Silente come Gandalf?, quanto è lecito sacrificare gli altri per un Bene Superiore?

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Arien73
view post Posted on 14/9/2013, 12:04




Su questo argomento ho pensato molto e mi fa piacere che altri si siano inseriti, così ho aperto una discussione apposta.
Silente sacrifica se stesso, è vero, però usa anche gli altri, come Harry o Severus, come pedine per distruggere Voldemort e non sembra nemmeno provare vero dolore o rimorso per questo.
A me sinceramente questo fa molta rabbia, ma mi pareva che anche Gandalf, sia nel Signore degli Anelli che nello Hobbit, facesse lo stesso. Usa Frodo per distruggere l'Anello e, per quanto in realtà lui ne soffra veramente, poi sarà appunto Frodo a pagare il prezzo più alto. Usa Bilbo per "abituare" gli Hobbit a missioni difficili in vista di quello che farà poi Frodo e sembra curarsi poco del fatto che Bilbo possa anche soccombere (almeno così mi pare). Usa persino Thorin, che morirà nella riconquista di Erebor, perché voleva che i Nani conquistassero un avamposto importante in vista della guerra contro Sauron. Sì, Gandalf in certi momenti sembra perlomeno provare rimorso e dolore per quello che fa, mentre Silente pare proprio che se ne freghi, ma alla fine è proprio giusto quello che entrambi fanno?
 
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Nykyo
view post Posted on 14/9/2013, 14:25




Personalmente penso che, nel complesso il cosiddetto "Bene Superiore" sia comunque tale da poter se non essere sempre preferito a quello del singolo quanto meno usato come giustificazione per i - sempre cosiddetti - "danni collaterali" più inevitabili.
Ma penso anche che la cosa debba essere vista caso per caso, se no i "danni collaterali" si inzia a considerarli tutti e sempre inevitabili, si parte a infischiarsene a prescidere e si finisce a fare cose davvero agghiaccianti.
E lo dico da persona a cui se domandassero, ad esempio, se è lecito uccidere un solo uomo come Hitler per salvarne milioni ti risponde, per citare un telefilm: "Let's kill Hitler". Questo malgrado io di norma sia anche il tipo di persona contraria alla pena di morte perché ritengo che solo Dio può decidere chi merita o meno di vivere.

Ciò detto, però, è anche da ricordare che nei libri, specie nelle saghe epiche o fantasy, certi concetti sono per forza di cose esasperati e portati all'ennesima potenza perché spesso sono allegorie in cui il bene è IL BENE e il male è IL MALE, mentre sappiamo che nella vita reale ogni cosa, anche la distinzione bene/male e giusto/sbagliato ha le sue sfumature.

A questa esasperazione non si sottraggono gli esempi che facevo nell'altro post: Merlino, Gandalf, Silente.
Merlino e Gandalf sono quelli che più ci si attagliano, non solo per se stessi ma anche per tutto quel che hanno intorno a loro. I cattivi di Tolkien, per lo più, non sono nemmeno umani. E che non lo siano risponde a una scelta precisa dell'autore il quale vuole parlare di lotta contro IL MALE appunto.
Tutte le razze anche solo vagamente umane che Tolkien ci presenta, infatti, che siano elfi, hobbit, nani, istari o perfino ent, hanno lati buoni e lati negativi, come gli esseri umani. I soli che hanno solo lati negativi hanno anche un aspetto mostruoso, deforme e il più possibile non umano o che faccia pensare a una totale degenerazione dell'essenza umana perfino nelle sue forme esteriori (Orchetti, Uruk-Ai, Troll e poi Mannari, Ragni e Draghi e Sauron di cui non esiste più nemmeno il corpo. Sauron che è diventato mera essenza del Male).
Questo perché Tolkien vuole che il lettore possa abbracciare la causa di chi combatte contro il Male vero e proprio in toto, senza né se né ma, senza dubbi etici.
In compenso, proprio per via di questa sua scelta narrativa diventa quanto mai rilevante notare che in almeno un paio di casi ci mostra creature crudeli e anche fisicamente o almeno mentalmete degradate come comunque degne di pietà, o di un tentativo di perdono, se non recuperabili.
E questo lo fa ad esempio con Saruman, con Denthor e soprattutto e nel modo più evidente con Gollum.
Lo fa per farci capire che anche noi, persone normali e comuni, possiamo essere toccati dal Male in maniera "contagiosa" anche se crediamo di no.
Il che, tornando più IT, ci riporta al discorso di partenza. Il Male in Tolkien è stigmatizzato per essere assoluto e immediatamente distinguibile, il bene lo è meno - è affidato a persone, di razze diverse, con pregi e difetti e in particolare a un piccolo hobbit senza la vocazione da eroe - ma a volte lo è comunque.
Ci sono in Tolkien le persone comuni che lottano, ma ci sono anche le figure fulgide e quasi senza macchia che rappresentano non il bene ma IL BENE.
La prima tra tutte è Gandalf. Gandalf che fin dalle origini non è una cratura mortale, è un Istaro, l'equivalente tolkeniano di un Angelo.
Per forza di cose mentre il Male muove le sue pedine da Mordor verso il resto di Arda, Gandalf muove le sue dalla Contea verso Mordor.
E sempre per forza di cose, stante quel che dicevamo prima, Gandalf non può agire contro il Male e a difesa del Bene inteso non solo come bene comune ma proprio come Bene Supremo nel modo più sfumato in cui lo farebbe un condottiero normale e mortale.
Tante sfumature etiche Gandalf non può prenderle in considerazione proprio per come è strutturato il suo mondo e per il tipo di Male che affronta.
Eppure in Gandalf spesso ci sono attimi di profondo dolore e smarrimento, nel vedere gli amici soffrire, nel dover mandare le sue pedine sul campo o anche solo nel constatare l'irrecuperabilità di un nemico.

Idem può dirsi di Merlino. Merlino che è così potente, così superiore, così grande e così umano e fragile da lasciarsi imprigionare per amore ben sapendo che verrà tradito e imprigionato.

Silente rientra nella schiera di questi portatori del Bene Assoluto. In un certo senso è più umano di loro. Non è un mago in un mondo di non-maghi, è un mago in un mondo di maghi. Più vecchio, più scaltro, più sapiente e più potente della media, ma non inarrivabile, non "altro" rispetto a chiunque abbia intorno, non "di un'altra razza" come lo sono Merlino e Gandalf.
Silente è il mago più potente di tutti, in fondo Voldemort compreso, non perché è di un'altra categoria ma perché a furia di errori e di anni di vita e di studio indefesso lo è diventato.
Silente ha un passato molto umano, e ingombrante e pesante. Beh, anche Merlino ce l'ha, ma quello di Silente è un passato di colpe, quello di Merlino è un passato di dolori.
Sì, Silente è decisamente più umano degli altri due, nel senso letterale del termine.
Ma nello stesso tempo, non appena si assume il ruolo di condottiero lo fa come condottiero del Bene Supremo non del bene di tutti i giorni che è quello della vita di noi mortali.
D'altro canto deve combattere anche lui contro IL MALE.
La Rowling su questo è chiarissima. Da un lato anche lei ci mostra che il male può corrompere chiunque, perfino noi gente comune, e che quindi bisogna giudicare con compassione, ma dall'altro insiste tantissimo su una cosa: a differenza di qualunque altro cattivo dei suoi libri, Voldemort non è redimibile e nasce cattivo.
Non è la mancanza della mamma o l'essere figlio illegittimo che ha reso Voldemort quel che è, ci ripete spesso JKR, è la sua natura. Voldemort è crudele e senza pietà per natura. Voldemort è IL MALE.
E quindi come tale va combattuto, senza sfumature etiche che possono entrare in gioco per i suoi adepti, senza sè e senza ma.
Va combattuto come si combatterebbe un Orchetto, senza pietà e senza scrupoli, fino all'ultima mossa, fino allo scacco matto.
La Rowling ha ben presenti le figure di Merlino e di Gandalf e se per quei due la partita a scacchi è una metafora che viene in mente al lettore ma non è mai suggerita chiaramente dall'autore, per Silente invece la Rowling richiama la nostra attenzione sugli scacchi fin dal primo libro e molte e molte volte.
Ron e i suoi scacchi magici sono solo l'inizio di una allegoria che è chiaramente voluta dalla Rowling.
Silente è il Re bianco, Voldemort è il Re nero e gli altri sono pezzi più o meno importanti (qualcuna qui ricorderà come nel vecchio forum avevamo giocato a stabilire chi fosse ciascun pezzo dei due schieramenti. Ad esempio ci eravamo domandate se Severus fosse o meno l'alfiere bianco e sul discorso della Torre di astronomia e di Draco come pedina nera, ecc.) ma comunque tutti sacrificabili. Il Re stesso è sacrificabile, una volta tanto.
Silente, a differenza di Merlino e Gandalf si immola sulla sua stessa scacchiera e non aspetta nemmeno l'ultimo momento per farlo, lo fa prima di tanti altri e, soprattutto prima di Harry che è tra i pezzi da lui manovrati il pezzo chiave.
Anche Merlino fa una brutta fine, ma la fa per amore e fuori dal contesto della sua partita principale tra il Bene (Artù) e il Male (Morgana), la fa per una vicenda personale e per amore di una donna.
Gandalf invece si immola, in effetti, dinnanzi al Balrog (quanto è significativo del fatto che stiamo parlando sia di Bene Supremo che di Male Supremo il fatto che le ultime parole di Gandalf il Grigio siano: "You shall not pass!" ossia "Tu non puoi passare". Si potrebbe dire come negli esorcismi: "Vade retro, Satana". Il Balrog tra l'altro è un bestione cornuto e infuocato che sbuca da un abisso...).
Però Gandalf si immola sapendo che risorgerà perché è un Istaro e non essendo mortale non può morire (trovo assai suggestivo e sempre significativo del concetto di bene nell'accezione eccezionale e assoluta del termine il fatto che Gandalf risorga in una versone di sé più "candida" e decisamente più distaccata e meno umana nei sentimenti).

Silente dal lato sacrificio di sé è quello che paga il prezzo più alto di tutti. Lui muore sulla stessa scacchiera su cui immola gli altri e lo fa conscio che non potrà certo risorgere.
In questo ha tutto il mio rispetto e forse merita più compassione degli altri due.

Infine, tutti e tre sono grandi uomini molto soli proprio a causa della loro grandezza (e nel caso di Merlino e Gandalf anche della loro diversità dai comuni mortali). Persone così, non importa quanto siano anche amate e stimate (Artù ama Merlino e Gandalf è amato sia dagli hobbit che da molti altri personaggi) sono sole perché nessun altro al mondo è esattamente nella loro stessa posizione di potere/necessità di decidere per gli altri e agire di conseguenza. Nessuno può mettersi davvero nei loro panni esatti, comprenderli del tutto e dare loro il conforto di un confronto alla pari.
Questo vale per tutti e tre, Silente compreso.

Eppure, personalissimamente, a me Silente sta antipatico e lo digerisco meno di Merlino e Gandalf.
E il motivo non è che Silente non mostri alcun rimorso, perché invece secondo me a volte ne mostra eccome. Se non altro è mosso dal rimorso più grande di tutti, anche se è un rimorso personale, slegato da quel che sta facendo alle sue pedine: il rimorso per aver ucciso o causato la morte di Ariana.
Il fatto è che però: 1) proprio perché, pur lottando contro IL MALE ed essendo lui il condottiero del BENE, siccome a differenza degli altri due lui è una persona comune, mortale e umana a me viene da aspettarmi che sia ancora più umano di Merlino e Gandalf anche nel mostrarli questi suoi rimorsi; 2) ed è questo in realtà il motivo principale della mia antipatia e la cosa che non gli perdono: Silente mente sempre e non arriva mai al punto di credere e amare gli altri tanto da fidarsi.
Mente a Severus per tenerlo legato a sé e non si fida mai fino in fondo di lui, come di nessun altro. Peggio ancora, Silente mente a Harry, anche se Harry da mille prove di essere quello che comprenderebbe, perdonerebbe e si immolerebbe comunque.
Li usa, e certo anche Merlino usa Artù, fin da prima che nasca, e Gandalf usa Bilbo, Frodo e tutti gli altri, ma lo fa senza fidarsi di loro, a differenza di Merlino e Gandalf e lo fa mentendo loro, prima di tutto su se stesso e sulle proprie fragilità e macchie.
Artù sa dal loro primo incontro che Merlino ha intenzione di usarlo per unificare e salvare Albione, a qualunque costo.
Gandalf dice a Bilbo che non può assicurargli che tornerà alla Contea sano e salvo e, addirittura, fa capire a Frodo che pensa che dalla sua di missione non ci sia di sicuro ritorno.
I pezzi sulle scacchiere di Merlino e Gandalf ci si schierano in piena e completa volontà e non che Severus e Harry non si rendano pedine volontariamente ma non è mai dato loro di sentirsi dire in faccia con tutta schiettezza: "Mi servite come pedine", mentre le pedine degli altri due sono consci fino in fondo di esserlo.
Per questo a me, personalmente, il rimorso di Merlino e Gandalf fa sempre più effetto di quello che prova Silente, anche se trovo che anche Silente ne provi.
Merlino di Artù si fida davvero, e così fa Gandalf con i suoi, anche contro ogni apparenza di inaffidabilità da parte loro, mentre Silente non si fida mai di nessuno, non importa quanto quel qualcuno abbia dato prova di essere pronto a farsi sua pedina, suo amico e suo compagno di lotta.
Questo almeno ai miei occhi fa davvero tanta, ma tanta differenza quanto a simpatia personale.
 
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Camelia.
view post Posted on 14/9/2013, 23:41




Mi spiace di poter partecipare a questa discussione in maniera molto parziale, non conoscendo molto bene Gandalf e Merlino (pecca a cui rimedierò in futuro).

Posso limitarmi alla figura di Silente che -come in tutti i libri della saga- ci è presentato in maniera Harry-centrica e quindi ne conosciamo le debolezze solo alla fine. Questo ci costringe a rivedere tutto quello che sapevamo di lui, a rivoluzionare il nostro giudizio, ad assistere alla “caduta” del mito, come quando Harry scopre che James si comportava da bulletto con Severus.

Silente che ha sempre una risposta per tutto, Silente su cui tutti fanno affidamento tanto che dopo la sua morte la sensazione generale è "oh porca… ora siamo nei casini", Silente che è il punto fermo e il riferimento per tutti, buoni e cattivi. Eh sì, perché anche i cattivi sanno che è LUI il vertice dello schieramento avversario, Voldemort stesso lo sa e lo sa fin da bambino. Ma essendo rimasto infantile in un certo aspetto del suo carattere, non riesce a comprendere che Silente è molto più lungimirante di lui e che quindi ha già mosso tutte le pedine che poteva, fin da quella notte di Halloween, quando ha deciso di proteggere la cicatrice di Harry.

Ho detto la cicatrice, sì.
Ora che conosco Silente, so per certo che non è il bambino urlante e ferito che voleva salvare, ma tutto il mondo magico attraverso quel bambino.
Insensibilità? Senso estremo del Bene Superiore? Un attimo e ci arrivo.

Devo fare un passo indietro e rivedere cosa successe con Grindelwald, quando Silente -conscio fin da sempre della propria intelligenza superiore- è ancora troppo immaturo e troppo preso dalle potenzialità di questo suo dono per capire che il “poter” fare è diverso dal “voler” fare certe cose.
Silente matura nel modo più brutale, con il fardello di un colpa che non potrà mai scrollarsi di dosso, perché è una colpa sua e solo sua.
Non è quando sua madre muore e lo lascia a capo della famiglia che diventa adulto: farà sì cose da adulto, prendendosi la responsabilità di un fratello e una sorella impossibili, ma nella testa adulto non lo è ancora. Tanto che, non appena si presenta l’occasione sotto forma di un giovane che lui riconosce subito come “al suo livello”, improvvisamente tutti i suoi fardelli vengono messi in secondo piano, tutto può essere risolto. Moriranno un sacco di babbani e forse anche dei maghi, ma lui potrà liberarsi di quelle zavorre che sono Aberforth ed Ariana e potrà dedicarsi a esercitare il potere che gli spetta di diritto, essendo così dotato. Questi sono i pensieri di un ragazzo ancora lontano dalla maturità di un uomo, ancora incapace di ragionare sulle conseguenze vere di certi atti.
Quanto è ancora un bamboccio egoista ed egocentrico questo Silente, che vede la famiglia come un peso, infangando il sacrificio di suo padre Percival...

Morta Ariana, Silente finalmente capisce, il suo ego esplode, lasciandolo improvvisamente vuoto e vecchio.
Saggio potrei dire, di quella saggezza (o maturità) che da quel momento eserciterà come una forma di autocontrollo costante: nel ricordo di quanto la sua immaturità è costata, ogni suo atto d’ora in poi sarà regolato dalla capacità di guardare più lontano degli altri e di punire il suo ego.
Silente sa che non potrà mai essere un buon Ministro della Magia. Per quanto ciò sconvolga tutti, rifiuterà sempre quel posto.
Harry stesso si scandalizzerà, “Ma lei sarebbe stato molto, molto meglio di Caramell o Scrimgeour!”, e questo lo dirà -attenzione!- dopo aver saputo tutto della vita di Silente e aver scoperto di essere stato solo una pedina da lui manovrata.
I meriti di Silente superano quindi comunque i suoi difetti?
Per tutti sì, tranne che per lui stesso. E questo lo rende umano.

Tornando al discorso iniziale, ovvero al mito caduto di Silente una volta che abbiamo scoperto assieme ad Harry gli altarini, il mio giudizio personale non riesce a formarsi in maniera completa.
Oscillo continuamente tra la pietà per il suo passato pieno di dolore e l’orrore per il suo muovere le vite degli altri. La ragione mi dice che non c’era altra scelta, che in una guerra gli innocenti muoiono non solo per mano dei cattivi… ma chi di noi vorrebbe essere chiamato a una scelta simile?
Ho quindi una forma di rispetto per la crudeltà di Silente e questo perché so che -seppur in qualche modo più bestiale di quella di Voldemort- aveva un fine differente ed è quel fine a lasciare Silente dalla parte dei “giusti”.
Qualcuno doveva fare quelle scelte. E’ impietoso, ma è così.

Silente mi dà più fastidio le volte (più di una) in cui rivendica con arroganza la propria intelligenza superiore alla media.
Mi infastidisce più questo Silente poco gentile, che non il ragno che muove i fili delle vite degli altri, per il quale provo quel misto di paura e rispetto. Perché lo sgarbo di sbatterti in faccia la propria intelligenza superiore è una scelta evitabile mentre invece le altre scelte sono in realtà obbligate e Harry stesso lo capisce quando si trova nella situazione di dover agire come lui, con doppiezza.
“…Si stava trasformando in Silente, si teneva i segreti stretti al petto, aveva paura di fidarsi degli altri?”
“…doveva fare come Silente, mantenere il sangue freddo…”
Che cosa crudele.

Queste scelte ti rendono solo. Silente è solo. E’ come se nella sua lotta contro Voldemort pagasse con la solitudine il prezzo delle sue colpe personali.
Quanto può essere vasta una solitudine costretta ad essere relegata nell’intimo, quando al di fuori è rivestita di onori e stima da parte dell’intero mondo magico e di affetto sincero da parte di alcuni in particolare?
Minerva, Harry e forse perfino Severus provano affetto sincero per lui.
E Silente? Li ama?
A suo modo credo di sì, lui stesso confessa ad Harry che non gli ha mai detto prima cosa lo aspettasse in quanto Prescelto perché si era affezionato a lui e non voleva farlo soffrire.
Eppure, anche in quell’occasione Silente mente, Silente non gli dice tutto. Il Bene Superiore gli ha legato il cuore, è ciò che gli ha impedito di godere dell’amore e dell’affetto quand’era giovane ed è ciò che lo fa agire con doppiezza anche nei confronti di Harry, per il quale l’affetto c’è, io lo credo.
Credo che Silente accetti di far conoscere i suoi piani (anche se parzialmente) anche a Ron ed Hermione perché non vuole che Harry muoia come lui, solo. Se deve morire, che muoia avendo provato e ricevuto un affetto assolutamente sincero e di conseguenza anche una fiducia sincera.

Silente non si fida degli altri perché da ragazzo ha scoperto brutalmente che non poteva fidarsi di se stesso? E’ una scoperta devastante, che lascerà in lui sempre un freno tirato; ma è anche dettata dalla solitudine, perché a scacchi si gioca da soli e non in squadra. La squadra è solo un mezzo per vincere.
Io penso che quando ha tenuto in braccio il piccolo Harry a Privet Drive, quella notte, un fugace moto di tenerezza e amore l’abbia provato, in una piccola stanza del suo cuore. Ma è una stanza che Silente deve sempre chiudere, con chiunque, e allora l’affetto per Harry sarà sempre soffocato dall’importanza vitale della sua cicatrice.
“Sì” sbottò Harry… “è la sola parte di me che interessa a Silente, vero, la mia cicatrice?”
Povero Harry.
Ma capirà Silente, quando si troverà nei suoi panni.

In fondo, sapendo il peso che aveva nel cuore, ora rivedo con occhi nuovi gli atteggiamenti buffi di Silente, i suoi non-sense “pigna-pizzicotto-manicotto-tigre!”, il suo ridere delle storielle, l’entusiasmo con cui apre i cracker magici e gioca con le sorprese, la sua fine ironia… chi è quel Silente? Un residuo della sua stessa innocenza per sempre compromessa?

Da quel che avete scritto di Merlino e Gandalf, penso che la natura totalmente umana di Silente sia l’aspetto che più mi porta a provare per lui la stessa indulgenza che prova Harry nel limbo, per quanto sempre rivestita di un senso di terrore per le sue scelte spaventose.
Forse la grandezza di Silente sta nell’impedire a se stesso di amare fino in fondo qualcuno in particolare, per poter salvare le vite di persone sconosciute. Oppure lui ama, ma il Bene Superiore è appunto superiore, con tutto lo strazio interiore che questo comporta.

Povero quindi chiunque si trovi a dover agire come Silente.
La Rowling è stata clemente a non mettere mai Harry completamente in una situazione come quelle del suo mentore. Non gli ha fatto scegliere di sacrificare Ron o Hermione, per esempio.
Anche in questo Silente è rimasto solo, il solo a dover agire così, per mano di un ragno ancora più grande di lui.
 
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Nykyo
view post Posted on 15/9/2013, 01:17




La tua analisi è dettagliata è molto bella e soprattutto interessantissima.
Hai ragione anche su un fatto, non solo Silente è a suo modo molto umano (lo sottolineavo anche io: tanto più umano di Merlino o Gandalf, per certi versi), ma è costretto a scelte da leader massimo che nemmeno a Harry toccano in sorte.
Ma. Per me c'è un ma enorme, che me lo fa amare poco: questo "ma" si chiama Severus.
E non intendo nel senso che il modo in cui tratta Severus mi rende impossibile perdonarlo, intendo che Severus, pur non essend il Leader massimo ha combattutto in piena solitudine è ha dovuto sacrificare non solo se stesso ma anche qualcuno a cui teneva.
Severus ha dovuto sacrificare Harry. E so che molti tutt'ora pensano che a Harry non tenesse, ma i fatti dimostrano esattamente il contrario.
Non solo Severus aveva giurato a se stesso di proteggere Harry per fare ammenda ma alla fine ha dimostrato di tenere a lui, a modo suo, fino in fondo, fino a non volerlo mandare al macello ma anche fino a mandarcelo comunque perché il BENE lo richiedeva.
Se per Severus avesse continuato a contare solo il suo passato amore per Lily e il desiderio di fare ammenda della sua morte e se Harry per lui fosse stato solo un mezzo per fare penitenza per Lily e un obbligo morale dovuto all'amore per lei e al rimorso, allora Severus avrebbe scelto, malgrado il Bene Comune di salvarlo fino alla fine.
Invece Severus - anche grazie a Silente, va riconosciuto nella sua pienezza - è passato negli anni dal rancoroso rimorso limitato a Lily senza altro ideale né interesse per il prossimo all'uomo che risponde a Silente: "Solo quelli che non ho potuto salvare" e che manda Harry a morire contro ogni proprio giuramento e intento, malgrado tutti i rospi che ha ingoiato per anni per proteggerlo.
Severus da la sola cosa preziosa e vicina a Lily che gli è rimasta, la vita di Harry per la causa, per il Bene Supremo.
E in questo si fa simile a Silente fino all'estremo.
Tutto quel che dici su come Silente ha scoperto il lato malvagio della vita proprio a causa delle sue stesse colpe e su quanto è stato solo è vero anche per Severus.
Entrambi hanno chiuso il cuore, vissuto per ripagare i propri torti, finto, mentito, evitato di fidarsi, provato la solitudine di chi non può dire quale sia il suo vero intento, entrambi hanno dato la vita, entrambi hanno sacrificato perfino Harry.
E qualcuno sicuramente preferirà la finzione bonaria e paterna, quasi nonnesca, di Silente alla finzione acida, amara e crudele di Severus, ma alla fine se chiedi a me chi è stato più umano ti dico Severus. Non fosse altro che per l'aver mostrato il proprio cuore sia a Silente che Harry alla fine, e non in un limbo sognato che per quel che ne sappiamo potrebbe anche essere stato più un sogno di Harry, bisognoso di sentirsi dire certe cose per poter perdonare, piuttosto che una vera confessione di Albus. Severus il suo dolore e il suo bisogno di affetto e il suo amore, in un certo senso, alla fine li ha espressi faccia a faccia, da vivo, sia pur con Harry solo alla fine.
E per comparazione a me Silente sembra meno "umano", così come per comparazione con due personaggi superumani come Merlino e Gandalf che, però dichiarano da subito (soprattutto Gandalf) che metteranno il Bene Supremo davanti al bene del singolo, mi pare anche in quel caso il meno umano dei tre e quindi mi è meno facile amarlo.

PS: un piccolo punto di demerito in più a Silente io lo do proprio per via dei suoi anni con i Dursley. Sa che lo tratteranno di schifo, Minerva lo avvisa, ma lo lascia ugualmente con loro e quando Severus glielo rinfaccia (se c'è una cosa si Harry su cui Severus è empatico anche quando è stronzo è il lato di Harry come vittima del bullismo e lo prova molto bene il suo commento quando durante le lezioni di legilimanzia/occlumanzia vede l'episodio in cui Harry è inseguito dal cane e il suo commento non è uno sfottò, come potrebbe essere ma la domanda: "Di chi era il cane?". Perché Severus sa come ci si sente) Silente non nega che avrebbe potuto usare Harry e la protezione di Lily anche senza bisogno di sottoporre quel povero bambino alle angherie dei Dursley, no, si limita solo a dichiarare in parole povere che ha ritenuto che quell'infanzia avrebbe meglio indirizzato Harry verso il sacrificio finale pur di sconfiggere Voldemort. Questo è qualcosa che per me va un po' oltre il "danno collaterale". Non mi piace troppo il concetto del coccolare il maiale perché da grande diventi una cotoletta più saporta, se mi passate il paragone che mi viene in mente per via delle parole di Severus quando rimprovera Silente al riguardo, ma mi piace perfino meno il concetto "metto il maiale a vivere in mezzo ai cani rabbiosi e fingo di essere uno che non ha colpa se quelli l'anno morso per anni mentre lo coccolo perchè da adulto diventi una braciola più saporita.
No, non è roba per me.
 
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Camelia.
view post Posted on 15/9/2013, 19:13




Il rapporto con Severus è uno degli aspetti più misteriosi di Silente. In realtà non ne sappiamo molto e questo ci spinge a fare illazioni, a cercare di dedurre il massimo dal poco che la Rowling ci ha lasciato scritto.
Un rapporto tra i due c'è, e anche profondo visto che sappiamo che Piton dà del tu a Silente e gli si rivolge anche in modo spiccio, arrivando pure a sgridarlo, quando sono soli.

Ma... Ma Silente occupa una posizione di potere rispetto a Severus e non è tanto la protezione, oggettiva, che gli offre nei confronti di tutto il mondo magico, è un vantaggio proprio psicologico. Più sottile, ma più potente.
Silente sa che Lily è l'argomento con il quale Severus è stato piegato e per il quale si piegherà sempre.
Di fronte a Silente Severus deve sempre capitolare, che si tratti di punire Harry con provvedimenti disciplinari gravi, che si tratti di promuoverlo (alla fine del terzo libro viene esplicitamente detto che Harry ha il forte sospetto che la sua promozione in Pozioni sia dovuta all'intervento del Preside), che si tratti di vedersi sempre rifiutare la cattedra di Difesa, che si tratti di accettare in quel posto un suo "nemico" (Lupin, Moody), che si tratti di veder sfumare la propria gloria personale (la fuga di Sirius da Hogwarts fa perdere a Severus l'Ordine di Merlino), che si tratti di dover subire l'ironia pesante (quasi un'umiliazione) di un cappello con avvoltoio uscito da un cracker magico, che si tratti di essere tenuto all'oscuro per un anno intero sulla posizione di Sirius e di dovergli poi stringere la mano, che si tratti del sentirsi messo in disparte quando Silente passa informazioni solo a Harry ecc.

Severus perde sempre in queste occasioni, ma non sono questi gli episodi che rinfaccia a Silente quando gli viene fatta la rivelazione più grave: in quel caso Severus rimpiange solo la doppiezza del suo essere stato spia, i rischi che ha dovuto correre, le menzogne che ha dovuto raccontare, come se tutto il resto fosse sopportabile, addirittura accettabile, in confronto all'idea di dover lasciar morire quel che resta di Lily.

Silente non si fida di lui?
Io penso che si fidi, ma come con Harry non ci riesce al 100% perché sa per certo anche la persona più intelligente del mondo può sbagliare e quindi ne deduce che chiunque altro, meno dotato di lui quindi, possa cadere ancora più facilmente nella trappola.
Solo nel limbo Silente riconoscerà l'errore, ammettendo che Harry è una persona migliore di lui, perché pensa agli altri prima che a se stesso; che Aberforth, già da ragazzino, era migliore "La realtà tornò nella forma del mio rude, ignorante e infinitamente più ammirevole fratello".
La scoperta che l'intelligenza che si misura con il QI non è la sola intelligenza che esista, deve essere stata un bel colpo per il "signor genio".
(A questo punto la Rowling poteva anche mettere in bocca a Silente qualcosa di più di un misero "Povero Piton..." Cavoli, manco lo chiama per nome.)

Credo che Silente non sia mai riuscito a superare la consapevolezza di avere dei limiti e dei difetti e non riesce a non immaginarli anche negli altri. Non per arroganza, è solo che proprio non ce la fa.

Per quanto secondo me si sia fidato di Severus molto più che di Harry, anche a lui non racconta tutto e lo tiene all'oscuro degli Horcrux. Credo che Severus avrebbe dato la vita nel tentativo di distruggerli, quindi perché rinunciare al potere di un mago così intelligente, capace e per di più motivato? Perché Severus serviva altrove. Ecco perché non è mai stato l'insegnante di Difesa contro le Arti Oscure per tanto tempo, perché quel posto era pericoloso in quanto maledetto e Silente non poteva perdere una pedina così importante.
La sera in cui Piton scopre a cosa serva Harry, Silente quasi infierisce sui suoi sentimenti, negando a Severus qualunque forma di conforto. La crudeltà del Bene Superiore. E sappiamo bene che non c'è storia, che chiunque venga investito di quello scopo dovrà essere altrettanto crudele: Severus lo sarà con Harry, pur con più umanità in quell'incrocio di sguardi; Harry lo sarà con se stesso e con Neville quando gli passerà l'informazione del serpente senza dirgli altro.
Nessuno può essere umano di fronte al Bene Superiore.

Aggiungo che l'unica volta che Silente sembra fare un complimento a Severus è dopo il Ballo del Ceppo quando gli butta lì come per caso che forse con lui il Cappello Parlante ha sbagliato, o meglio che lo Smistamento di ragazzini undicenni non tiene conto dei cambiamenti profondi che possono stravolgere l'animo umano nel corso della vita.
Infine, è a Severus che Silente vuole lasciare il pericoloso Dono della bacchetta. E' una "mossa" pure questa? Voldemort doveva uccidere Harry e poi essere ucciso da Severus?
Se così è, Silente aveva conseganto la chiave della fine della guerra nelle mani di Severus e in questo non ci vedo solo una mossa, ma anche il riconoscimento del suo valore. Poca cosa, se confrontato con l'uccisione di Harry, ma è singificativa a mio vedere.

Sul perché invece Silente abbia lasciato Harry dai Dursley, la spiegazione è anche qui crudele: se Harry fosse stato adottato da una famiglia magica, sarebbe cresciuto nella bambagia e negli onori, con il rischio che ne uscisse un ragazzino viziato ed arrogante, un Draco. Un ragazzino del genere sarebbe stato in grado di sacrificare se stesso?
No. Il suo training per diventare una buona vittima sacrificale comincia fin dall'età di un anno. Per il Bene Superiore, un male necessario.

Sul rapporto Piton-Harry non mi dilungo qui altrimenti finisco domani mattina. Però lo trovo affascinante e pieno di incognite.

Edited by Camelia. - 15/9/2013, 23:32
 
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Nykyo
view post Posted on 15/9/2013, 23:32




Temo di non essermi spiegata nello scorso post. Io non mi irrito con Silente per come tratta Severus, per quanto poi io trovi che, in generale, Silente tratti le sue pedine in modo odioso perché insincero, non perché crudele.
Io mi irrito con Silente e non riesco più a stimarlo dopo il settimo libro perché a conti fatti non è l'unico personaggio che affronta un certo tipo di solitudine da guerriero e condottiero e non è il solo che sacrifica tutto, se stesso compreso, ma è certamente il solo che lo fa tenendo atteggiamenti che io, personalmente biasimo.
Non è come tratta Severus che volevo mettere in luce e che mi infastidisce, quel che facevo io era un confronto.

Quanto al discorso sul cappello parlante che con Severus avrebbe sbagliato e sui Dursley non potrei essere meno d'accordo.
Silente pecca e tanto (ed ecco un'altra cosa che non riesco a perdonargli) di un certo senso di onnipotenza-superiorità che lo porta ad essere prevenuto e presuntuoso.
Chi lo dice che Harry sarebbe diventato un bambino viziato incapace di sacrificarsi? Lo decide lui? E lui chi è per saperlo per certo?
A parte il fatto che per come ne parla Silente non è nemmeno che lui pensasse che Harry sarebbe diventato viziato (Silente è quello che è sicuro che il viziatissimo Draco in fondo non sia un assassino e di conseguenza si comporta). Silente ne parla come a dire che l'averlo fatto crescere dai Dursley abbia messo lui in miglior luce per confronto. Tenere Harry lì gli serve a farsi vedere come un salvatore, ergo a fare di Harry una pedina più fedele.
E chi se ne fotte se poi Harry ha subito non solo anni di angherie ma anche il crollo dell'ennesimo mito affettivo.
Idem il discorso del Cappello parlante. Silente è un bigotto (come la Rowling, non a caso è il suo cocco), incapace di mettersi davvero in discussione al punto da capire che non è tutto bianco o nero e che Serpeverde non vuol dire vigliacco, vuol dire ambizioso, semmai. Incapace di capire che con Severus il Cappello non ha sbagliato proprio nulla, l'ha smistato esattamente dove doveva, nella Casa degli ambiziosi che però a volte sanno mostrare a loro modo il coraggio di un Grifondoro.
Per Silente i Buoni possono stare solo nella casella X e se per caso ne trova uno nella casella Y vorrà dire che è finitò lì per errore.
E lui allora? Con lui sì che il Cappello forse ha sbagliato, vista la sua smodata ambizione...
Non dubito che Silente abbia voluto bene ad alcune tra le sue pedine, ma il suo modo non solo di trattarle ma anche di giudicarle è per me di una supponenza insopportabile.
Gandalf e Merlino non fanno che ricordare alle loro pedine che l'apparenza inganna, che i piccoli a volte sono grandi, che il seme del bene nasce anche nel campo del male.
Silente è quello che sotto sotto pensa che da un Serpeverde non ti puoi aspettare nulla di buono, e se del buono te ne viene allora è perchè in fondo quello non è un vero Serpeverde.
Silente è quello che pensa che per rendere Harry la persona incredibile e colma di amore che è bisogna lasciarlo in una famiglia che lo abusa e che l'amore di certo non glielo insegna.
Per fortuna Harry ha davvero un cuore enorme, perché un altro bambino lasciato a vivere in quel modo sarebbe diventato un giovane uomo chiuso, astioso, vendicativo, colmo di brutte intenzioni e brutti pensieri (come Voldemort, sì, come Severus stesso prima che l'amore per Lily e il rimorso lo redimessero, come Sirius nei momenti peggiori). Il meglio che ci si potesse aspettare da un bambino cresciuto così è che per la causa si sacrificasse solo ed esclusivamente per vendicare i suoi (mentre Harry per tutto si immola tranne che per vendetta).
Grazie al cielo Harry è migliore di Silente, se no sai che bello psicopatico ne veniva dal piano di lasciarlo dai Dursley.
 
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Camelia.
view post Posted on 16/9/2013, 00:13




Sì, in effetti Silente è molto supponente, come dicevo sopra i momenti in cui più mi ha dato fastidio sono quelli in cui si dimostra arrogante parlando della propria intelligenza o della stupidità altrui (se non sbaglio da qualche parte sostiene che Aberforth forse non sa leggere o una cosa simile. Adesso non mi ricordo il contesto quindi non saprei in che libro cercare il passo).

E hai ragione a sostenere che è arrogante a prevedere per Harry un futuro da principino se lo affidasse alle cure di una famiglia magica. Mi ero però dimenticata che la protezione del sangue di Lily poteva funzionare solo in casa di sua sorella, per cui c'è anche un motivo pratico per lasciare Harry lì. E per essere onesti Silente nella lettera che lascia ai Dursley auspica che il nipotino venga da loro cresciuto con amore. Avrebbe fatto meglio a minacciarli un pochettino e farsi vivo con loro ogni tanto, così un po' di impegno ce lo avrebbero messo.

Sul discorso delle Case: ritengo che Silente volesse fare un complimento a Severus dandogli del Grifondoro. Che poi questo complimento fosse frutto di supponenza, può benissimo essere, però tutti i Serpeverde che conosciamo non sono molto apprezzabili e solitamente, in situazioni rischiose, cercano sempre di "salvare la pelle", parola di Phineas Nigellus, lo stesso che starnazza perché venga riconosciuto il contributo di Serpeverde nella caduta di Voldemort: contributo che si deve a Severus, la mosca bianca della Casa, il Serpeverde più atipico.
Questo penso volesse sottolineare Silente quando parlava del Cappello.

Il Cappello sbaglia, non è infallibile: con Minus secondo me ha toppato di brutto, non basta quella minima esitazione di Codaliscia quando potrebbe uccidere Harry a fare di lui un valoroso Grifondoro.
Severus ha molto coraggio, fin da bambino, però odia la Casa di Grifondoro tanto quanto ama quella di Serpeverde, per principio, e questo sarà determinante per il Cappello (così come per Sirius, a parti invertite).
 
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Nykyo
view post Posted on 16/9/2013, 00:53




Secondo me spesso confondiamo coraggio e bontà. La Rowling per prima lo fa o se non altro scrive in modo che crea questa confusione.
Nella stessa maniera finisce per far pensare al lettore che l'ambizione dei Serpeverde equivalga per forza di cose a egoismo e viltà (se non proprio alla mancanza di qualunque scrupolo) e che, sempre per fare un esempio, la vera dote dei Tassorosso sia l'altruismo quando è l'essere sgobboni.
Nello stesso tempo tu, con Minus, stai confondendo coraggio e remore che ti fanno esitare un attimo prima di compiere una cattiva azione.
Il coraggio è di diversi tipi e non per forza di cose sono tipi positivi.
Sirius, ad esempio, era incosciente, la forma estrema e senza troppo cervello del coraggio. Remus, aveva il coraggio di andare contro la sua stessa natura, anche se poi alle volte era vile nel chiudere gli occhi davanti al bullismo dei suoi amici e ipocrita (parole sue) nel preferire la libertà e la compagnia del branco formato dai suoi amici Animagi rispetto allo scrupolo per chi avrebbe potuto incontrare e sbranare durante le sue scorribande.
Minus ha un coraggio enorme, ma del tutto delterio: quello di tradire il suo branco. Quello di essere il solo Mangiamorte che va a cercare Voldemort dopo che scompare.
Il suo è un coraggio oscuro, orribile e criminale, ma è coraggio lo stesso.

I Serpeverde a volte sono coraggiosi. Severus lo è stato. E nel suo piccolissimo, anche se tu lo detesti, anche Draco lo è stato almeno una volta nella vita. Quando ha avuto sotto il naso Harry e non l'ha denunciato sapendo che la cosa poteva volere dire la morte sua e dei suoi genitori lui ha detto che no, quello non era Harry Potter, anche se in realtà l'aveva riconosciuto eccome (e Harry infatti gli è grato di questo).
Solo che Draco non è coraggioso abbastanza per essere un Grifondoro.
Severus lo sarebbe anche, ma comunque, che a Silente, con tutta la sua prosopopea e i suoi preconcetti, piaccia o meno, lui non sarebbe mai e poi mai stato smistato a Grifondoro nemmeno se non avesse mai commesso certi errori. E questo perché Severus, per quanto coraggiosissimo, era prima di qualunque altra cosa una persona che voleva eccelere, anche solo per meritare se non amore per lo meno rispetto.
Pensare che tutto il buono sia da un lato e che tutto quel che non riesci a incasellare è perché è stato incasellato male da altri per me è davvero indice di seria chiusura mentale e Silente per me questo difetto ce l'ha alla grande.
E ce l'ha la Rowling, al punto che, come vedi, manda in confusione al riguardo anche lettori come me e te che il pregiudizio magari non ce l'hanno affatto.
 
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Camelia.
view post Posted on 16/9/2013, 12:19




Che la Rowling sia una bigotta l'abbiamo appurato :), però c'è da dire che la divisione nelle quattro Case deve avere un minimo di schematicità, pur con tutte le millemila sfumature che un carattere possiede.
Per cui sono d'accordo che Severus finsice a Serpeverde per la sua spinta ad eccellere, ma per quanto riguarda Codaliscia, mi spiace no, proprio non ce lo vedo a Grifondoro. La cifra di Minus è la convenienza, il tornaconto personale, da sempre, fin da ragazzino: stare con i Malandrini era conveniente, stare con l'Ordine della Fenice era conveniente fino al momento in cui tradire James e Lily era più conveniente, andare a cercare Voldemort dopo che Sirius lo ha stanato è nuovamente convenienza, accudire quell'aborto di simil-mago che è Voldermort prima della rinascita è conveniente, nonostante lo schifo e il ribrezzo che Minus prova per lui.
Quel piccolo moto di umanità nei confronti di Harry a me non basta.
Tra tutte le varie sfumature che può avere il coraggio (e che tu hai spiegato bene), le remore di Codaliscia non mi sembrano abbastanza valide.
Il coraggio "criminale" forse ce l'ha Silente, tutte le volte che lavora per il Bene Superiore.

Draco... sì, mente e salva Harry Ron ed Hermione. Ma sinceramente ci vedo una buona dose di paura, forse rimorso perché in quel momento realizza quanto sia stato un coglioncello invasato per cose che non capiva davvero. Draco mi fa pena, perché la vera natura del Male gli crolla addosso e lui non ha le spalle abbastanza grandi per reggerla.
E' come Regulus, con la differenza che in Regulus vedo una reazione e un sacrificio più potenti.
Ammetto che il mio giudizio su Draco è molto viziato dal fatto che persone come lui proprio non le reggo; che poi, salverà pure Harry in quell'occasione, ma poche settimane dopo è prontissimo a consegnarlo a Voldemort, eh?
Quindi Draco, vai a pettinare i capelli del Signore Oscuro, vai.

Non voglio commettere l'errore di pensare che il Bene stia da una parte e il male dall'altra e non sono del tutto convinta che sia ciò che pensa Silente, però se la Casa di Serpevede è da secoli associata con il male, significa che percentualmente i suoi allievi sono portati a confondere l'ambizione con l'attrazione verso cose proibite e pericolose.
Ovvio che poi ci siano le eccezioni, che anche le altre case producano maghi "cattivi" (non trovo un termine meno da catalogo, scusa): Raptor, Sirius in certi suoi pregiudizi, Codaliscia ecc.
Così come una come Luna dimostra grandi dosi di coraggio, Neville si applica alle lezioni dell'ES come un Tassorosso (era stato in ballo con quella Casa in effetti), Hermione è una Corvonero mancata per un soffio e così via.

Il Cappello con le sue decisioni può incanalare il destino di una persona.
 
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Nykyo
view post Posted on 16/9/2013, 14:14




Il problema è che Minus va a Grifondoro proprio a voler essere schematici. E' uno schifo d'uomo, mica sto dicendo il contrario, ma analizzandolo più che lì non può andare.
Gli piace la conoscenza ed è molto intelligente? Per quel che ne sappiamo no, faceva abbastanza schifo pure come studente e non è una cima. Ergo, Corvonero non è per lui.
Era un gran lavoratore con tendenze all'altruismo? Nemmeno, e ciao ciao anche a Tassorosso.
Era ambizioso? No, era connivente per tornaconto, come dici tu, ma non gliene è mai fregato un ciuffolo di eccelere, essere egoisti fino alla criminalità non è ambizione. E quindi non è un Serpeverde.
La sola cosa grossa che combina nella sua vita di sadico psicopatico è tradire gli amici e andare a cercare Voldemort, e questo lo fa con un certo coraggio, anche se, come dicevamo un coraggio negativo.
E quindi il Cappello lo ha pur sempre smistato nel posto giusto, secondo me.
 
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Arien73
view post Posted on 16/9/2013, 16:12




CITAZIONE (Nykyo @ 16/9/2013, 15:14) 
Il problema è che Minus va a Grifondoro proprio a voler essere schematici. E' uno schifo d'uomo, mica sto dicendo il contrario, ma analizzandolo più che lì non può andare.
Gli piace la conoscenza ed è molto intelligente? Per quel che ne sappiamo no, faceva abbastanza schifo pure come studente e non è una cima. Ergo, Corvonero non è per lui.
Era un gran lavoratore con tendenze all'altruismo? Nemmeno, e ciao ciao anche a Tassorosso.
Era ambizioso? No, era connivente per tornaconto, come dici tu, ma non gliene è mai fregato un ciuffolo di eccelere, essere egoisti fino alla criminalità non è ambizione. E quindi non è un Serpeverde.
La sola cosa grossa che combina nella sua vita di sadico psicopatico è tradire gli amici e andare a cercare Voldemort, e questo lo fa con un certo coraggio, anche se, come dicevamo un coraggio negativo.
E quindi il Cappello lo ha pur sempre smistato nel posto giusto, secondo me.

Ma che discussione interessante sta venendo fuori dalla mia domanda, mi fa proprio tantissimo piacere!
Ottima questa analisi sullo smistamento di Peter Minus, e mi verrebbe da chiedere una cosa: visto che le cose stanno proprio così, ossia Minus non sarebbe potuto essere di nessuna delle altre tre Case, non è nuovamente una sorta di "pregiudizio" della Rowling il fatto che a Grifondoro vadano solo persone ottime e non possano andarci degli emeriti str***? Cioé, se il tratto distintivo dei Grifondoro è il coraggio e non, poniamo, la lealtà o la generosità o che so io, allora dov'è il problema con Minus? Una persona può essere coraggiosa ed essere ugualmente una m****, per cui, a parte il fatto che non trovo Codaliscia particolarmente coraggioso, io non mi scandalizzo nel vederlo a Grifondoro. Altrimenti si cade nella convinzione manichea di Silente secondo la quale tutto il bene viene da Grifondoro, no?
Ritornando invece alle vostre bellissime analisi sui personaggi di Silente, Gandalf e Merlino, la mia opinione è che Silente non ci esca bene per niente. Ho trovato molto illuminante il paragone fatto da Nykyo con Gandalf e Merlino e, sebbene possa pronunciarmi solo per Gandalf, perché di Merlino so veramente poco, penso anch'io che il fattore fondamentale sia proprio l'origine di questi personaggi. Ossia, si tende a dimenticare (o almeno io lo dimentico spesso) che Gandalf non è umano ma è un Istaro e perciò, in teoria, dovrebbe essere più legato al Bene Superiore e meno ai sentimenti umani come amore e amicizia. Devo ammettere che il Gandalf che sacrifica Thorin o Frodo in nome di un Bene Superiore non mi è simpaticissimo, lì per lì. Però poi questo risentimento momentaneo che posso avere nei suoi confronti scompare davanti alla sofferenza e al dolore che lui prova alla morte di Thorin o tutte le volte che pensa a quello che dovrà subire Frodo. Gandalf non è un uomo, eppure prova sentimenti di dolore e empatia, soffre per Bilbo, per Frodo, per Thorin e non li sacrifica a cuor leggero. Il fatto, inoltre, che non menta mai e che fin da subito avverta i suoi amici del destino che potrà toccare loro accresce il mio rispetto per lui, per quanto, istintivamente, mi dispiaccia tantissimo per la morte di Thorin o per il fatto che Frodo, dopo tutto quello che fa, perde comunque la possibilità di ritornare un Hobbit spensierato nella sua amata Contea.
Silente serve, sì, il Bene Superiore, ma, come dite voi, è presuntuoso, arrogante, convinto di sapere tutto e manovra gli altri in modo subdolo, senza mai metterli al corrente dei suoi piani. Sinceramente non c'è nulla in Silente che mi porti a "perdonarlo" per ciò che fa, come invece accade per Gandalf. Inoltre, il fatto che condanni il piccolo Harry a dieci anni di tormenti con i Dursley per me è un'aggravante perché non esiste ragione per la sua scelta e di quei dieci anni di inferno Harry non sarà mai ripagato, anzi. Comunque la si voglia guardare, in quel caso particolare Silente agisce con presunzione e una buona dose di menefreghismo. Harry avrebbe potuto crescere potetto anche in una famiglia magica? Se sì, è una crudeltà pura e semplice non avergli dato questa opportunità, in vista del sacrificio finale a cui Harry era chiamato. Dove sta scritto che avere un'infanzia felice ti fa crescere viziato e egoista? Secondo questa logica, dunque, bisognerebbe umiliare e tormentare i bambini per farli diventare adulti generosi ed equilibrati? Mi pare un'assurdità, in questo modo si creano piuttosto dei disadattati e degli psicopatici, come ha detto giustamente Nykyo! Frodo vive una vita serena nella Contea, eppure è prontissimo a sacrificare tutto ciò che ha per distruggere l'Anello e sono certa che anche Harry avrebbe fatto lo stesso. Forse, però, non c'era scelta e il sacrificio di Lily imponeva che Harry dovesse vivere con la zia? Va bene, allora Silente, che lo ha portato a Privet Drive, avrebbe avuto il dovere di vegliare su di lui e di intervenire con i Dursley per impedire loro di maltrattare il bambino. Non c'è nulla che discolpi Silente.
 
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Nykyo
view post Posted on 16/9/2013, 16:22




Arien posso quotarti proprio parola per parola! Questa volta concordo con te al 100% anzi al 1000x1000.
 
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Arien73
view post Posted on 16/9/2013, 16:44




Oddio, mi fa davvero piacere, soprattutto per il fatto che voi sapete analizzare tanto bene i personaggi e a me sembra di non essere profonda come voi!
Si vede che stavolta sentivo particolarmente l'argomento!
Si potrebbe obiettare che ce l'ho con Silente soprattutto perché si comporta male con Severus, che è uno dei personaggi che preferisco, mentre, magari, Frodo o Bilbo non sono mai stati fra i miei preferiti. Però è anche vero che Frodo mi fa tantissima pena quando sente di non appartenere più alla Contea, e non parliamo poi del fatto che Gandalf sacrifica Thorin, che invece è il mio preferito. Però è impossibile non rispettare Gandalf, che mostra apertamente il suo dolore per la sorte dei suoi amici (e, sottolineo, non è nemmeno umano), mentre Silente, che è un semplice uomo, se ne frega delle sue pedine e vuole solo dimostrare che ha ragione lui.
Però questa discussione mi ha fatto nascere un altro interrogativo...
 
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Arien73
view post Posted on 16/9/2013, 17:35




Su Voldemort, però temo di andare OT. Riguarda il fatto che hai scritto che Voldemort è il MALE, quello assoluto, e che questo non dipende dai traumi subiti nel passato o dalla solitudine. E' chiaro che per la Rowling è così, però è davvero così oppure lo è perché lo ha detto la Rowling? Detto così sembra una sciocchezza perché è stata appunto la Rowling a creare i personaggi e dunque è ovvio che è così se lo ha scritto lei, però a me, leggendo le vicende del passato di Tom Riddle, mi viene qualche dubbio... Non so, sono confusa. Magari dovrei aprire un topic apposito, però.
 
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27 replies since 14/9/2013, 12:04   280 views
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