Vogliamo la testa di Yates e la vogliamo adesso, Impressioni sui Doni II parte (SPOILERS)

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Astry
view post Posted on 19/7/2011, 20:04 by: Astry




Ecco la mia critica completa... velenosa come sempre.

Tante lacrime in meno per colpa di una lacrima di troppo


Ebbene sì, anche questa volta Yates non mi ha deluso, nel senso che ha confermato la sua superficialità come regista. Lasciamo perdere le varie sfumature come il colore degli occhi dei personaggi, che una volta li hanno verdi, una volta blu e una volta castani, cosa che sarebbe trascurabile in un altro film, ma non in una storia nella quale i personaggi non fanno altro che sottolineare che il protagonista dovrebbe avere il colore degli occhi della madre, che solo per il ricordo di quegli occhi un altro si fa ammazzare, e via dicendo…
Partiamo dall’inizio: il film si apre con una scena già vista nel film precedente, ovvero con Voldemort che prende la bacchetta di sambuco dalla tomba di Silente, l’unico cosa che mi passa per la testa in quel momento è: ma chi diavolo è l’architetto? Immaginatevi uno come Silente, tutto medievaleggiante con la sua barba alla Merlino che viene sepolto in quella cosa super moderna alla star trek, vabbe’, la tomba l’avevo già bocciata nel film precedente quindi non mi soffermo oltre sull’argomento.
Andiamo avanti, saltiamo la conversazione con Olivander e Unci Unci, poche spiegazioni sul motivo che spinge il folletto a pretendere la spada, ma per il resto nulla da dire.
Passiamo alla scena della Gringott.
Molto brava la Bonhan Carter nei panni di Hermione che finge di essere Bellatrix, forse un po’ esagerato il fatto che non sappia camminare coi tacchi (ma su, quale ragazza non ha mai messo i tacchi?)
Bella tutta la scena col drago, splendidamente riusciti gli effetti speciali e il drago ferito e pallido faceva davvero una gran pena, povera bestiola, ehm… l’incantesimo della camera blindata un po’ debole, ma non dovevano essere arroventati gli oggetti? Non si spiega infatti la scena successiva, quando Hermione passa il dittamo sulle mani dei suoi amici, mica si erano scottati. Yates dovrebbe fare una curetta della memoria e ricordarsi le scene precedenti, invece continua a tagliare i pezzi a caso.
L’idea che Harry possa sentire di volta in volta quali sono gli Horcrux mancanti non c’entra affatto col libro, ma è comprensibilmente utile ad evitare tanti ragionamenti (che oltretutto si sarebbero dovuti fare nel film precedente) per capire in base a cosa Voldemort sceglie alcuni oggetti specifici.
E passiamo quindi a Hogsmeade.
Qui incontriamo un nuovo personaggio che, grazie a Hermione, riconosciamo come il fratello di Silente. Ma c’è qualcun altro nella casa del mago, ed è una certa Ariana. E qui sfido chi non ha letto il libro a capire perché Aberforth ce l’ha tanto con suo fratello e cosa esattamente ha combinato Silente ad Ariana. Direi che qualche parola in più di spiegazione non avrebbe appesantito tanto il film e avrebbe aiutato il pubblico a comprendere meglio l’astio di Abelforth (tanto più che Yates ha avuto a disposizione due film per poter spiegare questo piccolo particolare e insieme anche tutta la faccenda della bacchetta di Sanbuco…)
Ed eccoci di nuovo a Hogwarts e al tanto atteso (almeno per me) scontro fra Piton e la McGranitt. Ora penserete: che avrà da criticare su questa scena?
Primo, e cosa fondamentale: Piton sta cercando disperatamente Harry per comunicargli il messaggio di Silente (il pubblico non lo sa, ma questa è la storia) e non dovrebbe incontrarlo perché Harry DOVREBBE starsene nascosto sotto i mantello dell’invisibilità, invece questo Harry salta fuori come fosse Walker Texas Ranger (mancava solo la battuta “affronta me se hai il coraggio”) nel bel mezzo della Sala Grande. Ovviamente per i piccoli fan del maghetto (maghetto un po’ cresciuto ormai) questa uscita è molto divertente, peccato che va a snaturare il personaggio.
Yates ha spiegato che era necessario un confronto fra Harry e Piton, ma quel confronto avrebbe dovuto esserci nel sesto film subito dopo la morte di Silente e non c’è stato o, almeno è stato molto veloce e poco drammatico. Forse Yates si è reso conto di aver fatto un gran polpettone e di ritrovarsi nel finale con una marea di fili pendenti e personaggi bidimensionali.
La battaglia con la McGranitt è molto veloce, pare che gli incantesimi si siano ridotti a due in questo film: l’incantesimo fiammeggiante e l’incantesimo dei coriandoli… (su questo ci torno più avanti).
Ma la McGranitt non è l’insegnante di trasfigurazione? Dove sono finite le lingue di fuoco che si tramutano in pugnali volanti e le armature che si animano? Certe scene non dovrebbero essere più spettacolari nel film che nel libro? Pare che Yates sia un minimalista. A questo punto bastava munire i maghi di un normale lanciafiamme babbano e non sarebbe servito altro.
In compenso ci ha risparmiato il vetro rotto a forma di Piton (un punto a favore del regista… non faccio i conti perché comunque non ci farebbe una bella figura)
Maggie Smith è, a dir poco, eccezionale, ma non sono di certo i bravi attori che mancano in questo film, per fortuna con la loro simpatia e presenza scenica rimediano agli errori della regia. Certo che se poi Yates li inquadra da dieci chilometri di distanza, o, peggio ancora, ci mostra solo i loro nasi… non è che possano fare miracoli. Alcune battute spezzano la drammaticità, ma per fortuna sono migliori di quelle di altri film di Yates. Tipo la McGrannit che dopo aver dato vita alle statue dice: "era una vita che volevo provare quest'incantesimo" e li tutta la sala ha riso.
Per il resto della battaglia nulla da dire, bello l’incantesimo di protezione sulla scuola, simpatica la scena di Neville sul ponte.
La scena della Dama Grigia non è male. Bella lei e fantastica Luna che si dimostra sempre un personaggio geniale. Non si spiega la storia del fantasma e di come il diadema sia finito nelle mani di Voldemort, ma, forse, nessuno in sala, fra quelli che non avevano letto il libro, se lo è chiesto.
Il bacio di Ron e Hermione, dopo la distruzione del calice, era molto atteso, e, per fortuna, si è rivelato meno mieloso di quanto mi aspettassi. Nel senso che, in quel punto, ci sta proprio bene e spezza la tensione senza però nulla togliere al dramma che si sta consumando nella scuola.
Il fuoco nella stanza delle necessità è ben fatto anche se muore il personaggio sbagliato, ma le motivazioni di tale scelta le sappiamo tutti (e per chi non le sa, diciamo che l’attore non era disponibile).
A questo punto alle snapine come me comincia a venire uno strano nodo allo stomaco, e sì, non appena viene inquadrato il fianco della montagna dove si trova la scuola e si vede, in fondo alla scalinata, la rimessa delle barche, già sappiamo cosa sta per succedere.
E qui, ero pronta con i fazzoletti, ma l’unica cosa tragica di questa scena è che non mi ha fatta piangere. Ok, il nodo allo stomaco m’è venuto, quello si, ma per quello è stato sufficiente lo sguardo di Alan Rickman, per il resto mi è mancato il volto pallido e rigido come il marmo di Piton che fissa il serpente mentre continua a ripetere come un disco rotto “lasciate che vi porti il ragazzo”. Quello sì mi avrebbe fatta piangere, e quelle poche parole pronunciate a fatica da un uomo che muore sgozzato, ma dico, questo Piton morente per poco non si mette a recitare la Divina commedia. Doveva dire solo “Guardami”, solo quello, e lui che si mette a spiegare a Harry che deve andare al pensatoio e che ha gli occhi di sua madre e insomma, troppe chiacchiere. Tenero comunque Potterino che cerca di tamponare la ferita sul collo, nel frattempo che Piton chiacchiera (mi ha ricordato l'opera lirica in cui il tenore prima di morire si canta tutta un'aria).
Per non parlare del fatto che Voldemort usa il Sectumsempra per ferirlo prima di scatenargli contro il serpente. Ma dico, il Sectumsempra? Ma quell’incantesimo l’ha inventato Piton. Non ho capito se la cosa voleva essere simbolica (considerando che stiamo parlando di Yates direi di no, certe sottigliezze non sono da lui) o solo di cattivo gusto. Del resto anche la Stamberga aveva un valore simbolico per i fan, ma farlo morire nella rimessa delle barche per il regista era più poetico… gia, forse sarebbe stato bello e scenografico se, dalle famose vetrate si fosse vista la scuola in fiamme, come avevano annunciato, ma dal vetro zozzo, non si vedeva proprio niente. Vetro che si è rivelato molto utile a nascondere una delle scene più crude di tutto il film. Direi che per sadiche quali siamo noi snapine, Nagini che sbattucchia sul vetro sporco non è poi così impressionante. Si intuisce la violenza, ma non si vede niente (la mia amica, che odia i serpenti ed è saltata dalla poltrona del cinema in quel momento, non condividerà di certo questo mio pensiero). Anche qui comunque Alan ha dimostrato di essere un ottimo attore, persino quando gli viene inquadrato solo il naso. I ricordi li avrei preferiti come fili argentei e luminosi, ma accontentiamoci della lacrima (l’ho già detto che Yates è un minimalista?)
E arriviamo alla scena del pensatoio, passando naturalmente per la sala grande nella quale il trio si imbatte nelle vittime della battaglia. La famiglia Weasley riunita attorno al corpo di uno dei gemelli (la scena della sua morte è stata intravista, ma chi non l’aspettava direi che non può averla notata). Remus e Tonks sono sdraiati uno accanto all’altra come nel libro.
Harry entra nello studio di Silente e il nuovo pensatoio stile disco volante vola in mezzo alla stanza.
I ricordi nell’insieme direi che sono ben fatti, anche se mancano cose fondamentali come il peggior ricordo e la spiegazione del perché Lily si è allontanata da Piton, e nessun cenno alla profezia rivelata da Piton, per il resto c'è tutto, Piton che chiede l’ aiuto di Silente per salvare Lily (beh anche qui non è chiaro che lui è in effetti un Mangiamorte e per quello, quando si trova di fronte a Silente, lo supplica di non ucciderlo) lui che piange nello studio del preside, la scena in cui gli cura la mano e poi il preside che gli chiede di ucciderlo e la scena della cerva, il tutto non segue un ordine cronologico, ma ricordi passati si mescolano ai più recenti. I vari avvenimenti come Silente che spiega a Piton che Harry deve morire e poi Piton che evoca la cerva sono inframmezzati dal percorso di Piton che entra in casa di Lily e la trova morta. Ora, quanti di quelli che non hanno letto il libro avranno immaginato James Potter come un… scusate il termine… gran cornuto? Ho sentito persino qualcuno chiedersi se Harry fosse il figlio di Piton. Ma quanto costava a Yates inserire tre secondi della scena in cui Lily e Piton litigano, per far capire come poi lei abbia sposato James Potter e Piton invece, pur essendo diventato un Mangiamorte, sia sempre rimasto innamorato di lei con in più il rimorso di essere stato la causa della sua morte?
Passiamo alla scena della foresta. Harry ha scoperto tramite i ricordi di Piton di essere l’ultimo Horcrux, si reca quindi nella foresta per andare a morire. Nel film, a differenza del libro, lo rivela ai suoi amici, ma a parte sottigliezze sul carattere del personaggio che solo i veri fan possono capire, questa cosa non sconvolge più di tanto la trama. Anche qui non spunta nessuna lacrima, ma forse perché a me questa scena non piaceva nemmeno nel libro, quindi magari la colpa non è di Yates, o forse si? Comunque Harry si sacrifica e si ritrova in un limbo luminoso. La scena è più o meno come me l’ero immaginata, Silente/San Pietro fa la sua apparizione, ovviamente nessun cenno al suo passato, dato che nemmeno prima se n’è parlato, quindi le spiegazioni non servono. Il Voldemort/feto è abbastanza schifosetto, ma anche quello è più o meno come lo immaginavo. Ed ecco arriva la battuta di Harry sui Patronus che ha scatenato i dubbi di molti spettatori. Il Patronus di Piton è uguale a quello di Lily, ma siccome nei film precedenti non si è spiegato il fatto che il Patronus può cambiare la sua forma e prenderne una che ricordi la persona amata, non si capisce bene tutto questo parlare di cervi e corna.
Voldemort e tutta la sua schiera tornano a Hogwarts in pompa magna con il “cadavere” di Harry Potter come trofeo ah, no, quello è sempre Walker il ranger che salta giù dalle braccia di Hagrid gridando: “t’ho fregato, non sono mica morto”. Beh, più o meno. I Malfoy che se la svignano insieme mi hanno fatto tenerezza, ho sentito gridare dalla poltrona accanto “tengo famiglia!” in effetti il comportamento di Lucius e Narcissa è poco eroico, ma perfettamente comprensibile, e nel film è reso bene il fatto che i due pensano soprattutto a salvare la pelle del loro pargolo, lasciando che Voldemort e tutta la schiera dei Mangiamorte se la vedano da soli. Il discorso di Neville ci può anche stare, ci siamo risparmiati un cappello bruciato e una testa ustionata, non sarebbe stato un bel vedere. Ma che fatica ammazzare ‘sto serpente. Insomma Nagini (che è un femminuccia, ma il regista non l’ha capito, o è solo un errore di doppiaggio?) che viene rincorsa per tutta Hogwarts faceva scena, e ha permesso altre azioni alla Walker per Potter che, a quanto pare, è diventato così bravo da tener testa al più grande mago di tutti i tempi, peccato che la storia non sia questa e nessuno ha capito che Harry Potter vince solo perché Voldy praticamente si ammazza da solo per la seconda volta, per la sua arroganza, la sua incapacità di comprendere il sacrificio ecc. ecc. ecc. Certo in un film per bambini, che è quello che poi si è rivelato questo, l’eroe sconfigge il cattivo a suon di incantesimi. Semplice, coreografico, insomma tutti felici e il 3D ci guadagna.
A proposito del 3D, era una schifezza pure quello. Bellatrix che esplode non mi è piaciuta per niente, Voldemort che si dissolve come carta incenerita non è male. In ogni caso gli incantesimi a disposizioni di Yates, come ho già detto, sono le fiamme e i coriandoli. Con Voldemort li ha sommati entrambi, così ci ha regalato un Signore Oscuro bruciacchiato che si trasforma in coriandoli.
Gli effetti speciali nell’insieme sono ben riusciti a parte i ringiovanimenti (Piton nei ricordi in certi momenti non è male, in altri sembra che abbia esagerato col botulino) e invecchiamenti (la scena finale). Le varie morti (dei cattivi)sono state applaudite, baci e pomiciamenti per fortuna sono stati ridotti al minimo indispensabile.
Altro cavallo di battaglia di Yates sono i finali *come dici, Yates? Non ti piacciono i finali alla “ritorno del re”?
Ma certo, nessuno pretende che tutta Hogwarts si inginocchi davanti all’eroe, ma caspita, Harry entra a scuola dopo aver vinto la guerra, e solo Hagrid va ad abbracciarlo? Insomma ero per mettermi ad urlare in sala “qualcuno lo calcola ‘sto poveraccio?”
E poi… finalmente, alla comparsa dei titoli di coda, sono arrivate le lacrime. Al pensiero di tutte le persone che ho conosciuto grazie a Harry Potter, le amiche con le quali ho condiviso sogni e passioni in questi anni, alle discussioni a volte accese, agli incontri, alle notti passate ad attendere l’uscita dei libri, il nodo allo stomaco si è fatto davvero doloroso. Yates non ci ha reso giustizia, ma noi il film lo abbiamo immaginato così tante volte che la sua è solo una versione in più della storia, una delle migliaia che ogni fan ha creato con la propria fantasia.
 
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