Voldemort= Male Supremo, perché non c'è possibilità di salvezza per lui?

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Arien73
view post Posted on 18/9/2013, 15:38




Per favore non rispondetemi che il motivo è che la Rowling ha voluto così, sarebbe troppo facile! Mi interessa invece sentire il vostro personale parere su Voldemort, o meglio su Tom Riddle, perché è di lui che voglio parlare.
Premetto che, in tutta sincerità, Riddle non è certo un personaggio che mi piace e alla fin fine di salvarlo non mi importa un bel niente, però la cosa mi incuriosisce lo stesso. Rileggendo il sesto libro e ripercorrendo la triste storia di Tom Riddle, mi è venuto da pensare che in fin dei conti lui è, sì, malvagio, crudele e psicopatico, però la storia che ha alle spalle e anche il sangue che gli scorre nelle vene mi pare che siano delle attenuanti. Ripeto, non voglio né scusarlo né salvarlo, la mia è solo curiosità.
Tom Riddle, come Harry, non conosce i suoi genitori e cresce solo (Harry cresce con i Dursley, ma forse un orfanotrofio sarebbe stato un luogo più ameno...); scopre di avere strani poteri e li vive come un riscatto personale, visto che non ha altro nella vita; quando scopre le proprie origini stermina la famiglia Riddle e si vota definitivamente al male (che già lo attirava alquanto). Su tutto questo non ci piove, così come è chiaro che il suo comportamento all'orfanotrofio prima e a Hogwarts poi lo qualifica come un sociopatico e un disadattato. Ma perché è il Male Supremo e non semplicemente un mago crudele e malvagio come ce ne sono tanti? Solo perché è più potente degli altri e usa il proprio immenso potere per il male? Cos'è che lo distingue tanto da renderlo la quintessenza stessa del Male? Sicuramente lui fa il male e cerca il male fin da bambino, questo è assodato, ma da cosa si può capire che la sua malvagità non dipende, poniamo, dal fatto che è cresciuto senza genitori e che nessuno gli ha mai voluto bene né gli ha insegnato il bene? Oppure dal fatto di discendere da una famiglia, i Gaunt, che mostravano già una buona dose di pazzia nelle loro fila? O ancora dal sentirsi rifiutato fin dalla nascita?
Si potrebbe obiettare che non tutti quelli che hanno un'infanzia traumatica e difficile poi diventano Signori Oscuri, Harry ne è un esempio lampante. E' vero, ma per me questo dimostra che Tom Riddle è crudele e psicopatico e che sarebbe stato tale anche se fosse cresciuto in una famiglia buona che lo avesse amato perché la sua indole e il suo sangue erano così. Non mi fa capire, però, perché è diventato il Male Assoluto. Spero che abbiate capito cosa intendo dire e che potrete soddisfare la mia curiosità.
Aspetto risposte! ;)
 
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Camelia.
view post Posted on 18/9/2013, 22:51




Mi rifaccio all'altra discussione in cui avevamo già affrontato in parte questo tema molto interessante; avevo parlato di un personaggio de "La valle dell'Eden" di John Steinbeck, Cathy/Kate. Di lei è possibile seguire la storia fin dalla nascita e l'autore introduce il personaggio in questo modo (scusate i tagli, ma tengo le parti salienti):

Io credo che capiti a certi genitori di generar mostri. Ce ne sono di quelli, difformi e orribili.... Sono disgrazie... E come ci sono mostri fisici, non ce ne possono essere di mentali o psichici? La faccia e il corpo possono essere perfetti, ma... un'anima deforme? ... Come un bambino può nascere senza un braccio, uno può benissimo nascere senza gentilezza o senza una coscienza virtuale.

Kate è insomma "il Male", senza motivi palesi.
Nel film che è stato tratto dal romanzo, il giovane Cal -figlio di Kate- sostiene "Io penso che dai genitori riceviamo una certa dose di bene e di male ed io ho avuto solo il male"

Queste dichiarazioni mi avevano sempre fatta pensare, l'idea di un Male in qualche modo inevitabile, intrinseco, è curiosa, ma non saprei dire se è valida o meno. Mi sembra troppo facile e nel caso sia vera, credo sia applicabile a pochissime persone.
E tra l'altro, nel caso fosse vera, non ci sarebbe possibilità di redenzione, né di cambiamento: un cattivo rimane cattivo, punto.

Dopo questa premessa necessaria, passando ora a Voldemort, io farei una distinzione tra Tom fino ai 14 anni o giù di lì e il Tom che poi è diventato Voldemort.
Il bambino nasce e diventa orfano nel giro di un'ora, ma non cresce con l'idea dell'abbandono, perché sua madre era morta, non l'aveva partorito e abbandonato, e per quanto ne poteva sapere lui, anche suo padre era morto, tant'è che scopre la verità su Tom senior solo quando è già a Hogwarts.
Gli anni all'orfanotrofio quindi non scorrono all'insegna del risentimento verso i genitori, che semplicemente non esistono, e sappiamo che all'istituto i bambini erano ben curati, non subivano molestie o violenze, l'ambiente era pulito. L'orfanotrofio viene descritto come un posto decoroso ma "triste" per crescere, perché ai piccoli mancava il calore di una famiglia.
Tom è quindi un bambino che non riceve l'affetto di una madre e di un padre, ma è l'unico degli orfani a mostrare tendenze violente, di una violenza il più delle volte psicologica e quindi subdola, sottile, a suo modo raffinata.
Fin da piccolo vuole comandare, controllare gli altri, costringerli a fare cose che non vogliono, piegarli alla sua volontà contro la loro volontà, punendoli laddove tentino di ribellarsi o gli diano fastidio (non è un caso che la Rowling ci faccia ben capire che fin dalla tenera età Tom infliggeva ai compagni due delle Maledizioni senza perdono, l'Imperio e la Cruciatus).
Tutto questo non si spiega con la mancanza di una famiglia.

Proviamo con la genetica? Vediamo quindi chi erano i suoi genitori.
Tom Riddle Senior: babbano, padre suo malgrado per via di un inganno, abbandona Merope quando si rende conto di averla sposata e messa incinta. Del suo carattere sappiamo solo che era snob come il resto della famiglia, ma questo mi pare più un carattere acquisito dall'esterno che non ereditato geneticamente
Merope Gaunt: la Rowling è abbastanza chiara nel dire che incrociandosi per secoli solo tra purosangue, i Gaunt avevano delle tare. Il fatto che poi vivano da miserabili ha sicuramente acuito i difetti e la bestialità dei loro caratteri, che si riflette anche nel loro aspetto fisico (a essere pignoli già Salazar Serpeverde viene descritto nella camera dei Segreti con un volto "scimmiesco").
Qualcosa di "distorto" è stato sicuramente passato anche a Tom junior, cui è stato risparmiato un aspetto fisico animalesco grazie alla bellezza babbana di suo padre, che è incredibilmente rimasta intatta. Da notare tuttavia come sparisca del tutto quando Tom intraprenderà il percorso che lo porta a diventare Voldemort.

Geneticamente quindi Tom ha già qualcosa che non va, per parte di madre, tuttavia per me non è sufficiente a spiegare il suo essere malvagio.

Penso gli sia mancata una guida.
Una figura adulta di riferimento, maschile o femminile che fosse, che lo indirizzasse verso il bene e soprattutto gli desse gli strumenti per comprendere la differenza tra bene e male.
La signora Cole e lo scarso personale dell'orfanotrofio avevano mille cose a cui pensare e non avevano certo il tempo di mettersi a seguire un bambino in particolare; hanno la consapevolezza che in Tom ci sia qualcosa di "strano", ma non indagano mai tanto da frenarlo; neppure con l'episodio della caverna riescono a coglierlo in fallo e a prendere provvedimenti.
Tom in un certo senso viene lasciato libero di esasperare i lati oscuri del suo carattere, non trovando mai nessun adulto autorevole che sia in grado di dirgli in faccia "questo non si fa" e di spianare le asperità dei suoi atteggiamenti.

Il primo incontro con Silente è illuminante, per la prima volta in vita sua Tom si imbatte in qualcuno al di sopra di sé, viene preso in castagna, trova un adulto capace di "sgamarlo" e non è in grado di fare alcun tipo di giochetto con lui.
Silente sarà sempre il suo bastone tra le ruote, "l'unico che abbia mai temuto" o per essere più precisi "l'unico che Tom non è mai stato in grado di sopraffare".

Tom cresce con un'indole solitaria, non cerca la compagnia altrui se non per esercitare il proprio potere, vede gli altri come strumenti e mai come persone (anzi è infastidito dall'umanità degli altri, ricorda con immenso e totale disprezzo i bambini dell'orfanotroio che "frignano"): è l'unico bambino dell'istituto a comportarsi così, quindi il male, la distorsione è in lui, non gli deriva dall'ambiente.

Ruba: ma non per desiderio delle cose altrui di cui si impossessa come trofei, ma per far del male. Tende ad appropriarsi con la violenza di cose che non gli appartengono e che vuole unicamente per toglierle agli altri, per rimarcare il proprio potere e la propria autorità su di loro.
E oltre che manifestazione di potere è anche un po' come dire "voi siete felici, ma io voglio che siate infelici come me", anche se fatto in modo inconsapevole. Tom non cerca di comportarsi in modo da essere felice pure lui e per lui la "felicità" sta nel toglierla a chi ce l'ha, sottraendo l'oggetto che la rappresenta. Ricordiamoci che arriva anche ad uccidere un coniglietto per far del male a un compagno.

Infine, ultimo ma non meno importante, c'è il fatto che lui è l'unico mago in un ambiente completamente babbano. Fino a che non ha 11 anni non può spiegarselo, ma sente e sa, percepisce con sicurezza di essere diverso, che gli altri sono diversi da lui e per questo non riese a mescolarsi con loro.

La scoperta di essere mago, per citare il romanzo, acuisce il suo senso d'importanza, stappa la botte del suo odio verso gli altri. Si sente migliore, riesce a spiegarsi come mai tutto ciò che lo circonda lo schifi.
Immediatamente, nelle cose schifose viene compresa anche sua madre (così debole da morire) e in quelle belle viene inserito il padre: come se avesse trovato la figura adulta cui ispirarsi che gli mancava.

Poi sappiamo com'è andata, sappiamo quanto ha cercato il nome di Riddle negli archivi scolastici, sappiamo con quale cocente delusione abbia dovuto accettare di essere figlio di un babbano e quindi di essere un mezzosangue. Delusione compensata dalla scoperta di essere però discendente di Serpeverde e da questo momento in poi il suo delirio di onnipotenza non avrà più freni e tutto ciò che lo può impedire o sporcare deve andare distrutto.

Ecco allora lo sterminio dei Riddle, il ramo ignobile da cui discende; ecco l'assassinio dello zio, mago sì, ma quanto schifoso e pezzente... via, bisogna cancellare anche questo salvando però l'anello di Serpeverde, l'oggetto nobile.
Voldermort è una creazione di Tom, plasmata a poco a poco, al prezzo di eliminare dalla propria vita tutto quanto non rientri nella sua idea di perfezione: in questo processo verrà perduta anche la bellezza, perché è la bellezza babbana di suo padre.

Voldemort quindi non ha né padre né madre, è un'autoproduzione.

Forse in questo c'è una spiegazione della sua mancanza di relazioni e di umanità, perché l'umanità presuppone un contatto con l'altro e Voldermort negli altri vede solo mezzi o nemici.
 
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Nykyo
view post Posted on 19/9/2013, 01:03




Wow, è un'analisi figa. Posso fare a cambio con le dichiarazioni di Silente e di JKR secondo cui il concetto è che Voldemort è il male e punto, senza possibilità alcuna di redenzione perché così deve essere e senza spiegazioni decenti di sorta? Io preferisco la tua elucubrazione al loro dato di fatto che mi ha sempre lasciata un filo O_o.
 
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Camelia.
view post Posted on 19/9/2013, 11:37




Sulla Rowling non saprei, ma Silente mi pare che più volte tenti di dare a Tom prima e a Voldemort poi la possibilità di redimersi, di tornare indietro.
Si può dire che getti la spugna solo nel limbo, quando per quell'esserino scorticato che si lamenta di nascosto dice che non può più fare niente, che sta al di là del suo aiuto e di quello di Harry. Tuttavia non sono del tutto convinta che Silente sia così definitivo. Harry poco prima del colpo di grazia a Voldemort, gli parlerà e gli darà la possibilità di redimersi e questo l'ha imparato dal suo maestro, da Silente.

«...Ma prima che tu provi a uccidermi, ti consiglio di pensare a quello che hai fatto... pensaci, e cerca in te un po' di rimorso, Riddle...»
«Che cosa?»
[...]
«È la tua ultima possibilità» continuò Harry, «tutto ciò che ti resta... ho visto quello che sarai altrimenti... sii un uomo... cerca... cerca un po' di rimorso...»

Harry qui si rivolge a Riddle, all'uomo e non alla creatura-Voldemort; cerca in tutti i modi di fare appello alla sua natura umana, pregandolo di rinunciare a quella malvagia che Tom si è creato e che sta per risucchiare definitivamente l'uomo oltre il punto di non ritorno ( ho visto quello che sarai altrimentii... sii un uomo... ); infine insiste sul rimorso che, come sappiamo, è l'unico mezzo per ricostruire un'anima lacerata dall'omicidio.
Se si pentisse, probabilmente Voldermort morirebbe comunque perché la ricostruzione dell'anima attraverso il rimorso è dolorosissima e lui non ha l'anima spezzata solo in 2 ma in 7. Ma tornerebbe umano, magari riprendendo pure le fattezze Riddle (stile ritratto di Dorian Gray al contrario), chissà.

Non sappiamo se Silente avrebbe agito come Harry perché non ha mai avuto un faccia a faccia "finale" con Voldemort. Si è confrontato con lui più volte nel corso del tempo, ma sempre in posizione di vantaggio; i due si parlano da pari quando Tom neo-Voldemort va a chiedere la cattedra di Difesa e Silente lo invita a rinunciare alla via che ha intrapreso.
Ma è ancora uno scontro verbale, l'unico duello che conosciamo è avvenuto al Ministero della Magia e Silente aveva nuovamente fatto appello alla parte umana di Voldermort, chiamandolo sempre Tom, appellandosi al lato umano (e credo fortemente che Harry se ne sia ricordato, quando tocca a lui stare davanti a Voldemort).
Quando prende possesso di Harry, Voldemort non riesce a stare a contatto con lui per via dei sentimenti del ragazzo: non può sopportare ciò che rende umano Harry perché lui non lo è più, non vuole esserlo, anche se ne avrebbe la possibilità, per quanto terribile (il rimorso).

Come ci sono due anime in Harry (la sua e quella di Voldemort), in ques'ultimo permane un residuo di Tom/uomo, debolissimo, un'eco impercettibile. Eppure basterebbe volerlo e Tom tornerebbe... Ma Voldemort è troppo più potente di Tom e vuole solo cancellarlo.
Tom ha fatto di tutto per annullarsi in questa nuova identità, ha fatto di tutto per perdere l'umanità (anche esteriormente e in cose come il fatto di saper volare): quanto gli rode, quando gli girano proprio le palle a sentirsi chiamare "Tom" e "Riddle"!
 
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Nykyo
view post Posted on 19/9/2013, 14:39




Non parlavo del provare a dargliela una possibilità, intendevo solo che Silente, come la sua creatrice, a me pare sbrigativo nel dire che Voldemort è cattivo perché comunque è nella sua natura esserlo. Lo vogliono entrambi connotare come il MALE anche se poi è nella natura di Silente il provare a dargli una chance anche se non crede davvero che si possa redimere.
Il solo che si fa davvero domande sul perché e sul per come è Harry. Harry che definisce non a caso Hogwarts la casa dei bambini perduti, come lui stesso, come Severus e come Voldemort.
Per il resto da un lato la Rowling ci da mille motivi per cui Tom è diventato Voldemort e potrebbe essere redimibile ma dall'altro ci dice praticamente che sarebbe diventato cattivo anche senza quei motivi e che non era recuperabile.
La cosa mi ha sempre convinta poco come lettrice. A quel punto preferisco il solito cattivo alla Sauron che non è una creatura né umana né mortale già di partenza.
 
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Camelia.
view post Posted on 19/9/2013, 19:10




Sarebbe interessante parlare con la Rowling di questo :)

Però su Silente non sono così certa che consideri Voldemort Il Male punto e basta. Non trovo elementi per sostenere questa tesi, a parte l'episodio del limbo che comunque mi lascia dei dubbi.
In fondo Silente stesso ha avuto un assaggio della fascinazione per il Male, ha pagato tutta la vita un prezzo altissimo e ha sempre riconosciuto negli altri la possibilità di sbagliare e quindi è propenso a tendere una mano, anche con Voldemort.
Poi, per carità, sbaglia a sua volta quando pretende di misurare tutti secondo il suo metro, ma questa è un'altra storia (e un altro thread!).
 
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Nykyo
view post Posted on 19/9/2013, 22:25




A me pare diricordare, ma forse sbaglio, che lo dica anche nel sesto libro, se non altrove che Voldemort è il Male per natura.
 
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Arien73
view post Posted on 22/9/2013, 13:10




Pare anche a me che Silente lo dica, ma quindi, secondo voi, Riddle/Voldemort in realtà non è il MALE assoluto come può essere un Sauron che non è neanche umano, è una persona che nasce con certe tare, cresce scegliendo sempre il male e diventa così interamente malvagio e quasi certamente irrecuperabile, ma non è il Male Assoluto. E' una di quelle poche persone che nascono crudeli, che diventano mostri, ma non per questo si possono equiparare a un MALE generico.
Ho capito bene? Perché questo è ciò che pensavo anch'io: Voldemort è un mago potente e crudele, non c'è possibilità di riscatto per lui, ma non è comunque un'entità di puro male come, poniamo, un Sauron.
Ma per la Rowling è diverso? Non ho capito bene il suo punto di vista.
 
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Nykyo
view post Posted on 22/9/2013, 21:45




Mah, secondo me il problema è che qui la Rowling ha un po' incasinato e cannato il concetto. Nel senso:

- Volemort, come dici tu, non è una creatura non umana, è una persona (almeno prima di creare gli Horcrux), non è Sauron (per altro lo stesso Sauron non è umano ma per Tolkien nemmeno lui è malvagio per nascita. Sauron è uno degli "angeli" di Iluvatar, il più bello, il più splendente, il più intelligente di tutti e come tale al principio è uno dei buoni e contribuisce, con il suo canto alla nascita del mondo, ma poi inorgoglisce, prova a cantare alla lettera fuori dal coro celeste e così facendo crea cose egoiste e malvage perché nascono dalla sua presunzione dall'invidia per i suoi simili e dall'insubordinazione a Iluvatar. E lui diventa sempre più cattivo e trama contro i suoi e alla fine lo cacciano e da allora è Sauron più o meno come lo conosciamo. E se vi ricorda un certo Lucifero siete sulla giusta via ;) ).

- Le persone non nascono malvage. Possono nascere con malattie o problemi che le rendono crudeli o pericolose e possono diventare malvage per il modo in cui vengono educate e crescono. Il carattere umano può anche essere negativo fin dalla nascita, ma una cosa come il male innato non esiste. Ogni evidenza scientifica ci mostra che non esiste.

- Ergo in teoria Voldemort non può essere nato così è basta come invece in diversi momenti viene affermato.

Inoltre la Rowling da un lato, siccome vuole passare una certa morale sull'amore, non fa che ripeterci quanto l'amore rende chiunque redimibile e la mancanza d'amore rovina anche chi potrebbe essere buono (Severus, Sirius, Harry hanno lati chi più che meno rabbiosi, vendicativi e feroci, dovuti alla propria infanzia e a mancanza d'amore. Sirius non li sa gestire ma alla fine è nello schieramento dei buoni per molti motivi, Severus ci si rovina la vita ma poi espia, Harry è quello che li controlla meglio ma ci sono. Nello stesso tempo la Rowling decide di mostrarci che Draco, pur essendo un bullo a volte insopportabile, siccome è stato amato alla fine, quando davvero viene messo a scegliere il male non lo sceglie. Cosa su cui JKR ha insistito anche in diverse interviste), però poi ci dice che Voldemort è cattivo e basta e redimerlo è impossibile.

Alla fine a me è sempre rimasta l'impressione non ottima che abbia poco senso. O la regola dell'amore vale per tutti, o non vale per nessuno.
 
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Camelia.
view post Posted on 22/9/2013, 23:30




Il problema è che non sappiamo se Voldermort si sarebbe potuto salvare con l'amore (che lui tanto disprezza, in tutte le sue sfumature), perché lui l'ha sempre rifiutato. Anche nella forma dell'amicizia, anche da bambino all'orfanotrofio e a Hogwarts con i compagni. Lui non ha amici, ha vittime o sottoposti e avendo perso nel corso degli anni pezzi della sua umanità diventa sempre più incapace di capire quel sentimento che gli è completamente ignoto.
E' il suo più grave errore, no? Per essere uno che da ragazzo ha studiato e ha fatto ricerche, ha sempre avuto un po' il paraocchi su certi argomenti, dimostrandosi alla fine intelligente solo a metà.
O forse gli manca l'intelligenza emotiva e possiede solo quella razionale (ne avevamo parlato altrove, a proposito dei bulli).

Silente gli offre più volte la possibilità di scegliere un'altra strada, Harry idem, perfino quando sta rischiando la pelle. Non penso che l'avrebbero fatto se l'avessero ritenuto senza speranza, per questo non credo che vedano in lui il Male Assoluto.

Quanto all'essere malvagi di natura, penso che certe persone possano nascere con una propensione caratteriale verso cose cattive, così come ci sono bambini che nascono buoni e tranquilli. Però, l'adulto che sarà si forma nel tempo e dipende quindi dalle esperienze passate.

Personalmente ho sempre ritenuto la Umbridge peggiore di Voldemort, perché è sadica fingendo di non esserlo. Lei forse sì è nata malvagia :huh:
 
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Nykyo
view post Posted on 23/9/2013, 12:38




Mah, continuo a dirti cheper me il problema è proprio in questo: gli danno seconde chances ma poi però in diversi punti dicono (Harry è il solo che non lo fa) che è nato malvagio. Le due cose si contraddicono in modo stridente e non riesco a ragionarci più di tanto in termini di personaggio perché secondo me questo è solo un altro di quei momenti in cui la Row non è poi così brava come scrittrice. E' un limite suo, non di Silente di Harry o di Voldemort stesso. Non è una caratterizzazione ambiguaè una caratterizzazione sbagliata.
 
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Arien73
view post Posted on 23/9/2013, 15:28




Quindi in realtà una vera risposta non c'è, perché noi ci ragioniamo sopra ma poi è la Rowling che ha fatto un sacco di confusione?
Ma dunque tu non pensi che esistano persone che nascono cattive, per genetica o quant'altro?
 
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Camelia.
view post Posted on 23/9/2013, 16:37




Penso che possano nascere con una predisposizione, che sia genetica o meno non te lo so dire e comunque ci sono persone "cattive" nate in famiglie normalissime, quindi non saprei dove andare a cercare la causa.

Però il concetto di cattivo per natura può essere valido solo nell'infanzia, perché poi crescendo entra in gioco la capacità di discernimento e le capacità di scegliere. Ovviamente il background educativo conta molto, un terrorista riterrà di fare cosa buona e giusta uccidendo chiunque consideri "nemico".
Se la scienza scoprisse una causa biologica, genetica al Male si potrebbe cercare un rimedio, chissà. (Poi però ci sarebbe il pazzo di turno che vorrebbe creare solo gente malvagia)

Mi sto riascoltando gli audiolibri comunque, per quanto riguarda Voldemort :D
 
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Nykyo
view post Posted on 23/9/2013, 20:41




Considerando che per lavoro mi sono ritrovata a studiare le maggiori teorie criminologiche delle varie epoche: no non credo che uno nasca cattivo e basta, anche se una parte del carattere è innato. Il grosso lo fa sempre il fattore ambientale. E ogni volta che uno scenziato ha provato a dimostrare l'esistenza del male innato ha sempre fallito scientificamente.
Al contrario è pieno di dimostrazioni scientifiche valide di come l'ambiente in cui si cresce - non solo quello famigliare - influiscono sulle attitudini anche criminali.
E, in ogni caso, carattere o ambiente non eliminano mai il libero arbitrio.

Poi le persone possono nascere con tare mentali tali da essere, ad esempio e riassunto in spicci, prive di senso di colpa o di empatia per il prossimo al punto da sembrare a chi le guarda all'esterno malvage di natura, ma di fatto sono malate, non è la stessa cosa di nascere cattivi con la libertà di scelta di rimanere tali.
 
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Arien73
view post Posted on 24/9/2013, 17:00




Ecco, io però per "cattive di nascita" intendo proprio le persone che nascono geneticamente predisposte al male, prive di empatia o morale. So che in realtà sono malate, e per questo diciamo che le "giustifico", ma non si potrebbe pensare proprio questo di Voldemort? Ossia lui è nato così, privo di empatia per gli altri e di senso morale, ma questo fa di lui un malato mentale piuttosto che un personaggio che incarna il Male assoluto, no?
 
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23 replies since 18/9/2013, 15:38   143 views
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