Non dirò niente. Il rischio è di trovarsi a discutere con schiere di sacerdotesse adoranti. E io che sono solo simpatizzante, neanche semplice adepta, non ho alcun diritto di parlare. Proprio zitta, però… Non ci riesco. Mai. Poche cose. Manuel Agnelli mi piace. E non perché è bello, non è neanche il mio tipo. Il fatto è che Manuel Agnelli ha quell’aria da arrogante che poi invece è sensibile che per me è molto interessante. Anche artisticamente. È un affascinante sputasentenze, vulnerabile eppure sorprendentemente solido in un mondo di anime belle come è quello indie. A renderlo pressoché irresistibile è l’ironia (“non mi pensavo, sai, così sensibile” canta con vocina irridente in Baby Fiducia), quell’aria da spaccone che pure si strugge in tormenti amorosi, quel piglio da "vero uomo" che non teme il rimmel e i vestiti da donna. Un istrione fuori dal comune, con una voce aspra e tagliente, ma capace di assolute dolcezze adolescenziali, inaspettati virtuosismi. Un paroliere intelligente e sfacciato, con un fiuto infallibile nell’intercettare le sensibilità generazionali, quale che sia la generazione.
E, sì, questa Oceano di gomma mi ha commossa. Ma lascio all’autore la significativa presentazione (ah, questi uomini sensibili… ) E' per un mio amico che non c'è più. Ma non è per commuovervi! E' perché non la scambiate per una canzone d'amore quando invece è una canzone d'amore.
Oceano di Gomma
Quando ti ho sognato eri una goccia in un oceano di gomma credo in te come tu credevi in me? un fiore d'oppio in porcellana e roccia
beh almeno tu sei vero anche se sei solo pensiero chi di noi due è reale tu non sei più vivo e io non sono mai stato capace di amare
sento che ho qualcosa qui dentro me che non voglio sapere i giovani cuori falliscono Roby può interessare?
che tu per me sei vero sei il mio più dolce pensiero il prezzo sai è un po' il mare ti culla e non ti vuol lasciare
tu per me sei vero sei il mio più dolce pensiero è solo tuo e mio il finale credo che per gli altri sia solo imbarazzante e virtuale
sai per me sei vero facciamo che sei il mio più dolce pensiero il prezzo è un po' il mare sembra che ti culli ma poi ti vuole ingoiare . . .
Ho incontrato Lord Byron. Suonava il piano. E aveva la camicia slacciata fino all’ombelico (a quel punto è subentrato un dubbio: non sarà mica qualcun altro che conosco?). Oh, bè, scherzi a parte… Non capita tutti i giorni di scoprire che “il poeta maledetto", chiunque egli sia, è qui tra noi, e dice le stesse parole d’amore di un eroe romanzesco. Non so, le parole che metterei in bocca al personaggio di una bella fan fiction… Se poi, oltre a parlare, canta, e persino ride, allora sono guai. Per me, almeno.
Manuel Agnelli, per quello che ho visto, in scena non ride quasi mai. Socchiude gli occhi. Si muove a scatti come farebbe uno nel sonno, quando sogna male. E poi urla: “Non sai, non sai che l'Amore è una patologia/ saprò come estirparla via” Ma in questo filmato ride. Il motivo è, credo, una vecchia polemica, per cui i fans degli Afterhours non vogliono che il gruppo canti in inglese. Io adoro quelli che non si prendono troppo sul serio. E non capisco le tante polemiche. Sull'iglese, su Sanremo, sul ruolo e gli "obblighi" che un gruppo indie deve avere nel panorama musicale. Per me, che non sono una fan degli Afterhours, possono fare quello che vogliono. Per me, che sono una fan di Manuel Agnelli, e proprio per questo non lo considero una mia proprietà, il tizio può fare quello che vuole. Certo, in italiano è meglio. Ci mette più passione, più rabbia. Quello che vuole… anche andare a Sanremo. Non sono di quelle che ha sospirato di sollievo, un mese fa: “Oh, per fortuna Manuel ha rifiutato Sanremo” Si può andare a Sanremo “con classe”. Mauro Ermanno Giovanardi docet. Sono convinta che Sanremo sia un piccolo, intenso psicodramma da non sottovalutare. E nello stesso tempo da non prendere troppo sul serio, né in positivo, né in negativo. Ma io sono irrimediabilmente mainstream. Come formazione, come cultura. Da qualche parte nel profondo ho un’indole indie, ma, come dire, “morbida”, mai rigida. Per cui ci sono molti modi per arrivare al cuore e al cervello della gente. Uno è questo.
E' quello che sai che ti uccide o è quello che non sai? Non mentire alle mani, al cuore, ai reni..
Lasciandoti fottere forte per spingerti presagi via dal cuore su in testa, sopprimerli
Non sai, non sai che l'Amore è una patologia saprò come estirparla via
torneremo a scorrere...torneremo a scorrere...
Eroe del mio inferno privato sei un giro di routine indossi il vuoto con classe è tutto ciò che avrai
perché¨ quando il dolore è più grande poi non senti più e per sentirmi vivo Ti ucciderò
Vedrai, vedrai se il mio Amore è una patologia saprò come estirparla via
torneremo a scorrere...torneremo a scorrere...torneremo a scorrere...torneremo a scorrere...
Lo so, lo so che il mio Amore è una patologia vorrei che mi uccidesse ora
Intanto quest'uomo ha naso, e quindi già mi piace, ma poi che testi! No, lo confesso, non divento scema per lui musicalmente, ma da "lettrice" ogni volta resto un po' ipnotizzata. E cacchio!!!
Intanto quest'uomo ha naso, e quindi già mi piace, ma poi che testi! No, lo confesso, non divento scema per lui musicalmente, ma da "lettrice" ogni volta resto un po' ipnotizzata. E cacchio!!!
A chi lo dici! Sia per il naso che per i testi... Oh, bè, per me ha qualcosa di ipnotico anche musicalmente. Gli After sono intensi, chiaramente in debito con la musica inglese e americana, ma di sicuro parecchie spanne sopra le cosiddette rockstar italiane di successo. Almeno per me. Che, come sarà chiaro, non sono più obiettiva. E poi sulla scena lui è abbastanza unico nel nostro panorama, se non altro perché è vero vero vero, anche quando è un po' teatrale.
Capita a volte di esprimere concetti universali e un po’ usurati, e di farlo con parole che gli altri già conoscono, ma con una tale passione, e una tale scelta dei tempi, che quelle parole e quegli accenti per gli altri suonano nuovi.
Ecco così la gelosia, e una situazione già nota alla fiction di tutto il mondo, che è quella di chiamare il nome sbagliato quando si è più indifesi e ci si lascia andare. Già sentito, si dirà. Ma quello che cambia è il tono, che quando è così sincero diventa davvero disarmante ( splendido pezzo, per dirla tutta)
Pelle – Afterhours
è facile sai averti se chiudo i miei begli occhietti spenti
e cerco su di me la tua pelle che non c'è poi ti entro, in fondo dentro, lo sai soltanto per capire chi sei forse sei un congegno che si spegne da se
e puoi maledire la tua bocca se sbagliando mi chiama quando lui ti tocca
cercherò su di me la tua pelle che non c'è ti entravo, in fondo dentro, lo sai soltanto per capire chi sei forse sei un congegno che si spegne da se
Se poi volessimo esplorare il lato più perverso di tutta la faccenda, potremmo rivolgerci alla prossima canzone. Si chiama Il Mio Ruolo, e mi stupisce per la sua onestà. Niente più urla disperate, né dichiarazioni d’amore, ma la lucida, onesta consapevolezza di una vertigine che è fatta anche di odio. L’ammissione, sincera fino alla brutalità, di un desiderio di vendetta che si compiace e si esaurisce nella sua stessa minaccia. “Stai attenta a te…”
Il Mio Ruolo - Afterhours
Ti ho vista spergiurare che lo seguirai Nel vento e nella neve per lui morirai Ma il mio ruolo è il pensiero malvagio Che ti porta via con se Perché se vuoi i colori Stai attenta a te La notte è la sorella, può nasconderti Quando fra le sue braccia riesci ad accenderti Proprio mentre un pensiero malvagio Ti porta dritto a me Perché tu vuoi i colori Stai attenta a te Nella neve e nel gelo Stai attenta a te
Capita a volte di usare persino la rima cuore/amore, e che questa cosa non suoni risaputa, ma altrettanto nuova ed esaltante come tutto il resto. E se mi evocano qualcosa, questi colori, e questi uomini senza cuore, è qualcosa che solo le mie sorelline malevolence potranno capire
Chissà Com’è - Afterhours
Certo lo so non ho più niente da dire Nè da rimpiangere o da fallire Devo solo comprare ormai Della seta rossa al mio male Con la quale farlo stare zitto
Sei diventato un fiore alto e disperato Perché è il tuo modo di gridar che vorrei Capita di non farcela Come quando perdi il tuo uomo O il tuo cane
Chissà chissà com'è Se è come me è quasi amore Chissà chissà com'è Se è come me è quasi amore
Anche il tuo mondo prima o poi invecchierà Ora sei il verbo che nessuno userà Capita di non farcela E di essere il coltello Ed insieme la ferita
Chissà chissà com'è Se è come me è quasi amore Chissà chissà com'è Se è come me non ha cuore
La prima volta l’ho trovato buffo. I suoi sguardi risentiti nel video di Pensiero Stupendo, la goliardica confidenza con Joe… Era divertente!
Poi ho ascoltato Tutto Fa un Po’ Male nella versione La Crus, e ho pensato che le parole erano belle.
Un po’ prima, o un po’ dopo, avevo ascoltato Male di Miele. Era intrigante. Ero già un po’ “presa”.
Poi è arrivato Oceano di Gomma, e ho pensato ancora una volta che i testi erano belli, e commoventi. Di più: ho pensato che la persona che li cantava era bella e commovente.
La reale esplosione dentro di me, il momento in cui queste sensazioni diverse si univano per poi deflagrare, è stato La Vedova Bianca. Parole e musica e persona che le cantava: tutto era perfetto. La passione febbrile, il dubbio nei confronti dei propri sentimenti e di quelli altrui. Parlava d’amore nel modo in cui ne avrei parlato io. Solo: con parole migliori delle mie. E la musica era esaltante, e poi potevo sentire la persona. Sentirla davvero. Anche se poi certamente la canzone parlava anche di tante altre cose che non potevo capire.
Poi c’è stata Ci sono Molti Modi, già amata prima ma riascoltata in un contesto speciale, il filmato dell’Italia Wave 2009. Sedeva al pianoforte come un moderno bohemienne. Ho ascoltato la sua risata. E da allora sono lì. C’è che mi ha sentita spergiurare che lo seguirò “nel vento e nella neve”…
Insomma, non esageriamo… Per adesso accetterò il fatto che Manuel non sarà a Sanremo. Grossa delusione, per me. Ma tant’è. Se c’è chi attraversa le tempeste, tra il vento e la neve, c’è anche chi può affrontare un Sanremo senza Manuel Agnelli (anche se spero proprio che qualche altro angelo, più o meno indie, venga a salvarmi dall'esercito di talentini e tenorini! )
La Vedova Bianca.
C'è qualcosa dentro di me Che è sbagliato E non ha limiti E c'è qualcosa dentro di te Che è sbagliato E ci rende simili
E un bacio sporco sa Spogliarmi il cuore dagli incubi Un bacio sporco sa Come un miliardo di uomini
Vieni a fare un giro dentro di me O questo fuoco si consumerà da sé E se una vita finisce qua Quest'altra vita presto comincerà
Nel tuo letto la novità E' fare a pezzi l'anima Ma la violenza della stabilità E' un modo di morire a metà
E un bacio sporco sa Spogliarmi il cuore dai demoni E c'è qualcosa dentro di noi Che è sbagliato ma ci rende simili
Un bacio sporco sa Come un milione di anime E se una vita finisce qua Quest'altra vita presto comincerà So che puoi Gettarmi via Ma ciò che vuoi Lo voglio anch'io E' troppo, troppo presto E' male Le tue labbra sono nude Sai che è solo il tempo A rivelare la stagione Vieni a fare un giro dentro di me O questo fuoco si consumerà da sé Un bacio sporco sa Spogliarmi il cuore dagli incubi Un bacio sporco sa Come un miliardo di uomini E anche tu hai qualcosa dentro di te Che è sbagliato e ci rende simili
C'è qualcosa di nuovo per te E' sbagliato perché non ha limiti E anche tu hai qualcosa per me E' sbagliato ma ci rende simili E' sbagliato ma ci rende simili E' sbagliato ma ci rende simili
Sarebbe impossibile riassumere in poche righe le mie impressioni sull’ultimo lavoro degli Afterhours, lavoro difficilissimo e sorprendente, coraggioso e disturbante. La mia piccola mente pop fa un po’ di fatica fra archi stridenti e dissonanze… Eppure… c’è qualcosa di ipnotico nella splendida Metamorfosi iniziale, e la voce di Manuel che si arrampica e poi discende di nuovo ha su di me l’effetto di certe veloci acrobazie degli insetti, che più volte ritornano in molti testi. Quel trucco, la plastilina che simula l’unto… di un liquido amniotico, di una trasformazione? mi fanno tornare alla mente certe mutazioni affascinanti e terribili… E allora capisco che quell’uomo-insetto, quell’uomo-farfalla, mi parla senza parole, in un linguaggio che già conosco… Coraggio, attesa, trasformazione. Tutto ciò che occorre per passare alla fase successiva. Che, c’è da crederci, sarà ancora più sorprendente.
I testi sono belli e dolorosamente precisi, come sempre. Sarebbe bello avere anche l’audio e il filmato del primo pezzo, ma ci sono problemi di diritti.
Metamorfosi Afterhours
Se è libertà Ora ce l'hai Tu ora ce l'hai già Ma se è cosi buona sai perchè fa cosi male ? Se è libertà Tu l'hai già
Ed io ho già Un anno in più Un se in più Se ci sarà vita Là Dove questa morte finirà
Io vorrei spiegarti cos'ho E' come un cane rabbioso che morde A sangue il mio futuro Ciò che non ho e perderò non torna
c'è di piu del destino che uno ha se non c'è prima o poi
E' un mostro l'amore se non c'è se non c'è nessuno che lo vuole ?
Muore dentro , e chi Muore certo , tu sai non torna
E' come un cane rabbioso che morde a sangue il mio futuro
Io vorrei sapere che cos'ho Che cos'ho qui per me Cosa c'è per noi Ciò che hai , ciò che perderai non torna
Padania Afterhours
Due ciminiere e un campo di neve fradicia Qui è dove sono nato e qui morirò Se un sogno si attacca come una colla all' anima tutto diventa vero tu invece no Ma puoi quasi averlo sai! puoi quasi averlo sai! tu puoi quasi averlo sai! E non ricordi cos è che vuoi Ha ancora un senso battersi contro un demone quando la dittatura è dentro te? lotti, tradisci, uccidi per cio che meriti fino a che non ricordi più che cos' è puoi quasi averlo sai! puoi quasi averlo sai! tu puoi quasi averlo sai e non ricordi cos è che vuoi Fare parte di un amore anche se è finto male fare parte della storia anche quella più crudele liberarti dalla fede e cadere finalmente tanto è furbo più di noi questo nulla questo niente puoi quasi averlo sai tu puoi quasi averlo sai tu puoi quasi averlo sai e non ricordi cos è che vuoi non ricordi cos è che vuoi! Se un sogno si attacca come una colla all' anima tutto diventa vero tu invece no!
Con questo pezzo completo la triade della trasformazione. Tra privato, politico e sociale. Il tessuto urbano si logora, la pelle si strappa. Il paesaggio decade in una visione che è insieme corrotta e congelata, in un continuo rimando tra mondo interiore e mondo esterno. Come in uno specchio. Tante cose si sono dette in questi giorni sugli Afterhours, sulla loro presenza “estranea”, che li fa sembrare alieni non solo nella classifica dei dischi (dove pure vanno piuttosto bene), ma persino nel concertone del primo maggio. Io, ormai lo sapete, sono una “piccola anima pop”. Nel mondo indie sono solo una turista. Ma so riconoscere quando un artista o un gruppo cercano la verità. Si fa fatica, spesso si sbaglia. Ma a volte è proprio come guardarsi in uno specchio.
La Terra Promessa si scioglie di colpo
Afterhours
Io non so se sia sbagliato o no solo che è cambiato il mio sguardo , il mio sorriso so che fuori non c'è più E una forza strana vuole che io sia quel che non sono e so che è per il mio bene E il mio bene sai è per me
Stefano l'avresti detto mai che col nostro bel viso Si specchiasse un mostro , un fesso , un clown ? Uno che non sei Ho una cosa dentro è uno stato nella mente e già lo so che col tempo , prima o poi io mi ci ammalerò
Senza cori nè bandiere è uno stato nella mente e so che c'è una dittatura perchè c'è qui dentro me
Io non so se sia sbagliato o no So che son cambiato
Video Il video è stato caricato da AdeleLaziale, che spero mi consenta la condivisione. Perché la bellezza va sempre condivisa
Se posso vorrei convocare oggi Manuel Hyde, il cantatutore. Quello con i capelli corti (o legati). (Scherzo, dai… Anche se, su questa teoria dei capelli, ci sarebbe da discutere… ) L’autore di cose intime e personali, canzoni privatissime che fanno sempre un po’ male, segno che vanno a colpire anche il “privato” altrui. Si dirà che ho sbagliato ad attribuire i ruoli, e che la selvaggia rockstar dalla lunga chioma è l’interprete ideale delle inquietudini e degli incubi di Hyde. Ma mi permetto di far notare che, se Jekyll è la normalità, se Jekyll è quello che la società si aspetta da noi, allora Jekyll è la rockstar. Mentre l’artista che apre testi come ferite (su musiche che possono essere lente o adrenaliche, non importa), colui che evoca mostri dalle proprio mani… ecco, quello sì, è Hyde.
I Milanesi Ammazzano Il Sabato (parole: Manuel agnelli. Musiche: Manuel Agnelli - Cesare Malfatti)
La mia vita A un chilometro da qua So quello che ho
La certezza di Ogni novità E' il senso di abitudine Già dalla sua metà
Ma se non fermassi qua Guidando fino a che Fino a svanire e ridere Morire oppur rivivere Me-solo per me
La mia casa A un chilometro da qui Con-tu ed Emma-un regno Beh questo è il vostro re