Dunque, è un po’ che mi frulla per la testa questa discussione; forse in parte l’abbiamo già affrontata altre volte, ma visto che ieri, parlando con un’amica, è saltato fuori di nuovo il discorso, eccomi qui.
Ci siamo chieste tante volte qual è la morale di Harry Potter. La risposta è sempre quella: l’amore che sconfigge il male. Ma visto che molti degli eroi Rowlinghiani non sono perfetti, fino a che punto l’autrice li redime?
Nella letteratura spesso ritroviamo il “cattivo” pentito che alla fine festeggia la vittoria con il buono; le buone azioni vengono sempre premiate e il valore degli eroi, così come dei cattivi pentiti, viene riconosciuto. Ma questo nei libri di Harry Potter non succede. Che l’autrice voglia mettere in pratica il passo del Vangelo secondo il quale la ricompensa per una buona azione si avrà solo nell’aldilà, o qualcosa di simile?
Citando due esempi, la buona azione di Peter Minus viene ricompensata con la morte e Sirius non avrà una vita felice, non proverà mai la sua innocenza davanti agli uomini e in realtà non potrà dimostrare il suo pentimento per gli errori fatti in gioventù (ogni riferimento ai suoi atti di bullismo non è affatto casuale).
Forse per la Rowling dopotutto ci sono macchie che non vengono mai via, almeno davanti al giudizio degli uomini.
Riguardo a Severus, poi, sappiamo tutti come si è comportata. Ha inventato per lui una vita di espiazione, ma infine lo ha veramente redento? In effetti credo di no, non davanti agli uomini, non davanti ai lettori. Ha lasciato il dubbio. In fondo, come se fosse un personaggio in carne ed ossa, lei non ha saputo prendere una posizione. E’ stato redento? Forse! Come direbbero i Babbani: “Lo sa solo Dio”.
In effetti lei non perdona nessuno dei suoi personaggi. Non perdona Silente e in un certo senso lo punisce per la sua colpa passata, sia attraverso la maledizione dell’anello, costringendo anche lui a pagare con la vita il suo errore, sia sporcandolo, mettendo in piazza la sua macchia anche dopo la morte attraverso i pettegolezzi della Skeeter e i dubbi di Harry.
Non perdona Severus lasciando ambiguo il suo gesto: atto d’amore, sì, ma che genere di amore? Un amore egoista e morboso verso una donna morta a causa sua che lui ha idealizzato? O un vero pentimento e quindi desiderio di espiazione? Alla fine Harry Potter riconosce il suo coraggio, ma coraggio non significa redenzione. E il perdono? Nessuno dei personaggi che si sono fatti del male in vita hanno poi la possibilità di perdonarsi; i Malandrini muoiono prima di Severus, senza sapere la verità; Harry scopre la verità quando Severus è già morto; a Minus sarà bastato il suo atto finale per cancellare una vita da traditore? Alla bontà dei lettori la sentenza e di nuovo la risposta “Lo sa iddio!”.
In effetti la Rowling non si schiera mai a difendere chi ha sbagliato, per lei non esiste errore né redenzione, ma esiste chi non si sporca. E, non a caso, Harry non si sporca quasi mai le mani: una cruciatina sfuggita per rabbia, un Sectumsempra pronunciato per ignoranza e un Imperio per necessità non sono gesti imperdonabili. E’ buffo che sia così, nonostante l’altisonante titolo di “maledizioni senza perdono”, ma alla fine l’unica cosa che zia Row non perdona è l’ Avada Kedavra, e quella non la mette mai in bocca ad Harry. A Piton sì, lui è già macchiato. Il ragazzo probabilmente avrà ucciso dei Mangiamorte durante la battaglia, ma lei questo non lo dice in modo chiaro e inequivocabile. E davanti al suo nemico, davanti al più pericoloso mago di tutti i tempi, cosa fa? Lo disarma.
Tutto questo è solo codardia dell’autrice che non si sente di schierarsi e di ergersi a giudice delle azioni dei suoi personaggi? Forse non se la sente di poter dire se quella buona azione, quella vita di sacrificio, sono o no sufficienti per guadagnarsi il “Paradiso” (ammesso che ci sia qualcosa che somigli ad un Paradiso nel suo mondo dove di sicuro esiste un aldilà)?
Oppure, come dicevo, la Rowling vuole solo mettere in pratica quel passo del vangelo che dice di non aspettarsi ricompense dagli uomini, o qualcosa come “non sappia la tua mano destra ciò che fa la sinistra” e solo Dio ti ricompenserà per le tue buone azioni. Chi meglio di Severus ha agito nascondendo agli uomini la sua parte migliore? Ma può averla nascosta addirittura alla sua stessa autrice?
ovviamente la mia è una provocazione, non voglio dire che la la Rowling non conosce i suoi personaggi, ma che forse non ha voluto decidere, per così dire, anche sul destino della loro anima.
Edited by Astry - 29/12/2010, 18:26