” Uscì annoiata dall’ufficio e si diresse verso i dormitori che Piton le aveva indicato. Un terribile senso di oppressione la prese, si portò una mano sul petto stringendo i denti, cercando di placare ciò che aveva al suo interno.
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