Il miglior ricordo di Piton, La Felix Felicis del Principe Mezzosangue

« Older   Newer »
  Share  
La Ragazza delle Arance
view post Posted on 21/7/2011, 17:48




Posto anche qui il mio primo tentativo!
Secondo il gergo delle FF, questo racconto entrarebbe nella categoria del "momento mancante". Propriamente, non ci sono spoiler, ma consiglio di non leggerla a chi non conosce gli ultimi tre libri, perché potrebbe arrivare ad intuire qualcosa.
Spero che possa essere per voi una buona lettura!

__________________________________________________________________





Preparare pozioni è un ottimo espediente contro il Decreto per la Ragionevole Restrizione dell’Arte Magica tra i Minorenni, giacché nessun ragionevole mago passerebbe tutto il tempo fuori da Hogwarts con le mani in mano.
E sono un paio di pallide mani all’opera, infatti, quelle attraverso le quali introduciamo il nostro personaggio: un ragazzo sui quindici anni, dai capelli neri piuttosto lunghi, una forma piuttosto spigolosa e una piuttosto lunga appendice nasale. Severus Piton non aveva, nel complesso, un aspetto molto sano, probabilmente a causa di un fattore di costituzione naturale aiutato dallo snobismo intellettuale nei confronti di un certo tipo di cura di sé.
Il ragazzo trascorreva la maggior parte delle sue giornate estive chiuso in un capanno situato alla necessaria distanza dalla sua casa paterna, in riva ad un lago, immerso tra fumi e vapori, intento ad affinare la sua arte nel preparare pozioni, e l’unico motivo per cui interrompeva di buon grado i suoi studi erano le quotidiane passeggiate durante le quali lo allietava la presenza di colei che, sin dall’infanzia, aveva per lui rappresentato la maggiore fonte di affetto: una piccola donna dagli splendidi occhi verdi e una chioma rossa che rispondeva al nome di Lily Evans.
«A quale deficiente verrebbe in mente di suggerire di tagliare questi cosi, quando il modo migliore per estrarne il succo sarebbe quello di schiacciarli?!», mormorò Piton a denti stretti, con tono piatto. Era alle prese con un Distillato di Morte Vivente, la prima della lunga serie di pozioni contenute nel libro di testo Pozioni Avanzate, un vecchio libro ingiallito che era appartenuto a sua madre ed al quale Piton era giunto, con molta soddisfazione, con più di un anno di anticipo rispetto agli standard accademici. Gli occorsero diverse ore ed un consistente numero di correzioni per riuscire ad ottenere una pozione soddisfacente, ed era già passata da un pezzo l’ora di cena quando si chiuse alle spalle la porta d’ingresso della casa in cui viveva, ormai, quasi solamente con la madre.
«Prima è passato un Babbano con una lettera da parte di tuo padre», furono le secche parole con le quali lo accolse la donna da cui aveva ereditato gran parte dei suoi caratteri.
«Affascinante», fu la sua ossimorica risposta, dal momento che prese la lettera che si trovava sul tavolo e la avvicinò immediatamente alla fiamma della candela, per poi lanciarla nel caminetto vuoto, perché finisse di bruciare e lo lasciasse in pace, mentre lui pensava a chiudersi nella sua stanza e a sedersi ad un tavolo sul quale si trovavano sparsi dei fogli di pergamena e delle piume d’oca.
Si mise a guardare uno schizzo a mezzobusto di Lily , un disegno che lo aveva tenuto impegnato per quasi tutta la mattinata. Lentamente, prese una piuma d’oca, e cominciò ad apportare una modifica: dopo qualche minuto nel disegno compariva anche la sua mano, solo la sua mano, che toccava quella della ragazza.
Qualcosa stava cambiando, stavano crescendo, ed era già da un anno che cercava di respingere questo pensiero, di ignorarlo ostinatamente, ma questo continuava a reclamare considerazione. Era stato il Cappello Parlante il primo responsabile della reazione a catena di cambiamenti, lo Smistamento in due Casate differenti, Serpeverde e Grifondoro, tra di loro massimamente ostili, unita alla crescente influenza delle rispettive nuove amicizie o anche solo frequentazioni. I mesi estivi, da quel punto di vista, rappresentavano un’oasi di pace priva di tensioni ed imbarazzo. Piton cominciava ad avvertire il peso di un grado sempre maggiore di dissociazione tra due istanze in lui compresenti...
Eccoli lì, infatti, prodotti dalla sua attività onirica, mentre scivolava nel sonno, un serpente ed una rossa figura leonina. Il serpente striscia incontro a lei, striscia intorno a lei, la avvolge. La leonessa sembra preoccupata, si guarda intorno, ma rimane immobile, e comincia a leccare la testa del serpente. L’immagine era accompagnata da una sensazione di angoscia straordinariamente intensa, e si concludeva con un volo lento e danzante intrapreso dai due animali avvinghiati.

«Eccoci qua, miei cari giovani studenti, finalmente ci ritroviamo per cominciare il nostro quinto anno in quest’aula! Mi sono permesso di dare un’occhiata all’orario delle vostre lezioni, e ho potuto constatare - con mio grande piacere - che questa mattina avete già avuto una lezione di Trasfigurazione, e sono sicuro che la professoressa McGrannitt abbia già provveduto a spiegarvi sufficientemente tutto ciò che è necessario sapere sui G.U.F.O. che dovrete affrontare alla fine di quest’anno scolastico. Non è così, Lily?», il professor Lumacorno amava interpellare per ogni questione i suoi alunni preferiti.
«Crede bene, signore!»
«Benissimo! Vi propongo di metterci subito al lavoro, dunque, perché ho pensato di proporvi qualcosa di molto complesso, che potrebbe però rivelarsi molto interessante, e molto utile. Questa», disse Lumacorno mostrando la piccolissima boccetta che teneva nella mano sinistra, «è una porzione di Felix Felicis». Un momento di silenzio gli fu sufficiente per cogliere l’improvviso e rapidissimo accendersi degli occhi di Severus. «Vuole spiegarci lei di cosa si tratta, signor Piton?»
Il giovane abbassò subito lo sguardo. Sentiva addosso le occhiate irritanti di quel solito gruppetto di Grifondoro sempre pronti a deriderlo, ma aveva imparato ormai da tempo a non lasciarsi intimorire. «Fortuna liquida», esordì, rivolgendo nuovamente i suoi occhi al docente di fronte a lui. «Ciò che è necessario sapere di questa pozione, è che un solo sorso è sufficiente a far prendere la migliore delle pieghe possibili a tutte le azioni intraprese in quella giornata.»
«Esatto, signor Piton, esatto!», confermò gaiamente Lumacorno, «E questa sarà la ricompensa per colui che sarà in grado di preparare decentemente la pozione di cui vi parlerò tra poco. Ovviamente, è assolutamente proibito farne uso durante gli esami, ma potrebbe essere un aiuto non indifferente per riuscire a portare a termine un ripasso ottimale.»

“...potrebbe essere un aiuto non indifferente per riuscire a portare a termine un ripasso ottimale”, queste erano state le parole di Horace Lumacorno durante la prima lezione dell’anno, quando Severus era stato in grado di preparare un ottimo Distillato di morte vivente, tanto da guadagnare la boccetta di Felix Felicis che era stata messa in palio. Aveva dimenticato di possederla, tant’è che, nonostante la sua silenziosa sicurezza nelle sue conoscenze, cominciò ad accarezzare l’idea di utilizzarla veramente nel modo suggerito dal suo professore di Pozioni, dato che era giunto al giorno precedente la prima prova dei G.U.F.O. senza averne avuto bisogno, per un anno, in alcuna altra occasione.
“Non illuderti, Mocciosus!”, aveva detto James Potter mentre Piton si avviava lungo il corridoio a lezione conclusa, con la sua nuova boccetta tra le mani. “Non potrà mai renderti più Fortunato di quanto tu renderai Sfortunata lei!”. Le risate oltremodo divertite di Sirius Black cominciarono presto a fare eco a quelle del suo migliore amico James.
“Severus! Sei stato bravissimo, Severus!”, Lily usciva dall’aula accelerando il passo per andare a complimentarsi con il suo amico, ma sul volto le si dipinse un’espressione piena d’apprensione nel vedere i suoi compagni di Casata ridacchiare poco più in là. Non era affatto difficile dedurre il cominciamento di un battibecco, sia dalle loro espressioni, sia dal fatto che erano solo in tre: appoggiati contro il muro del corridoio, c’erano Potter, Black e quel Minus che trotterellava sempre dietro di loro, ma mancava il quarto ragazzo del gruppetto, Remus Lupin, l’unico che avrebbe potuto sortire un effetto di moderazione sui suoi compagni.
“Fossi in te, starei più attenta, Evans!”, riprese Potter, “Ci tengo al tuo bel visino, e ho paura che tutta questa vicinanza a Mocciosus possa provocarti conseguenze simili a quelle di una Fattura pungente, ma d’altronde...”
“Hey-hey-hey, Mocciosus! Abbassa quella bacchetta e ricomponiti, per piacere!”, intervenne Black, poiché effettivamente Piton aveva tirato fuori dalla tasca dei pantaloni la sua bacchetta, e la stava puntando contro James, con il volto sfigurato dall’espressione di odio. “Ti sembra questo il modo di scomporsi alla presenza di una giovane dama?”
Ma la bacchetta venne agitata già mentre Sirius pronunciava le ultime parole. Un movimento secco, come di frusta, e un incantesimo pronunciato tra sé e sé, un sussurro volto a proteggere il prodotto ancora in via di perfezionamento di mesi di lavoro: “Sectumsempra!”. Dalla punta della bacchetta di Piton si staccarono rapidissimamente una mezza dozzina di filamenti argentati che, attraversando l’aria come piccole bisce, arrivarono addosso a James Potter, provocandogli, in diversi punti del corpo, delle piccole ferite dalle quali cominciò tuttavia a fuoriuscire un abbondante flusso sanguigno.
Minus lanciò uno strillo acuto, Sirius infilò la mano nella tasca per attaccare a sua volta, ma la voce di Lily risuonò per il corridoio. “Siete peggio di troll!”, guardava la crescente perplessità di James davanti alle sue ferite, “porta il tuo amico in infermeria, Black”. Queste ultime parole furono poco più di un sussurro, poi la ragazza volse le spalle e cominciò ad allontanarsi con passo veloce.
Piton ricordava perfettamente che Lily non gli aveva rivolto la parola per cinque giorni, dopodiché era arrivato un nuovo litigio: Lily era sconvolta per lo spazio che la Magia Oscura stava conquistando nella vita dell’amico, e Piton, dal suo canto, attribuiva paranoicamente a quel discorso soltanto il senso di voler difendere i suoi deficienti compagni Grifondoro.
Severus si stava massaggiando le tempie; stava di nuovo, ancora pensando a lei. Si avvicinò al comodino accanto al suo letto a baldacchino, aprì il cassetto ed estrasse il foglio di pergamena con il disegno che aveva fatto l’estate precedente. Sfiorò con le dita la superficie giallina, «È... un desiderio... della mano... l’impulso... di toccarla...». Un bisbiglio affannoso, poi rimise velocemente il foglio nel cassetto, lo chiuse a chiave e si curvò sul baule. Nel Dormitorio non c’era nessuno... Recuperò la sua boccetta di Felix Felicis da dentro un paio di guanti e la ingoiò in un sol sorso. Quando si rimise dritto, sorrideva. Lanciò uno sguardo alla pila di libri e fogli coperti da una scrittura fitta che occupavano la sua scrivania, vi passò accanto senza fermarsi ed uscì dal Dormitorio e poi dalla Sala Comune, spostandosi, rimanendo nei sotterranei, verso un’altra ala del castello.
Tre quarti d’ora più tardi, usciva vittorioso dalle cucine, dentro le quali era riuscito ad intrufolarsi per persuadere gli Elfi domestici a riempirgli un cestino con del cibo, ed ora stringeva nella mano il nodo che chiudeva a sacco una tovaglia dentro la quale, grazie ad un incantesimo estensivo, si trovavano due porzioni di ogni portata prevista per la cena. Proprio nel momento in cui si avvicinava lateralmente al portone d’ingresso della Sala Grande, vide venirgli incontro Lily, accompagnata dalla sua amica Rebekka East.
«Vieni, Lily, questa sera non si cena qui dentro!», le disse a voce bassa non appena fu più vicina. Lily inclinò la testa di lato, guardando con un’espressione divertita e sorpresa il sorriso di Severus, il sorriso dei loro giochi di bambini.
«Scusami, Rebekka, continueremo a parlarne più tardi... Buon appetito!». La ragazza cominciò a seguire Piton, che già aveva cominciato a dirigersi verso il portone principale. «È molto buffo che tu stia uscendo dal castello, Severus, dove vuoi andare?»
«Tu seguimi, Lily», fu la sua sola risposta, accompagnata dal movimento del braccio che invitava la ragazza a prendergli la mano, come tante volte aveva già fatto, ma anche come non faceva ormai da tempo.
Quando giunsero in una radura sul limitare della Foresta Proibita, il sorriso di Lily Evans aveva ormai raggiunto il massimo dell’ampiezza. «Vuoi fare un pic nic, Severus?»
«Esatto», rispose lui, mentre agitava la bacchetta in modo da radunare davanti a lui alcune pietre che si trovavano là intorno e portandole a disporsi in cerchio. Quando concluse questa operazione, Lily vi puntò la bacchetta verso il centro e comparve un bel fuoco, perfetto per venire incontro al chiarore lunare e al fresco della sera.
Dei tanti doni degli Elfi domestici, finirono con il consumare quasi solamente il dolce. «Mi hai sorpresa, Severus», disse ad un certo punto Lily, «Pensavo che non ti avrei visto nemmeno in Sala Grande questa sera, che saresti stato chino sui libri fino a domattina, e invece, la sera prima degli esami, sei venuto a cercare me, ed hai pensato a tutto questo...».
Severus volle di nuovo stringere la sua mano e, tenendola sempre nella sua, gattonò un po’ sull’erba per avvicinarsi ancora alla ragazza, per mettervisi seduto accanto, con i fianchi che si toccavano tra loro. «Mi sono chiesto innumerevoli volte che fiori avrei potuto regalarti, Lily», cominciò a dire, con voce piuttosto bassa e roca. Quindi prese di nuovo in mano la bacchetta ed Evocò, tra le ginocchia incrociate della ragazza, uno splendido mazzo di narcisi. «Ho scelto questi, perché questi portano il nome di ciò che ho perso incontrandoti, Lily - sei tu, Lily, l’oggetto del mio amore».
La ragazza strinse più forte la sua mano. Se qualcuno avesse voluto sperimentare un incantesimo Sonorus sui cuori dei due giovani, i battiti amplificati avrebbero riempito l’aria di boati assordanti. Eppure quei due ragazzini, sembravano diventare sempre più piccoli mentre si avvicinavano, con gli occhi chiusi, e le labbra tremanti finché non si chiusero le une sulle altre, quelle di lui su quelle di lei, aprendo il bacio di Severus Piton a Lily Evans, il bacio a cui avrebbe in seguito legato tutta la sua vita.
Quella notte, Severus Piton, sognò di annegare in un lago dalla superficie coperta di petali di gigli...

Purtroppo, però, durante quella notte l’effetto della Fortuna liquida svanì gradualmente, e, da quel momento, furono molto poche le azioni intraprese dal giovane Severus che ebbero conseguenze felici. Il resto della storia, lo conoscete, non c’è bisogno di modificarlo, perché perderebbe la sua bellezza. Ho solo voluto regalare a questo personaggio magnifico un momento di gioia che non intaccasse il resto, un ricordo migliore con cui compensare quello peggiore e dal quale trarre tutta la forza necessaria per lavorare duramente al fine di guadagnare la sua redenzione finale.
 
Top
view post Posted on 18/5/2012, 17:45

Viviamo tutti nelle tenebre, ma alcuni guardano le stelle

Group:
Member
Posts:
6,236
Location:
Padova

Status:


Che bella fanfiction!. Severus e' molto dolce. W il nostro principe mezzosangue! Il migliore pozionista del secolo,
 
Contacts  Top
Arien73
view post Posted on 18/9/2013, 16:04




Una ff dolcissima e struggente, il Severus quindicenne con il suo carattere austero e pungente ma anche con i suoi primi turbamenti amorosi è veramente un'immagine bellissima. Hai reso perfettamente il personaggio e anche tutti gli altri, in particolar modo James e Sirius che sono stati proprio arroganti e antipatici come nei ricordi di Severus!
Mi sembra bellissimo che tu abbia voluto regalargli un momento di perfetta felicità con Lily, sarebbe stato bello se avesse potuto avere almeno un ricordo del genere e non solo tristezza e umiliazioni.
Grazie per questo piccolo grande gioiello!
 
Top
2 replies since 21/7/2011, 17:48   341 views
  Share