CITAZIONE (Mixky @ 29/11/2011, 11:38)
Ed io non posso che abbracciarti forte forte.
A volte anche adesso mi sento così come dici tu. Anche adesso che sono grande (sono grande? su questo alcuni potrebbero obiettare...) ci sono momenti in cui mi manca quella mano tesa e mi sento giù, però adesso ho te e le altre ochette e non sono mai davvero sola. Quei momenti sono sempre più rari perchè mi basta mandare un e-mail o un sms e torna a splendere il sole.
Sei il mio Peter, lo sai!
Ti voglio un mare di bene.
Lo so, e ti voglio bene anche io. Anzi, VI voglio bene.
La cosa curiosa è che io non mi ci sento più così. Col tempo ho imparato a piacermi così tanto, con tutti i difetti che ho, che... be', mi piaccio, appunto, anche se suona magari arrogante dirlo.
O meglio, ci sono cose in cui non mi piaccio a volte, ma non sono mai quelle per cui non mi piacevo allora.
Quando cercano di convincerti che tu non sei all'altezza o che non "vali", o per meglio dire che ti meriti il loro stupido bullismo, più o meno grave che sia (che sia solo verbale o che ti mettano le mani adosso, che si tratti appena di una sciarpa nascosta e di un quaderno strappato o che sia una risata o un insulto è sempre bullismo) alla fine hai, tra le diverse opzioni per reagire, quella di amarti tu, di amare proprio quello che loro cercano di farti odiare e che ridicolizzano. Per dirla con Severus, puoi scegliere di amare lo Snivellus che c'è dentro di te.
Ecco, io sono così! Sono un po' nerd, lo so. A 36 anni suonati sono una fangirl sfegatata, mi emoziono per un telefilm, scrivo storie su un libro per ragazzi e leggo manga. Sì, sono sul serio rimasta un po' la nerd con gli occhiali che ero. E me ne vanto!
Anzi, come recita una vignetta che amo: "Non sono nerd, sono solo più intelligente di te!"
Io lo penso sul serio da anni: sono addirittura migliore di un paio di imbecilli che mi ritrovavo in classe. I perdenti erano loro e il bello è che lo sono ancora.
Quando li incrocio per strada scuoto il capo. "Ma guarda come inizia a vedersi anche esteriormente che povera cosa sei sempre stato" è il mio pensiero più frequente quando ne incontro uno in particolare. Poveretto, almeno all'epoca era bello (per quanto io non l'avrei toccato nemmeno con sei metri di pertica), ora tra pelata e pancia...
No, io mi piaccio proprio tanto, a volte sono pure spocchiosa forse, ma mi piaccio.
Mi piace la ragazzina che ero sempre con il naso dentro un libro e che quando era in giro (perché amavo anche starmente a zonzo) andava a vedere un monumento meglio che un negozio e non è mai stata brava in nessun'altro sport che non fosse il nuoto.
Non solo mi piace quella ragazzina, ma sono sempre così.
Non mi sono mai più sentita in un certo modo dal giorno in cui ho scoperto che se usavo il sarcasmo facevo più male io ai bulli che i bulli a me.
I bulli sono rozzi e non ci arrivano, non sono preparati, non hanno corazza, se usi le parole giuste li ammazzi.
Capito quello per me è cambiata un'era e non mi sono più sentita come in quelle mattinate del ginnasio.
Però, non so se a qualcuna di voi capita, ogni tanto è come se mi voltassi indietro, vedessi la me stessa di allora, quella che non l'aveva ancora capito, e mi venisse un attacco di tenerezza.
La guardo, la Snivellus di quei momenti, e penso: "Non avrebbe dovuto dispiacersi così, non c'era bisogno, le cose poi le sono andate alla grande è cambiato tutto, è diventata l'anima della compagnia. Dovrebbe saperlo, è un peccato che abbia passato tempo a star male quando era destinato a cambiare tutto in così poco tempo".
E allora vorrei la macchina del tempo per tornare indietro e parlarci con quella me stessa, in modo da spiegarle che non si deve abbattere nemmeno per cinque minuti, perché è una mattina di sole ed è un peccato sprecarla a deprimersi quando tutto sta per andare così bene.
Solo che, ovviamente, la macchina del tempo non esiste e in genere mi resta un po' di amarezza sottile. Mi dico: "Be', quella mattinata di sole l'avevi sprecata sul serio, perché allora non sapevi come sarebbe finita. Quella mattinata lì, comunque sia, anche se hai vinto su tutta la linea, i bulli te l'hanno davvero fregata. Peccato".
E ieri, invece... no, la macchina del tempo non esiste, ma è come se la me stessa di allora avesse alzato lo sguardo e si fosse trovata davanti Chris Colfer che le cantava Perfect.
Sì, lo so, sembro matta e lo sono è probabile.
Ma mi piaccio e mi sta bene così