Titolo: La Marea Nera
Autore/Data: Sage, Aprile 2011
Rating: PG13
Tipologia: One-shot.
Genere: Angst, Introspettivo
Avvertimenti: Pre-slash (?), OOC (con mooolta probabilità)
Riassunto: Severus aspetta che passi quel momento.Note dell'Autrice: Per la mia gemellina Nykyo con tanti tanti auguri di Buon Compleanno.
So che non è la classica storia da dedicare per festeggiare un giorno come questo, ma so che tu capirai.
(E basta!) *+*
LA MAREA NERAdi Sage
Dice "Ciao" agitando la mano lontano.
Filamenti palustri abbandonano le sue vesti per scivolare a terra come spie di seta.
La marea nera sta tornando, si dice.
Nel poco tempo che gli resta si sforza di tenere la testa impegnata.
Ci sono da organizzare quelle ridicole lezioni, si dice.
Quel buono a nulla di Paciock farà saltare in aria un altro calderone, c'è da scommetterci.
Draco e gli altri rideranno, il ragazzo ride sempre anche se ha gli occhi tristi da qualche giorno.
Sa che dovrà affrontare anche questo, prima o poi, ma il cerchio alla testa non gli da sollievo.
Il respiro si fa via via più affannoso.
Eccola, si dice, alla fine arriva sempre.
Le vesti si sono fatte di colpo più pesanti e lui si lascia cadere sulla poltrona davanti al camino, cercando a tentoni una coperta.
Quell'impudente di Potter avrà le labbra atteggiate in un broncio ed è tutto così disdicevole, così banale e assurdo per un ragazzo della sua età.
"Sono io quello che dovrebbe imbronciarsi, piantare il pugno contro il legno di quercia della cattedra, magari rovesciargli in testa un paio di libri e gridare basta".
Basta, tutto qui.
La marea nera sta tornando.
Gli avviluppa i piedi, quasi esitando, come se fosse una carezza gentile.
Come se gli chiedesse se può restare.
La marea nera torna sempre.
Così lui sgrana gli occhi, occhi sbarrati e ciechi, fissi sugli assurdi disegni a rombi della coperta, su quella riga di contorno rossa che è l'unica cosa che non vacilla, mentre tutto il resto scompare.
Tutto scompare.
Il mondo non si ferma, neanche quando cade a pezzi.
La voce di sua madre lo raggiunge da un punto lontano, la voce della mamma che gli dice che è il momento di tirarsi su, che deve alzarsi, che bisogna avere forza.
La forza di combattere quando lo si può fare e la forza di accettare quello che non può essere cambiato.
Severus sa che lei si siederà sul letto accanto a lui, tra un momento, e cercherà a tentoni la sua testa tra il groviglio di coperte.
Gli affonderà le dita tra i capelli e gli seppellirà un bacio sulla guancia umida, come fa sempre.
Coraggio, ribadirà, e Severus farà finta di non cogliere quella piccola sfumatura di preoccupazione che le trapela dalla voce.
Coraggio, coraggio sempre.
La marea nera non esita, mentre lo trascina sotto i rovi.
Così Severus pensa.
Pensa a quando morirà.
Non importa come.
Arriverà, la nera signora, e pensa a come sarà la pace, la pace che l'invaderà dentro, la pace che passa e tutto porta via.
S'immagina seduto su una collina, con il respiro sereno di chi sa che non c'è più tempo, che è solo quell'attimo che conta.
Pensa a quella nuvola di pelo scuro che gli si accoccolerà tra le gambe, aspettando che gli arruffi il pelo dai morbidi ricci.
Fa più male, adesso, quando si chiede quando succederà.
Forse mentre Potter lo fissa, Potter lo fissa sempre, e lui può quasi distinguere il suo volto imbronciato mutare, mutare solo per lui, appena.
Può vedere lo sguardo farsi lontano, smarrito, come se distinguesse qualcosa che è noto solo a lui, come se capisse, come se gli leggesse dentro.
Come se lo sapesse, quanto l'ha desiderato.
E poi, dopo che l'ha dilaniato e straziato, quando pensa che basti, la marea nera si ritira, bruscamente.
E il primo respiro che segue è la cosa più bella, gli riempie i polmoni di un tenue calore, racchiudendolo nel bozzolo del suo stesso respiro.
E' come vedere il mondo attraverso un vetro colorato.
Ed è tutto così perfetto che sente le lacrime di meraviglia che gli salgono agli occhi.